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 2005  novembre 22 Martedì calendario

CORNACCHIONE

CORNACCHIONE Antonio Montefalcone nel Sannio (Campobasso) 1959. Comico • «[...] ”L’amico sconosciuto del potente Silvio, al quale fa da contraltare con barzellette inascoltabili, e irraccontabili. Del suo amico vuol essere il mentore, l’agenda vivente, il tempo della politica, il difensore non di ufficio, colui al quale non è proprio possibile rinunciare”. Cornacchione deve molto a Berlusconi [...] il suo personaggio è un appuntamento fisso di Che tempo che fa ed ha avuto il suo exploit a RockPolitik, con la gag della sagoma mobile del Cavaliere. La storia di Cornacchione è simile a quella di tanti altri comici di Zelig: una partecipazione a Su la testa con Paolo Rossi, un’altra a Cielito Lindo con Claudio Bisio, un’altra ancora con Aldo, Giovanni e Giacomo e poi il teatro, e poi ancora Zelig Circus, così senza infamia e senza lode. Come tanti altri. Poi arriva l’idea di interpretare il fan di Berlusconi, il Bondi quotidiano del Cavaliere, l’amico del premier. Successo, grandi applausi, riconoscimenti pubblici. [...] Cornacchione è una bella metafora di certa sinistra che vive in funzione di Berlusconi, che esiste perché si oppone a Berlusconi, che lotta per prendere di mira Berlusconi. [...]» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 22/11/2005) • «Prima era l’uomo della strada, senza mezzi, potere, fascino. Un povero perdente. Ora quell’uomo qualunque s’è adeguato. diventato portaborse berlusconiano, accampa tesi tipo: ”Se verranno i comunisti in Italia avremo cinque anni di miseria, terrore, morte e probabilmente uscirà anche l’ultimo disco dei Pooh”, e soffre per l’amato capo. bastato trasformarsi in un ruffiano, facilone, ambiguo e trovare un tormentone, ”Povero Silvio”, per diventare Antonio Cornacchione uno dei comici tv più popolari. [...] ”Sono di Montefalcone, in Lombardia sono arrivato da piccolo. Facevo l’impiegato alla Olivetti che stava al 280 di viale Monza a Milano. Lo Zelig, il cabaret, era al 140. Una mattina mi sono fermato lì per un provino. Non che facessi ridere gli amici, anzi. Ma quella mattina mi son detto, proviamo. Mi hanno preso [...] Nel ”91 Paolo Rossi mi ha preso per Su la testa!. Ho avuto successo, col personaggio del povero sfigato. Da lì son tornato indietro e ho fatto la gavetta, per anni [...] Ho preso le esternazioni di Fede e di altri fedelissimi del Polo e ci ho aggiunto il pianto, il tormentone. Ho solo trasformato un personaggio che assomiglia a tanti italiani in una maschera: l’adulatore del potente di turno” [...]» (Anna Bandettini, ”la Repubblica” 27/12/2005).