Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  novembre 22 Martedì calendario

Sorrisi Salute settimanale: Piscina. Una bella nuotata in piscina serve a tonificare i muscoli, a recuperare la forma, a liberarsi dallo stress

Sorrisi Salute settimanale: Piscina. Una bella nuotata in piscina serve a tonificare i muscoli, a recuperare la forma, a liberarsi dallo stress. Ma anche a prendere una verruca, a rischiare un’otite, a farsi arrossare gli occhi dal cloro. Insomma, piscina sì o no? "Diciamo di sì, con qualche se e qualche ma", dice il dottor Matteo Moro, infettivologo all’ospedale San Raffaele di Milano. "La piscina nel suo insieme (comprendendo cioè la vasca, il suo bordo, ma anche gli spogliatoi e le docce) è un luogo a rischio perché unisce il clima caldo e umido, ideale per la proliferazione di funghi e germi, ad abitudini igieniche non sempre adeguate". Di qui l’importanza fondamentale di alcune regole semplici semplici, che pure non sempre vengono osservate. Quanti si fanno la doccia prima e dopo ogni tuffo? Quanti indossano regolarmente le ciabattine da piscina? Quanti usano asciugamani diversi dopo la nuotata e dopo la doccia? "Possono sembrare dettagli, ma ciascuna di queste abitudini può evitare spiacevoli inconvenienti". Facciamo qualche esempio: "Il disturbo più comune è il piede d’atleta. Causato da alcuni funghi chiamati dermatofiti, si presenta con una macerazione della pelle tra le dita che provoca dolore. Per sconfiggerlo è necessaria una terapia a base di farmaci antifungini". E poi c’è l’altro tipico spauracchio di chi frequenta le piscine: le verruche, piccole protuberanze della pelle causate dal papilloma virus, spesso dolorose al punto da rendere difficile camminare. "Per eliminarle ci sono due alternative: sostanze cheratolitiche, in grado di eliminare gli strati più superficiali della pelle, o un intervento chirurgico. Sempre che non si voglia aspettare che vadano via da sole, in genere entro un paio d’anni". Ma funghi e germi non colpiscono solo i piedi. Solo per fare un esempio, il batterio Pseudomonas è capace di provocare l’otite. Certo, il cloro abbrevia la vita in acqua di questi microrganismi (che però, in certi casi, possono sopravvivere anche un’ora). Ma lo stesso cloro risulta fastidioso sotto diversi aspetti, primo fra tutti la sensazione di bruciore agli occhi: "Nulla di cui preoccuparsi, comunque, solo un disturbo momentaneo che si risolve con una semplice passata di acqua dolce". Discorso a parte meritano i bambini: "Da una parte richiedono maggiori attenzioni per la loro sicurezza (e non solo per il rischio annegamento), dall’altra sono proprio loro i soggetti più pericolosi. Strano? Non tanto, i più piccoli spesso hanno maggiori difficoltà a trattenere gli stimoli: possono quindi immettere in acqua virus (Salmonella, Cryptosporidium) che possono causare infezioni intestinali. Per questo bisogna evitare assolutamente di deglutire l’acqua o anche solo di tenerla in bocca", conclude Moro.