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 2005  novembre 21 Lunedì calendario

I romani lo chiamavano tuber, che vuol dire bitorzolo. Nel XII secolo diventò terrae tuffolae, contrattosi nel volgare tartuffole da cui deriva tartufo

I romani lo chiamavano tuber, che vuol dire bitorzolo. Nel XII secolo diventò terrae tuffolae, contrattosi nel volgare tartuffole da cui deriva tartufo. Ma la sua storia affonda le radici in tempi assai più remoti. Le prime testimonianze le fornisce la Bibbia: nella storia di Giacobbe leggiamo che gli egiziani lo preparavano con un rivestimento di grasso d’oca per cuocerlo in una sorta di cartoccio. Galeno, padre della medicina, sosteneva che il tartufo «poteva disporre della voluttà». Di qui la fama afrodisiaca del tubero, ritenuto così efficace che i medici della Roma imperiale lo somministravano agli uomini afflitti da impotenza! Per i botanici, il tartufo è un fungo che vive sottoterra, a forma di tubero, costituito da una massa carnosa detta gleba rivestita da una sorta di corteccia chiamata peridio. Diversi i tipi: il più pregiato e costoso è il Magnatum pico, il tartufo bianco, poi c’è il Melanosporum Vit (tartufo nero), l’albidum (bianchetto), l’aestivum (scorzone). Il tartufo nasce e cresce in prossimità delle radici degli alberi, in particolare ama il pioppo, il tiglio, la quercia e il salice. Il colore, il profumo e il sapore dipendono proprio dal tipo di albero col quale cresce. La forma, invece, dipende dalla friabilità del terreno: più è soffice e più il tartufo si presenta liscio. Il tartufo cresce a circa 20 centimetri di profondità, la stagione di raccolta va dalla tarda estate agli inizi dell’inverno. Può avere un peso che varia dai 30 ai 100 grammi, raro ma non impossibile trovare tartufi di diversi etti e, in casi rarissimi, di un chilo. Uno dei più grandi del mondo, 2.520 grammi di tartufo bianco, fu trovato il 26 ottobre 1954 e donato all’allora presidente degli Stati Uniti Eisenhower.