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 2005  novembre 22 Martedì calendario

Sorrisi Salute settimanale: Fumo passivo. In Italia c’è un esercito di persone che non fumano, ma sono costrette a convivere in famiglia o al lavoro con almeno un fumatore

Sorrisi Salute settimanale: Fumo passivo. In Italia c’è un esercito di persone che non fumano, ma sono costrette a convivere in famiglia o al lavoro con almeno un fumatore. Sono 14 milioni di individui che detestano sigari, sigarette e pipe, e che pure sono esposte a rischi gravissimi per la propria salute. nata pensando a loro la Giornata mondiale per i diritti dei non fumatori, che il 5 novembre celebrerà la sua terza edizione. Diamo un’occhiata alle cifre. Ogni anno in Italia si registra un enorme numero di vittime da fumo passivo. Sull’entità esatta non c’è certezza: c’è chi parla di 2.500, chi si spinge fino a 8.000 calcolando anche tutte le malattie cardiovascolari e respiratorie conseguenze più o meno dirette del fumo passivo. "Di sicuro c’è il netto incremento, circa il 30% in più, nella percentuale di rischio di tumori al polmone", spiega il dottor Roberto Boffi, pneumologo e responsabile dell’ambulatorio per i danni da fumo dell’Istituto nazionale dei tumori a Milano. "Chi è costretto a vivere o lavorare in un ambiente fumoso va incontro allo stesso tipo di danni degli amanti della sigaretta ed è molto più esposto (di circa il 30%) a patologie tumorali rispetto ai non fumatori". Ma non sono i polmoni i soli organi a rischio. Tutto l’apparato respiratorio e anche le coronarie sono coinvolti: negli ultimi tempi si è verificato un aumento significativo di crisi asmatiche, spesso anche mortali. La vera categoria in pericolo è però quella dei bambini: "Circa il 30% del totale dei fumatori passivi ha meno di 14 anni", dice il dott. Boffi. "Sia nei confronti dei neonati sia verso gli adolescenti, gli effetti del fumo passivo sono devastanti. Prendiamo i più piccoli: se la mamma non è riuscita a sottrarsi alle sigarette altrui durante la gravidanza, il piccolo rischia di nascere prematuro o sottopeso o addirittura con i polmoni non sufficientemente sviluppati. Per non parlare dei cosiddetti casi di ”morte improvvisa” dei neonati per nicotina, un fenomeno diffuso e ormai accertato". Ma come capire se siamo o no fumatori passivi, se abbiamo bisogno di disintossicarci pur senza aver mai tirato una boccata, se è arrivato o no il momento di dire basta ai soprusi dei colleghi di lavoro tabagisti? "Di solito si ricorre al test che misura la quantità di cotinina, ciò che resta della nicotina nelle urine", continua il dott. Boffi, "oppure a quello che controlla il monossido di carbonio nell’aria espirata. Si tratta di due esami semplici che si possono effettuare in ambiente ospedaliero, meglio se nei centri antifumo". I risultati si valutano in "ppm", cioè parti per milione: i fumatori attivi hanno di solito dai 10 ppm in su; quelli passivi dovrebbero non superare i 2 ppm: dai 3 in su, devono cominciare a preoccuparsi.