Sorrisi e canzoni n.47 2002, 22 novembre 2005
Sorrisi Salute settimanale: Onicofagia. Dietro il termine tecnico un po’ oscuro si nasconde uno dei fenomeni più diffusi e conosciuti già dalla tenerissima età: mangiarsi le unghie
Sorrisi Salute settimanale: Onicofagia. Dietro il termine tecnico un po’ oscuro si nasconde uno dei fenomeni più diffusi e conosciuti già dalla tenerissima età: mangiarsi le unghie. Si calcola che almeno 5 italiani su 100 si dedichino a questo passatempo sgradevole e dannoso per la salute delle stesse unghie (infezioni, pus ecc.) e addirittura della mandibola (il movimento del rosicchiare provoca difetti nella masticazione). "Di solito si comincia intorno ai sei anni, ma si può andare avanti fino all’adolescenza e anche oltre", spiega la dottoressa Ada Negri, psicanalista a Genova e presidente dell’Associazione di psicologia analitica e filosofia sperimentale. In effetti, il picco si raggiunge tra i 10 e i 18 anni, quando un adolescente su dieci si rosicchia le unghie. Ma c’è chi non riesce a liberarsi del vizio anche più avanti negli anni. Perché si comincia? "Le cause sono le più disparate", dice la dottoressa Negri, "dalla gelosia nei confronti di un fratellino a una situazione di tensione tra i genitori, fino alle aspettative troppo alte che il bambino avverte su di sé. Per tutta risposta, lui cerca di sfogare l’ansia e l’aggressività che queste situazioni gli provocano, proponendosi inconsciamente come ”agnello sacrificale”". I genitori hanno un ruolo fondamentale: "Scegliere il comportamento giusto può essere decisivo. In certi casi, può addirittura eliminare il vizio". E allora, via libera per esempio a piccoli premi: "Comprargli una videocassetta del suo personaggio preferito o un fumetto che vi chiede da tempo, può contribuire a dissuaderlo dal tormentarsi le dita", dice ancora la dottoressa Negri. Questo non significa, però, eliminare del tutto i rimproveri: "Anche un semplice ’non ti rendi conti che continuando così ti fai solo del male?’ può essere utile a farlo riflettere sull’inutilità del suo comportamento. Senza contare che, così facendo, il bambino si sente trattato come un adulto e si responsabilizza". E se piccoli regali e parole non bastano? "Si può sempre ricorrere ai rimedi specifici che si trovano in farmacia, per esempio gli smalti amari". Ci sono poi comportamenti che genitori accorti dovrebbero evitare: "Anzitutto un atteggiamento ossessivo. Stando troppo addosso al bambino gli si impedisce di imparare a fronteggiare situazioni per lui frustranti. Con la conseguenza di fargli perdere la consapevolezza dei problemi". Stesso discorso per le punizioni troppo severe: "Esagerare con gli atteggiamenti duri e manifestare intolleranza nei confronti del bambino, rischia di essere un ulteriore motivo di disagio oltre a quelli già esistenti che hanno causato il vizio". Da bandire, infine, i trattamenti urto: "Mettere del peperoncino sulle unghie, per esempio, è un atto che sfiora il sadismo e che potrebbe scatenare un problema psicologico molto serio".