La Repubblica 25/11/2005, pag.53 Rossana Rossanda, 25 novembre 2005
In quel tempo morì mia madre. Era giovane, oggi mi pare giovanissima, non aveva ancora sessant´anni, era bella e vivace e curiosa, aveva il piglio d´una ragazza, ci rubavamo ridendo abiti e scarpe, lavorava con le sue due o tre lingue, era facile agli entusiasmi e alle commozioni, arrossiva ancora di piacere o di collera
In quel tempo morì mia madre. Era giovane, oggi mi pare giovanissima, non aveva ancora sessant´anni, era bella e vivace e curiosa, aveva il piglio d´una ragazza, ci rubavamo ridendo abiti e scarpe, lavorava con le sue due o tre lingue, era facile agli entusiasmi e alle commozioni, arrossiva ancora di piacere o di collera. (...) Ora che ogni strazio è spento, vorrei ritrovarla come l´ho lasciata prima che perdesse coscienza, ci sederemmo vicine, saremmo stanche tutte e due e avremmo molte domande da farci. Una madre e una figlia sanno poco l´una dell´altra, per difesa e affetto e pena. Ora sarei più grande, potrei prenderla in braccio, averla partorita. Rossana Rossanda