MACCHINA DEL TEMPO DICEMBRE 2005, 22 novembre 2005
Il ritrovamento di un importante documento in un cottage del Sud della Francia sembrerebbe smentire le teorie in base alle quali Napoleone sarebbe morto avvelenato
Il ritrovamento di un importante documento in un cottage del Sud della Francia sembrerebbe smentire le teorie in base alle quali Napoleone sarebbe morto avvelenato. Si tratta di un certificato datato 5 maggio 1821, scritto, secondo gli esperti, da uno dei sei medici militari inglesi che esaminarono la salma dell’Imperatore francese subito dopo la morte, nel quale si trova la frase: «Il male deve aver causato grandi dolori e sembra essere in una fase molto avanzata». Si torna quindi alla diagnosi originaria del tumore allo stomaco, accreditata anche da alcuni studiosi svizzeri che, studiando 12 paia di pantaloni di Napoleone, hanno stabilito che l’Imperatore perse tra gli 11 e i 15 chili negli ultimi sei mesi di vita. Cadrebbe quindi la teoria dell’avvelenamento basata sulla somministrazione regolare di antimonio, un sale velenoso e privo di colore, mentre l’arsenico presente nei suoi capelli sarebbe invece spiegabile con la sua passione per il vino. A quel tempo, infatti, era abitudine dei vinai pulire recipienti e tini con questo veleno.