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 2005  novembre 24 Giovedì calendario

KENNEDY

KENNEDY LAWFORD Christopher Santa Monica (Stati Uniti) 29 marzo 1955. Attore • «[...] figlio del celebratissimo attore inglese Peter Lawford e di Patricia Kennedy, sorella del presidente assassinato a Dallas nel 1963. [...] sta lavorando a un serial per la Fox tv di Rupert Murdoch [...] a puntate di mezz’ora ciascuna [...] si ripromette di ripercorrere le tappe più significative - e controverse - nella vita pubblica e privata del celebre clan. Dall’assassinio dello zio, quando lui aveva solo otto anni, alla tragica scomparsa del cugino JFK Jr. nell’incidente aereo del ’99. Dai tempi d’oro del Rat Pack (il gruppo di star di spettacolo degli anni Cinquanta formato da Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Jr., Joey Bishop e Peter Lawford) alla visita che papà Lawford e il cognato Robert Kennedy fecero a Marilyn Monroe il giorno della sua morte. Tra tanti Vip, il vero protagonista sarà però l’oscuro Lawford, che oltre ad assomigliare come una goccia d’acqua al celebre padre (protagonista di hit hollywoodiani quali Colpo grosso, Exodus, Il giorno più lungo e Buonasera signora Campbell con Gina Lollobrigida), è anch’egli un attore con alle spalle parti minori in Terminator 3, accanto al ”cugino” Arnold Schwarzenegger, in General Hospital, All My Children e Mary Mother of Jesus. Nonostante il suo pedigree, Christopher non è però mai riuscito a sfondare. ”Crescere Kennedy è stata un’odissea che mi ha portato all’alcolismo e alla tossicodipendenza, ostacolando la mia vita sentimentale e impedendomi di far carriera”, scrive lui in A Memoir of Snapshots and Redemption, l’autobiografia [...] bocciata dal New York Times come ”lo scaricabarile pieno di luridi dettagli di un individuo ricco e patetico”. Nel libro, che servirà da base al suo show, l’attore scrive di mamma Kennedy e papà Lawford ”così inadatti a fare i genitori che quando nacqui mi spedirono insieme ad una governante in una casa separata e lontana dalla loro villa”. Si passa dai ricordi personali di Jackie Kennedy (’La prima donna che ho visto nuda, a 10 anni, mentre faceva il bagno”) al continuo abuso di droga, (’Quando morì Martin Luther King ero talmente fatto da non riuscire a capire se la sua morte fosse un bene o un male”), ai piagnistei esistenziali (’Ho trascorso due decenni incespicando tra scuole d’elite, feste hollywoodiane e pronto-soccorsi”). [...]» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 24/11/2005).