Varie, 28 novembre 2005
CASALE Vittorio
CASALE Vittorio Parma 25 maggio 1960. Immobiliarista. Proprietario del gruppo romano Operae, il 14 giugno 2011 fu arrestato su richiesta dei pm milanesi Luigi Orsi e Gaetano Ruta con l’accusa di bancarotta fraudolenta (al centro dell’indagine il fallimento di quattro aziende utilizzate per un vorticoso giro di compravendite immobiliari tra Bologna, Roma e Milano) • «[...] è stato uno degli “importatori” del bingo in Italia. [...] si è rapidamente integrato nel “giro” Unipol-Hopa: ha un piede a Brescia in casa di Gnutti (storico alleato di Unipol), è amico di Consorte, oltre ad essere stato informatissimo intermediario delle vicende Bnl ed è un ottimo cliente del gruppo assicurativo. [...] a Bologna, dopo avergli venduto gli immobili su cui lui ha fatto ragguardevoli plusvalenze, gli hanno anche prestato parecchi soldi e in garanzia si sono presi gran parte delle sue società» (Mario Gerevini, “Corriere della Sera” 27/11/2005) • Sposato, tre figli, «[...] non frequenta i salotti mondani. Lavora a Roma, ufficio ai Parioli confinante con l’Ambasciata svizzera. E nei weekend corre a Bologna dalla famiglia. Ex militante del partito repubblicano (“negli anni Ottanta, quando ero ragazzino”), massone per tradizione di famiglia (“lo era già ilmio bisnonno”), dichiara di simpatizzare per il centrosinistra. Ma mette subito le mani avanti: “Non frequento politici. Fassino? Non lo conosco. Prodi? Idem. D’Alema? L’ho incontrato, ma non abbiamo mai parlato. Sposetti, il tesoriere dei Ds, invece è un amico”» (Paolo Foschi, “Corriere della Sera” 27/1/2006) • «[...] controlla e amministra la Codere Italia srl, filiazione della società spagnola fondata dai fratelli Joaquin e Jesus Franco, che ha portato il fenomeno Bingo in Italia. [...] Alla fine degli anni Novanta si allea con Leonardo Ceoldo, il numero uno della Sweda, l’industria dei registratori di cassa, e costituisce la società italiana del Bingo che finirà per controllare poco meno del 20 per cento del mercato italiano, con almeno cinque tra le sale più redditizie del paese. In quello stesso periodo la casa madre spagnola del Bingo si trova al centro di indagini anti-mafia internazionali. Alla fine del 1999 un giudice brasiliano decreta che la società dei fratelli Franco è “infiltrata e utilizzata dalla mafia” per il riciclaggio. [...]» (“Il Foglio” 3/1/2006).