MACCHINA DEL TEMPO DICEMBRE 2005, 23 novembre 2005
La missione del futuro: salvare il mare L’IWUR (International Workshop on Underwater Robotics, a Genova dal 9 all’11 novembre), che ha ospitato alcune delle personalità più creative del settore
La missione del futuro: salvare il mare L’IWUR (International Workshop on Underwater Robotics, a Genova dal 9 all’11 novembre), che ha ospitato alcune delle personalità più creative del settore. stato lo spunto perfetto per una rassegna dei robot-capolavoro che prestano servizio scientifico nei sette mari. Il Deep Submergence Laboratory di Woods Hole, il più grande istituto oceanografico d’America, conta su Jason II, ROV sofisticatissimo che opera connesso alla piattaforma Medea (a 6.500 m di profondità), e sull’AUV Abe, un ”esploratore” che monitora i fondali abissali. Il francese IFREMER (Institut Français de Recherche pour l’Exploitation de la Mer) ha a disposizione il ROV Victor 6000, capace di lavorare a una profondità di 6.000 metri per tre giorni, e l’AUV AsterX (3.000 m), varato dal laboratorio di Vincent Rigaud nel 2004. I gioielli del prestigioso MBARI (Monterey Bay Aquarium Research Institute) sono i ROV Ventana e soprattutto Tiburon, un prototipo modulare dalla manovrabilità straordinaria. In Giappone, l’ultimo robot del laboratorio URA dell’UTRC (Underwater Technology Research Center dell’Università di Tokyo) si chiama r2D4 ed è un AUV dalla forma compatta (4,4 m per 1.600 Kg), destinato al monitoraggio delle sorgenti idrotermali e delle zone vulcaniche fino a 4.000 metri di profondità. Più piccolo è l’AUV TRI-DOG, impiegato per gli stessi scopi, ma a minor profondità. Chiude la passerella dei robot sottomarini il sistema integrato composto dall’AUV Infante e dal catamarano robotico Delfim, sviluppato dal portoghese DSORL (Dynamical Systems and Ocean Robotics Laboratory). Il Delfim naviga in superficie sulla perpendicolare dell’Infante, con cui comunica tramite ultrasuoni, e permette così di conoscerne sempre con esattezza la posizione.