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 2005  novembre 13 Domenica calendario

Terapia breve per mali metafisici. Il Sole 24 Ore 13/11/2005. Se il nichilismo è una malattia, come ripetono concordi tutti coloro che ne hanno parlato, vorrei proporne una diagnosi e una terapia

Terapia breve per mali metafisici. Il Sole 24 Ore 13/11/2005. Se il nichilismo è una malattia, come ripetono concordi tutti coloro che ne hanno parlato, vorrei proporne una diagnosi e una terapia. Se applicata con la dovuta attenzione, vedrete, potrete guarire in due minuti e spendendo meno di un euro. La tesi fondamentale del nichilismo è "se Dio è morto, tutto è possibile". Questa frase ha due significati. Primo: se Dio è morto, posso anche comportarmi in un modo moralmente disdicevole, perché non ci sono più valori, posso uccidere le vecchiette, eccetera. Secondo: visto che tutto sommato mi dispiace comportarmi in modo disdicevole, sono afflitto. Ma la frase "se Dio è morto, tutto è possibile" potrebbe anche voler dire: se Dio è morto, 2+2=5 e la Luna è fatta di formaggio. La mia idea è che se non ci fosse stata quella prima negazione del mondo, che agisce sugli oggetti fisici e sugli oggetti ideali, che vengono fatti dipendere dalla volontà del soggetto, non ci sarebbe stato nemmeno il più tardo nichilismo morale, che ne è l’ovvia conseguenza. Di questa circostanza possediamo una prova indiretta ma molto significativa. Le terapie popolari oggi proposte da teocon e atei devoti insistono tutte sul ripristino di valori forti, che a loro volta si appoggiano sulla affermazione di una realtà trascendente. "Realtà trascendente", per i medici popolari, vuol dire che c’è qualcosa là fuori, e che tutto non è semplicemente una costruzione del soggetto. Resta il fatto curioso che spesso la realtà trascendente (cioè eccedente il soggetto e le sue private rappresentazioni) sia identificata con Dio. Ma il richiamo alla legge di natura, che rincalza l’appello, sembra suggerire per l’appunto che non c’è una terapia del nichilismo che possa prescindere da un richiamo al l’esistenza del mondo esterno (e ci mancherebbe altro). Quanto poco sia consigliabile la terapia popolare, in tutto e per tutto simile ai cataplasmi di torba e alle sanguisughe, lo si arguisce tuttavia da questo. Da una parte, nega il relativismo nell’unico ambito (quello morale) in cui è sano e inevitabile. D’altra parte, ammette il creazionismo del Dio biblico, e quindi postula il carattere costruito della realtà fisica. Abbiamo così un assolutismo morale e un relativismo fisico, quando la situazione auspicabile sarebbe per l’appunto un relativismo morale e un assolutismo fisico. La terapia scientifica fa dunque tesoro delle inconseguenze della terapia popolare o superstiziosa. Il mondo esiste tranquillamente al di là delle nostre interpretazioni. Questo possiamo capirlo senza difficoltà considerando il mondo degli oggetti fisici, che occupano un posto nello spazio e nel tempo, e che sono indipendenti da qualunque soggetto così come dalle teorie che il soggetto o la collettività possono formulare in riferimento a essi. Vorrei far notare come, già a questo livello, si possano trarre dei giovamenti morali. Sapere che il mondo fisico non è sulle nostre spalle o, peggio, disponibile nelle storte di qualche dottor Stranamore, è una bella sensazione, proprio come non c’è dubbio che l’idea che l’universo sia il campo di una lotta per la potenza che dagli atomi sale ai microrganismi e finalmente agli uomini era una delle immagini che più deve avere inquietato Nietzsche nella formulazione della ipotesi nichilistica. Può anche essere consolante sapere che, al di là degli oggetti fisici, esistono degli oggetti ideali indipendenti da noi. 2+2=4 non dipende dal fatto che ci siano uomini sulla Terra, e in definitiva non dipende dal fatto che esista la Terra. Anche su questo fronte, dunque, possiamo stare tranquilli, e non c’è alcuna ragione per cedere al nichilismo. Pensare che un Demone onnipotente possa fabbricare le leggi logiche è una iperbole che non merita di essere presa in considerazione per la natura stessa degli oggetti ideali, che diverrebbero semplici costrutti di un soggetto. A questo punto, non restano che gli oggetti sociali. Promesse, scommesse, votazioni, titoli di merito e marchi d’infamia, romanzi d’appendice e capolavori letterari, detti memorabili e barzellette, presidenti del consiglio e cavalieri medioevali, monsignori e professori. Indubbiamente, questi oggetti non possono esistere senza gli uomini e, più esattamente, senza almeno due uomini. Qui i soggetti contano eccome. Il nichilista potrebbe obiettare che anche ammettendo l’indipendenza degli oggetti fisici e ideali rispetto alla nostra volontà, il fatto che ci siano degli oggetti sociali, e che questi oggetti siano talmente importanti per noi può dar luogo al nichilismo: il mondo sociale è un’ombra in mano ai soggetti. Siamo dunque alla fase più delicata della terapia, quella che riguarda più da vicino il nichilismo morale che tanto ci assilla. Quanto può costare una terapia di questo genere? Quanti anni saranno necessari? D’accordo con le più recenti concezioni, sono per una cura rapida (circa 2 minuti) e soprattutto economica. Il nichilista si alza alla mattina e vuol bersi un caffé. Non lo trova nella dispensa, è finito. Se Dio è morto tutto è possibile? l’irruzione del nulla nella vita quotidiana? Non esageriamo: qui abbiamo la prova palese che il mondo fisico va avanti anche senza le nostre teorie: il caffé è finito, e basta. A questo punto, decide di andarlo a prendere al bar, ma si accorge di avere soltanto 20 cent (è uno di quegli studenti nervosi e squattrinati di Dostoevskij). Non può, con la forza del pensiero, trasformare questi 20 cent in 80, ci sarà sempre una differenza di 60 cent. Anche qui, se Dio è morto non tutto è possibile. Scende comunque al bar, ordina il caffé, ed esce. In fondo, dice tra sé, si tratta di una transazione sociale, di una operazione socialmente costruita, sicché almeno in questo caso se Dio è morto, tutto è possibile. Ma ovviamente non è così: il barista gli correrà dietro, e al barista non potrà dire "Se Dio è morto, tutto è possibile". Al massimo: "Me lo segni, per favore, pago domani", sostituendo all’oggetto sociale "pagamento" l’oggetto sociale "promessa di pagamento". A questo punto, certo, dovrà darsi da fare per raggranellare un po’ di soldi ma, a un prezzo decentissimo, sarà guarito dal nichilismo. Maurizio Ferraris