La stampa 23/11/2005, pag.10 Paolo Mastrolilli, 23 novembre 2005
La guerra di Elsie. La Stampa 23/11/2005. New York. Secondo un saggio proverbio popolare è meglio essere soli che male accompagnati, ma la signora Elsie Eiler lo ha preso troppo alla lettera
La guerra di Elsie. La Stampa 23/11/2005. New York. Secondo un saggio proverbio popolare è meglio essere soli che male accompagnati, ma la signora Elsie Eiler lo ha preso troppo alla lettera. Elsie abita nella cittadina di Monowi, Nebraska nord-occidentale, che in base all’ultimo censimento conta un unico abitante: lei. Ogni quattro anni la popolazione locale elegge il sindaco, cioè Elsie vota se stessa. Quindi il primo cittadino emette dettagliati bandi pubblici per convocare i consigli comunali, a cui partecipa soltanto lei, e si autoordina di pagare le tasse per tenere accesi i quattro lampioni che illuminano l’unica strada di ghiaia rimasta nel paese. Siccome di mestiere la signora Eiler gestisce l’unico bar del villaggio, la Monowi Tavern, ha bisogno della licenza per vendere gli alcolici. Dunque all’inizio di ogni stagione chiede a se stessa di rinnovarla, e il sindaco Elsie concede gentilmente alla barista Elsie il permesso di continuare il lucroso business familiare. Questa storia kafkiana era cominciata all’inizio del secolo, quando le praterie del Midwest incarnavano ancora il sogno americano. Gli indiani che un tempo le abitavano erano stati rinchiusi nelle riserve dagli amici di Buffalo Bill, cittadino illustre del Nebraska, e i coloni potevano finalmente sfruttarle per l’agricoltura e l’allevamento. Nel 1902 la Chicago & Northwestern Railroad decise di far passare la sua ferrovia da queste parti, aprendo un orizzonte sconfinato di possibilità. Così i cowboy locali, di origine cecoslovacca, decisero di fondare Monowi, che nella lingua dell’ex capo sioux Nuvola Rossa significa «fiore della prateria». Insieme alla strada ferrata arrivarono l’ufficio postale, una chiesa metodista, la scuola, e un centro super attrezzato per lo smistamento del bestiame. Le cose promettevano così bene che gli abitanti della città erano saliti presto a 123, il livello più alto della sua storia, e due file di negozi ornavano Main Street, la strada principale. Tutti i sogni, però, hanno il difetto di poter svanire con la stessa rapidità con cui appaiono, e questa disdetta incombeva anche su Monowi. Due incendi scoppiarono nella prateria durante il 1912, devastando la città, che da allora in poi cominciò ad avvitarsi in una spirale di morte: 99 abitanti nel 1955, 18 nel 1980, e 8 nel 1990. Il censimento del 2000 aveva trovato a Monowi solamente due anime: Elsie e suo marito Rudy, caparbiamente aggrappati al villaggio dove si erano conosciuti sui banchi della scuola elementare, ormai chiusa da quarant’anni. Ma nel 2001 Rudy è morto, così la signora Eiler è rimasta completamente sola. All’età di 72 anni, però, non ha alcuna intenzione di abbandonare la sua città fantasma. «Un giorno - ammette Elsie con realismo - questo villaggio diventerà solo memoria e polvere. Ma fino a quando sarò in circolazione io, continuerà a vivere». Ogni mattina, infatti, la signora Eiler si alza per aprire la sua taverna, dove vengono a mangiare bistecche i camionisti di passaggio sulla statale numero 12 e i contadini che abitano anche a ottanta miglia di distanza. Secondo il censimento del 2000, la sua famiglia guadagnava 12.334 dollari all’anno, cioè 6.167 a testa. Ora che Elsie è rimasta vedova il reddito pro capite di Monowi è raddoppiato, e quindi lei non ha più preoccupazioni economiche. Lo stato le passa pure 3.100 dollari all’anno per riparare le strade, che lei gira agli spazzini della contea di Boyd affinché d’inverno vengano a spalare la neve. Con i soldi messi da parte ha potuto realizzare anche il desiderio espresso dal marito in punto di morte: raccogliere la sua collezione personale di 5.000 libri in una biblioteca municipale, che secondo Elsie sta avendo un successo strepitoso fra i contadini della regione. La storia di Monowi, per quanto singolare, non è unica. Negli Stati Uniti ci sono altri quattro paesi, Ervings nel New Hampshire, New Amsterdam nell’Indiana, Hibberts in Maine e Lost Springs nel Wyoming, che hanno un solo abitante. La fuga dai Great Plains del Midwest, però, è un’epidemia. I piccoli agricoltori non sopravvivono più, e i loro figli che studiano vanno a vivere nelle città. Quasi il 90% dei 2.421 centri urbani di Nebraska, Kansas, Oklahoma, Nord Dakota e Sud Dakota hanno meno di 3.000 abitanti. In tutto, in questi cinque stati vivono 9 milioni di anime, e mezzo milione è scappato negli ultimi otto anni. Per rilanciare l’intera regione, alcuni accademici avevano proposto di farla tornare allo stato selvaggio, trasformandola in un’enorme riserva naturale chiamata «Buffalo Commons». Forse alla fine il cerchio della storia si chiuderà come si era aperto: per salvare Monowi dall’oblio dovrà tornare a galoppare nelle sue praterie l’ultimo dei mohicani o dei sioux. Paolo Mastrolilli