MACCHINA DEL TEMPO DICEMBRE 2005, 23 novembre 2005
Dai due metri al metro e sessanta, dagli sci tutti di legno a quelli con microchip, dai colori classici ai disegni a fiorellini: ai piedi degli sciatori la trasformazione non si arresta
Dai due metri al metro e sessanta, dagli sci tutti di legno a quelli con microchip, dai colori classici ai disegni a fiorellini: ai piedi degli sciatori la trasformazione non si arresta. E il mercato dello sci è una continua sorpresa: ogni anno nuovi modelli, nuovi materiali, nuove serigrafie. Un pò per cavalcare la tendenza del momento, un po’ perché la ricerca da parte delle aziende non si ferma mai. La rivoluzione epocale nel mondo dello sci si è avuta quando è esploso il fenomeno carving, ovvero sci più corti e sciancrati. Tutti gli sciatori (o quasi) hanno appeso al chiodo le vecchie ”assi” e si sono messi ai piedi i nuovi modelli. Indistintamente e spesso soltanto seguendo la moda a volte esagerando, senza saper bene quale fosse la differenza o senza capire quale fosse il modello più adatto al proprio livello e tipo di sciata. Gli sci carving hanno comunque gradualmente elevato le prestazioni di atleti e appassionati modificando pian piano la tecnica. cambiata la forma degli sci, con spatola e code più larghe rispetto al centro (sciancratura), è cambiata la lunghezza e c’è stato un adeguamento delle strutture usate. Con la sciata di oggi, infatti, lo sci è sottoposto a maggiori sollecitazioni: a livello torsionale la spatola incide di più, le forze che si distribuiscono dalla punta al centro e dal centro alla coda sono maggiori. Queste geometrie accentuate hanno portato di conseguenza all’utilizzo di materiali più elastici, capaci comunque di garantire una certa rigidità (come il Titanal o il Kevlar). A ciascuno il suo L’altro grande passo fatto in questi ultimi anni è stato definire l’attrezzo in funzione del tipo di utente (uomo, donna, bambino), delle sue caratteristiche fisiche e capacità tecniche. Le aziende sono arrivate così alla personalizzazione del prodotto, uno sci costruito (o quasi) su misura. Per questo i modelli si differenziano in diverse categorie: ci sono gli sci da gigante e slalom riservati ad atleti e agonisti (i modelli da gara), i Race Carve GS e SL (per sciatori di ottimo livello), gli Allround Top Level e gli Allround (sci di ampio respiro, più facili e maneggevoli), i Freeride/All Mountain (con base di appoggio più larga per favorire il ”galleggiamento” e la polivalenza su diversi terreni, come la neve fresca) e i New School (più corti, con doppie punte e caratteristiche che assecondano la sciata ereditata dal mondo dello snowboard e da tutto ciò che è ”street”: quindi le acrobazie su half pipe, sulle ringhiere e le sciate all’indietro). Gli sci di oggi sono studiati per consentire a ciascuno di trovare il proprio modello. La ricerca va in questa direzione e gli sci del futuro saranno sempre più ”ad hoc”, come conferma Roberto Leone, responsabile tecnico della Dynastar, la prima azienda ad aver ideato uno sci pensato esclusivamente per il pubblico femminile (la linea ”Exclusive”): «La tecnologia Autodrive dei nostri modelli è nata per venire incontro alla sciata delle donne, che hanno il baricentro più spostato all’indietro e sono quindi maggiormente arretrate. Siamo riusciti così ad avanzare il centro dello sci e a rendere il gesto tecnico più facile. In generale, l’obiettivo per il futuro è proprio quello di rendere l’attrezzo più leggero e lo sciatore più libero, senza per questo perdere in prestazione». Sci uguale divertimento e libertà: è questa tendenza a dettare le regole. La sciata deve diventare sempre più un gesto armonico e facile, e compito dello sci è renderlo possibile. Anche per questo motivo, oggi le aziende tendono ad offrire il pacchetto completo: sci con attacco integrato. Non è solo una questione di marketing: l’attacco agganciato allo sci tramite binari, o comunque senza più l’uso di viti, porta a una riduzione dei pesi e non blocca lo sci in fase di flessione. L’attrezzo giusto nasce in pista Per cercare di migliorare i modelli e creare lo sci su misura non dobbiamo dimenticare che le aziende lavorano a stretto contatto con atleti, istruttori e maestri di sci. Lo studio di un nuovo attrezzo parte sempre da precisi test che vengono svolti sul campo: i testatori provano lo sci in pista, su nevi diverse, e in condizioni diverse. Ne valutano la tenuta, la rigidità, la scorrevolezza, l’agilità, la capacità di ”perdonare gli errori” (come si usa dire tra gli addetti ai lavori). Un pò come Valentino Rossi fa con la sua moto: un giro e un ritocco qui, poi un altro giro e un’altra aggiustatina là. Nel mondo dello sci uno che ci sa fare è Giorgio Rocca, atleta nazionale che, dopo il bronzo ai Mondiali della scorsa stagione, è la speranza numero uno per le imminenti Olimpiadi di Torino. Abbiamo chiesto a lui qualche opinione sull’importanza della ricerca scientifica e tecnologica nel campo dello sci. «La tecnologia è fondamentale», dice Giorgio, «la continua ricerca e lo sviluppo dei materiali è importantissima. Oggi le aziende di sci e scarponi studiano e progettano con i propri ingegneri i nuovi prodotti e lo sviluppo dei materiali: galleria del vento, continui test, innovazioni tecnologiche sono la normalità. C’è tutto uno studio dietro lo sviluppo degli sci. I test sono importanti, io stesso testo circa 100 paia di sci all’anno». E se lo sci vincente nasce anche in pista, sicuramente è il risultato di un progetto sostenuto da esperienze multiple. «L’arte, la fisica e la chimica tracciano assieme le coordinate per elaborare lo sci tecnologico, capace di migliorare la tecnica sciistica», conferma, in conclusione, Adriano Castiglioni, esperto in processi costruttivi e in materiali.