Il Messaggero 28/11/2005, pag.14 Roberto Gervaso, 28 novembre 2005
Impariamo dagli animali. Il Messaggero 28/11/2005. Giorgio Celli, docente di entomologia all’Università di Bologna, ha l’aria del santone, del profeta, del pastore, e un po’ anche dell’anacoreta, solo con i suoi libri e i suoi gatti
Impariamo dagli animali. Il Messaggero 28/11/2005. Giorgio Celli, docente di entomologia all’Università di Bologna, ha l’aria del santone, del profeta, del pastore, e un po’ anche dell’anacoreta, solo con i suoi libri e i suoi gatti. L’aspetto è eccentrico e dimesso, l’approccio cordiale e conviviale, l’accento, quello della sua terra, l’Emilia, il tono confidenziale, il piglio didattico. Parla degli animali come di vecchi amici con amabile semplicità e passione scientifica. Lo vedrei, redivivo Noè, su una nuova arca, con un grande zoo e, nella cambusa, mortadelle, prosciutti, tortellini, grana e lambrusco per tutti. Donnole comprese. Quando, e come, nacque la sua passione per gli animali? Quando, bambino, vidi una gatta allattare i piccoli e, poco dopo, una giovane contadina allattare il figlioletto. Un corto circuito conoscitivo? Un corto circuito conoscitivo. I suoi maestri? A quindici’sedici anni scoprii Darwin. Non un maestro: un santo protettore. Altri maestri o santi protettori? Un maestro alla lontana, l’etologo austriaco Konrad Lorenz. Nobel nel 1973. Sì: per la scoperta dell’imprinting. Cos’è? L’animale , appena nato, identifica il primo oggetto o la prima persona che vede come madre e, successivamente, come partner. Un’identificazione transitoria? No: irreversibile. Il suo grande merito, oltre a questa scoperta? Ha raccontato gli animali. Cos’è l’etologia? Lo studio degli animali e dell’uomo in condizioni naturali, non di laboratorio. Una scienza relativistica? Ma il relativismo è la filosofia più vicina alla scienza. Quante specie popolano il pianeta? Con certezza, lo ignoriamo. Dieci, trenta, cento milioni? un inventario difficilissimo. Le specie più numerose? Gli insetti. Quante? Almeno settecentomila. Ogni anno compaiono e scompaiono nuove specie. L’istinto aggressivo più imperioso? L’istinto sessuale. Non, come si potrebbe pensare, quello alimentare. vero che ci sono insetti che vivono uno’due giorni, si riproducono e non toccano cibo? Sì. Quali? Ad esempio, certe farfalline. L’istinto dominante? Quello riproduttivo. In natura, chi vince? Chi sopravvive. L’animale nasce aggressivo o lo diventa? Lo è per necessità. Cioè? La sua aggressività è funzionale, mai gratuita. Ma s’impone un distinguo. Fra? Aggressività e predazione. Il leone che mangia la gazzella? predatore. vero che, nel gruppo, l’aggressività viene ritualizzata? Sì. una sfida fra individui della stessa specie che si affrontano, senza farsi troppo male, come in un torneo. Dove comanda la femmina? A letto. La femmina: non la donna. Negli uccelli, la scelta sessuale è femminile. Nelle api, il destino del fuco è tragico: paga con la morte il piacere dell’accoppiamento. Perde il pene che si aggancia all’addome della femmina. L’animale più intelligente? Lo scimpanzè, dotato di un certo grado di coscienza. E il delfino? Intelligentissimo. In acqua, capisce il linguaggio gestuale,anche se complicato. Con lo scimpanzè e l’orango riconosce la propria immagine riflessa. Il più stupido? Molti animali considerati stupidi non lo sono affatto. Quindi, la gallina non ha un ”cervello da gallina”. No. Non è stupida nemmeno la zecca? Lo sa che si lascia cadere dall’alto quando un mammifero le passa sotto? E come lo sente? Avverte l’odore dell’acido butirrico. Salta addosso al malcapitato e succhia il suo sangue. L’animale più forte? La formica, capace di sollevare un peso trenta volte superiore a quello del proprio corpo. Il più debole? Forse, l’uomo. Perché? Perché il più esposto. L’animale più fifone? L’animale selvatico, quello che non vive vicino all’uomo. Un esempio? Il lupo. Il più scaltro? Probabilmente, la volpe. O, forse, l’uomo che, nel quaternario, abbatteva i mammut, progenitori degli elefanti. Il più ingenuo? Il cane. Perché? Perché pensa che il padrone gli voglia sempre bene. vero che il cane era socievole prima di essere addomesticato? Sì. A differenza del gatto, animale solitario. La femmina più sensuale? Forse, la femmina di bonobo. La più frigida? La vacca. Il toro la monta e lei continua a brucare. Il maschio più macho? Il bonobo e il mandrillo. Il più svogliato? Il gorilla. Il gorilla? Lo sa che, proporzionalmente alla massa corporea, il suo pene è fra i più piccoli. L’animale più fedele? In assoluto, il cigno. Il più libertino? L’uccello del paradiso, il pavone. Il più fantasioso? Il castoro, che costruisce enormi dighe. Il più disubbidiente? Il gatto. Disubbidiente o anarchico? Anarchico. Cosa vede nel padrone? Il padre, che gliele dà tutte vinte. Mentre il cane? Nel padrone vede il capoufficio che, in qualsiasi momento, con qualunque pretesto, può licenziarlo. Il più discolo? Sempre il gatto. Il più docile? Ho visto fare ai pappagalli cose straordinarie. Il più longevo? La tartaruga, la testuggine gigante. Alle Galápagos, isole del Pacifico davanti alle coste dell’Ecuador, una tartaruga di 175 anni avrebbe conosciuto il naturalista inglese Charles Darwin. L’animale che vive meno? L’effemerottero. Il più generoso? Il cane che, per il padrone, può dare la vita. Il più taccagno? Diciamo il più previdente. Chi è? La nocciolaia, uccello che vive a 1.500 metri. In autunno, predispone per l’inverno tanti piccoli magazzini di viveri. Controlla meglio le nascite l’uomo o l’animale? L’animale. La donna ha perduto l’estro. Cioè? La capacità di segnalare la propria disponibilità alla fecondazione. vero che la rivalità sessuale sviluppa in modo abnorme le corna dei cervi? Sì. I maschi più validi hanno le corna più grandi. Ed è vero che, dopo il coito, l’animale è triste? Lo diceva Sant’Agostino. Chissà con che donne andava. Ed è vero che l’oca è fondamentalmente monogama? Sì. Come mai il lupo non infierisce su un altro lupo che, vinto, gli offre la gola? Un gesto cavalleresco che fa parte del rito, delle regole della sfida, del torneo. Perché l’istinto di aggressività, congenito nell’animale e nell’uomo, diventa micidiale solo in questo? Perché l’uomo ha bisogno di darsi una spiegazione ideologica. Prima di mandare in guerra altri uomini, l’indottrina. Per uccidere, cioè, l’uomo ha bisogno di giustificazioni? Sì. L’affollamen to rende più aggressivi? Sì. Ma lo si può essere, e lo si è, anche in solitudine. Cosa provoca l’aggressività repressa? C’è un rapporto stretto fra aggressività e repressione. La caccia: uno sport o una barbarie? E me lo domanda? Uno sport o una barbarie? Come sport, è una barbarie. Quando la vivisezione è lecita? La vivisezione – e solo a fini di ricerca medica, non cosmetica – va rigorosamente regolamentata. In che percentuale è inutile? Diciamo nel 98 per cento dei casi. La scienza salta o cammina? Cammina e, ogni tanto, salta. Grazie a studiosi come Copernico, Darwin, Freud, Einstein. La scienza – come diceva Vannevar Bush – è davvero una ”frontiera senza fine”? Sì. Ed è assolutamente ingovernabile. A quali perché la scienza non potrà mai rispondere? Ai grandi interrogativi ”filosofici”: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo? Cosa minaccia di più la sopravvivenza del pianeta? Lo sfrenato incremento demografico, l’inquinamento, i mutamenti climatici. A chi gli chiedeva come si sarebbe combattuta la terza guerra mondiale, Einstein rispose: ”La terza, non lo so. La quarta, a colpi di clava”. Lo direbbe anche lei? Sì. L’uomo sparirà in una grande pandemia planetaria. Vittima di che cosa? Di terribili virus. Lei possiede animali? Sì: molti gatti. Di quale animale si sente più amico? Di tutti. Cosa c’insegnano gli animali? Che insieme facciamo parte di una grande serbatoio cosmico e di un grande processo naturale. Nessun pennuto – come capitò a Konrad Lorenz con un’oca – si è mai innamorato di lei? No. Di me si sono innamorati solo gatti. Ricambiati? Ricambiatissimi. Imprinting? No: colpi di fulmine. Roberto Gervaso