Varie, 28 novembre 2005
YIREN
YIREN Rong Wuxi (Cina) 1 maggio 1916, 27 ottobre 2005 • «[...] Crebbe nella giovane repubblica che si era sostituita all’impero cinese. Crebbe in una famiglia agiata di industriali del cotone e della farina. Studiò al St. John College di Shangai. Ereditò poco più che ventenne le imprese di famiglia, si destreggiò nella guerra civile e durante l’occupazione giapponese. Quando i comunisti arrivarono al potere i membri della sua famiglia fuggirono, chi a Hong Kong, chi a Formosa. Rong esitò, poi decise di restare. Avrebbe tentato di alleviare la povertà dei cinesi. Dal 1949 al 1956, quando l’obiettivo dei vincitori era di restaurare l’unità nazionale, Rong potè continuare a gestire con discreta libertà le sue imprese. Quando l’integrità nazionale fu assicurata e i comunisti decisero di nazionalizzare, Rong consegnò con buona grazia le ventiquattro società di famiglia in cambio di un indennizzo discreto e della carica di vicesindaco di Shangai. Dopo due anni era a Pechino, come viceministro per l’industria tessile, settore in cui aveva accumulato una vasta esperienza. Era ancora stimato membro del governo quando Mao Tzedong lanciò la rivoluzione culturale. Non potendo nascondere la sua origine borghese Rong fu attaccato. Perdette il posto al ministero, gli furono confiscati gli indennizzi. Per dieci anni dovette starsene con le mani in mano. Non si lamentò, imparò a considerare la tragedia come una vacanza. Mao morì, le acque si calmarono, Den Xiaoping risorse. Affidò a Rong il compito di fondare e presiedere una grande società di investimenti con interessi nelle infrastrutture, nelle comunicazioni e nelle linee aeree. La China International Trust and Investment Corp diventò lo strumento per attirare in Cina investimenti stranieri. Fu la chiave per il passaggio da un’economia di Stato a un’economia di mercato. Fu anche lo strumento per rendere alla famiglia Rong un potere economico ancora più grande di quello goduto prima della rivoluzione. Quando scoppiò la crisi della piazza di Tienanmen, Rong pubblicò una lettera aperta che invitava il regime a trattare con gli studenti. Non fu ascoltato, ma neppure punito. Pochi anni dopo fu nominato vicepresidente della Cina [...]» (’Il Foglio” 26/11/2005).