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 2005  novembre 22 Martedì calendario

Per anni (secoli?) nessuno aveva mai sospettato che qualcosa fosse così resistente da vivere in quell’ambiente più ostile di un pianeta sconosciuto

Per anni (secoli?) nessuno aveva mai sospettato che qualcosa fosse così resistente da vivere in quell’ambiente più ostile di un pianeta sconosciuto. Così nessuno aveva mai pensato che il responsabile di tutto fosse un minuscolo batterio... No, non è l’inizio di un romanzo di fantascienza, ma il preludio a una delle scoperte mediche più ”popolari” e note degli ultimi vent’anni, tanto da esser finalmente premiata quest’anno con un meritato Nobel. Il batterio sconosciuto si chiama Helicobacter pylori, vive nello stomaco e causa oltre il 90 per cento delle ulcere duodenali e oltre l’80 per cento di quelle gastriche. Fino al 1982, si pensava che l’ulcera peptica fosse provocata dalla cattiva alimentazione, dallo stile di vita, dallo stress... Oggi, per merito di Berry Marshall e di J. Robin Warren (nella foto sopra), entrambi australiani, «l’ulcera peptica non è più una malattia cronica e invalidante, ma curabile con brevi cicli di antibiotici e inibitori della secrezione acida». Così, infatti, è sottolineato dall’Accademia svedese nella motivazione del premio. Il primo a sospettare il legame tra il batterio e la comparsa di malattie gastriche fu Warren, patologo oggi 54enne. Il medico, infatti, aveva notato che in quasi metà dei pazienti le biopsie mostravano la formazione di colonie batteriche nella parte inferiore dello stomaco. Inoltre, i segni dell’infiammazione erano particolarmente insistenti proprio dove erano presenti i batteri. Partendo da tali esami, Marshall (68 anni) riuscì a coltivare sperimentalmente i microscopici animaletti nei laboratori di Perth, fornendo la prima prova del legame tra l’Helicobacter pylori e tali malattie. La scoperta, sorretta da altri studi internazionali, sperimentazioni e ricerche su volontari (lo stesso Marshall inghiottì un batterio, per dimostrare che aveva ragione), fu davvero epocale. Migliaia, forse milioni di persone in tutto il mondo, che avevano davanti a loro anni e anni di sofferenze senza rimedio, furono guariti in poco tempo grazie alla semplice somministrazione di specifici antibiotici. Fu, senza ombra di dubbio, uno dei risultati più ”pratici” e tangibili della medicina del secolo scorso. Dopo tanta fama (e soldi), ai due scienziati è toccato persino il Premio Nobel.