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 2005  novembre 23 Mercoledì calendario

Una smorfia e l’agente segreto scopre i terroristi Un uomo scruta i passeggeri di un volo di linea: li osserva in volto, spia i movimenti delle mani e del corpo, indugia sui piedi

Una smorfia e l’agente segreto scopre i terroristi Un uomo scruta i passeggeri di un volo di linea: li osserva in volto, spia i movimenti delle mani e del corpo, indugia sui piedi. D’un tratto, il suo sguardo si sofferma su un individuo che - all’apparenza - sorride tranquillo e beato. Quell’individuo va fermato e controllato: probabilmente intende dirottare l’aereo. Sembra la trama di un film americano, e invece è ciò che potrebbe accadere negli aeroporti italiani se il Parlamento approverà anche da noi l’obbligo di volare protetti da un Air Marshal, uno sceriffo dei cieli come quelli che già operano negli Usa e nel resto d’Europa. Unica ma importantissima differenza, nel disegno di legge presentato dal senatore Mauro Fabris: i nostri Air Marshal sarebbero armati non di pistole ma d’intuito e capaci di decodificare comportamenti all’apparenza inoffensivi come un sorriso che nasconde rabbia, stress o paura. Il Colonnello Carlo Alberto Nardone e Gianfranco Grasso (nella foto a destra), titolari a Milano della Delphi Company, un’Agenzia di controllo del Rischio che opera in tutto il mondo e si avvale delle tecnologie d’indagine più sofisticate, hanno già addestrato un gruppo di Air Marshal capaci di intervenire disarmati: «Che le armi da fuoco non siano le benvenute a bordo è incontestabile, perché mettono sotto stress l’equipaggio e i passeggeri», spiegano. «Dunque abbiamo studiato l’addestramento di una figura, il ”passenger analizer”, capace di prevenire dirottamenti, attentati o gesti folli analizzando le espressioni del corpo e del volto di ciascun passeggero prima del decollo. Sono tre i punti su cui è focalizzato l’addestramento del personale. L’analisi del comportamento, le tecniche di negoziazione, la gestione delle situazioni di crisi. In tutto sono previste 900 ore di lezione: 240 di teoria, 390 di pratica e 270 di stage in azienda (un vettore aereo). Molte delle ore di teoria sono dedicate alla psicologia, in modo che gli allievi imparino ad analizzare il comportamento delle persone, fino ad arrivare a prevederne e anticiparne le azioni». Uno dei metodi utilizzati dai professionisti della Delphi Company per smascherare i malintenzionati è il Facial Action Coding System (Facs), un sistema di individuazione delle bugie che registra e analizza ogni singolo movimento facciale. «Ideato dagli americani Ekman e Friesen, il sistema fornisce un metodo di misurazione oggettivo della contrazione dei muscoli facciali, solitamente coinvolti nell’espressione di tutte le differenti emozioni. Dopo aver esaminato quasi cinquemila videoregistrazioni di diverse espressioni, è stato costruito un tabulato dove sono elencate le singole ”unità” facciali coinvolte in un movimento. Sono state inoltre determinate la durata di ogni contrazione muscolare, la loro intensità e le eventuali asimmetrie bilaterali. «Apparentemente il Facs è un sistema descrittivo, ma i suoi tabulati permettono un’anticipazione di quali unità si debbano necessariamente attivare in risposta a una specifica emozione», spiegano Nardone e Grasso. «Per esempio, il sorriso prevede la contrazione del muscolo gran zigomatico, affinché gli angoli della bocca si sollevino, e del muscolo orbicolare dell’occhio, affinché le orbite oculari si restringano. Ma se il sorriso non è autentico, cosa accade? Assistiamo soltanto alla contrazione del muscolo gran zigomatico. Questo non è che un esempio lampante, ma quando si tratta di individuare una bugia, bisogna esaminare i micro-movimenti: come un muscolo che si contrae quando non dovrebbe o, al contrario, che non si contrae affatto pur dovendo; una contrazione troppo breve o, viceversa, troppo lunga; le eventuali asimmetrie tra la parte destra e quella sinistra del volto. Il Facs diventa così un efficace indicatore di bugie, perché rivela tutte le contraddizioni e le inesattezze espressive del volto. Abbinato allo studio degli altri gesti e delle altre contraddizioni corporee diventa un metodo investigativo quasi infallibile per smascherare un passeggero malintezionato». Ammettiamo però che l’Air Marshal non riesca a individuare il soggetto pericoloso prima del decollo. In quel caso, durante il volo e senza pistola, come difenderà i passeggeri dal gesto di un folle che magari brandisce un’arma impropria, ad esempio un frammento di specchio o un vetro di bottiglia? «Durante il corso di preparazione degli Air Marshal italiani, molte delle ore di pratica sono dedicate alle arti marziali», dicono Nardone e Grasso. «In particolare, i nostri uomini sono addestrati da esperti di Krav Maga, la lotta militare israeliana antiterrorismo. Un’ottima tattica per l’autodifesa, il combattimento corpo a corpo e la protezione di altre persone. In caso di pericolo, dunque, il ”passenger analizer” sa trasformarsi in combattente capace di neutralizzare senza armi qualsiasi minaccia». Gli Air Marshal italiani, insomma, sarebbero ottimi cacciatori di bugie e veri angeli custodi dei passeggeri. Ma quando li avremo nei nostri nei cieli? «In Italia, purtroppo, non esiste una cultura della sicurezza», spiegano Nardone e Grasso. «E le compagnie aeree nostrane non hanno voglia di sborsare una cifra minima (qualcosa come tre euro a passeggero per i voli nazionali e cinque per gli internazionali) per avere a bordo un esperto capace di gestire qualsiasi situazioni di crisi. Il disegno di legge del senatore Fabris, che impone la presenza di un personal analizer su ogni volo, giace in Parlamento già da qualche mese. Speriamo bene».