Gianni Santucci, ཿCorriere della Sera 29/11/2005;, 29 novembre 2005
Ivan Luraschi, ultrà interista che sulla violenza negli stadi ha scritto un libro, dice che gli uh-uh ai giocatori di colore non c’entrano niente col razzismo: «Poco elegante? D’accordo
Ivan Luraschi, ultrà interista che sulla violenza negli stadi ha scritto un libro, dice che gli uh-uh ai giocatori di colore non c’entrano niente col razzismo: «Poco elegante? D’accordo. Ma è uno strumento per innervosire gli avversari. C’è ancora qualche giocatore di colore che abbocca a questa provocazione, come Zoro. Così i tifosi continuano a usarla, ma solo per avvantaggiare la propria squadra. Dietro gli uh-uh non c’è la politica. Niente razzismo. Nell’Inter ci sono molti giocatori di colore, ma nessuno di loro ha mai ricevuto un insulto razzista da un ultrà nerazzurro. Argomento inconfutabile. Spiegare gli ululati col razzismo ha un solo scopo: criminalizzare gli ultrà, sempre e comunque, per dipingerli come l’unico male del calcio. Gli ululati si sentono in quasi tutti gli stadi d’Italia. Tutti razzisti? Capita che un calciatore venga provocato quando gioca contro, poi incitato, l’anno dopo, se passa nella propria squadra. Segno che non si va mai contro l’uomo di colore, ma contro il giocatore avversario. Bisogna educare, e magari i bambini di oggi un giorno rifiuteranno certi cori. Ora fanno parte integrante del tifo. Sono nel repertorio. Davvero qualcuno si illude che la volgarità della società non entri negli stadi?».