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 2005  novembre 22 Martedì calendario

Benvenuti al concerto per ali e clarinetto David Rothemberg, 43 anni, clarinettista, compositore, filosofo e ornitologo dilettante, ha pubblicato di recente Why birds sing: a journey into the mistery of bird song (Perché gli uccelli cantano: un viaggio nel mistero del canto degli uccelli)

Benvenuti al concerto per ali e clarinetto David Rothemberg, 43 anni, clarinettista, compositore, filosofo e ornitologo dilettante, ha pubblicato di recente Why birds sing: a journey into the mistery of bird song (Perché gli uccelli cantano: un viaggio nel mistero del canto degli uccelli). Si tratta di un libro sulla sua esperienza di suonatore per e con gli uccelli. Rotheberg ha anche prodotto un cd di musica umana e aviaria, che include un duetto con George, un uccello lira che vive nel Parco nazionale di lamington, nel Queensland (Australia). Tutto cominciò nel marzo 2000, quando l’artista fu invitato a Pittsburgh per suonare il clarinetto con gli uccelli. «Mentre suonavo», racconta, «un uccello, un garrullo schiamazzante cresta bianca, rispondeva per davvero alla mia musica. Possibile che questo volatile stia davvero interagendo con me?, mi chiesi. Stava davvero modificando il suo canto in relazione al mio? Sì, era così! Io suonavo delle note e lui mi accompagnava. Se io cambiavo la nota lo faceva anche lui. Accidenti! Stavo facendo una jam session con un garrulo schiamazzante!». Dopo questa esperienza, ho viaggiato per cinque anni per rispondere a un interrogativo che poeti, filosofi e scienziati si pongono da secoli: perché gli uccelli cantano?». E si è convinto che non lo facciano solo per attirare i partner e proteggere il territorio: «Secondo uno studio del biologo Peter Merrit, un tordo beffeggiatore che cantava meglio degli altri non aveva più successo nell’accoppiamento né un territorio migliore. La maggior parte degli uccelli canori canta più del necessario. vanno avanti senza smettere, anche quando non ne hanno bisogno». Quindi perché cantano? «Credo per la stessa ragione per cui cantiamo noi: perché ne sono in grado. Fa parte della loro essenza. Gli uccelli cantano perché si sono evoluti tanto da farlo. Devono cantare. Charles Darwin, inoltre, ne La discendenza dell’uomo, dedica due capitoli agli uccelli. Darwin dice che gli uccelli possiedono un senso estetico naturale, dice che apprezzano la bellezza ed è per questo che hanno piume bellissime e cantano in modo magnifico. Il biologo evoluzioniste Stephen Jay Gould suggerisce che possia trattarsi di uno ”spandrel”, termine architettonico che indica quegli ornamenti che non hanno in sé una reale utilità, ma che sono frutto della moda. Si domanda, in pratica, se l’evoluzione non potesse produrre cose analoghe». Nel cd allegato al libro, c’è un pezzo particolarmente suggestivo in cui Rothemberg suona il clarinetto accompagnato da un uccello lira battezzato George: «L’uccello lira è straordinario. come un fagiano con una gigantesca coda piumata e un canto estremamente complesso, strutturato come la musica umana, con un inizio, una fase intermedia e una fine. Canta per tutto il giorno, agitando la sua enorme coda sulla testa. Danza al ritmo del suo canto, e il suo canto è composto da suoni presi da altri uccelli: frammenti di richiami, starnazzi, perfino il suono del battito delle ali!».