Varie, 21 novembre 2005
LANG
LANG LANG Shenyang (Cina) 14 giugno 1982. Pianista • «[...] Una carriera iniziata ad appena tre anni, avvinto a quello che la giovane star di Shenyang definisce ”il prolungamento del suo corpo”: il pianoforte. Negli Stati Uniti, dove Lang Lang si è trasferito, dividendosi tra Philadelphia e Pechino, musicisti come lui li chiamano budding artists, artisti in erba. La sua, in ogni caso, cresce in fretta: è il primo pianista cinese a essere stato ingaggiato dalle filarmoniche di Berlino e di Vienna e da tutte le ”big five”, le cinque maggiori orchestre americane. [...] ”Da bambino’racconta’ sono stati fondamentali per me Bach, Mozart e Chopin. Poi sono arrivati Ciaikovsky, Beethoven, Debussy e, infine, Schumann, Haydn. E Rachmaninov: alcuni lo ritengono uno showman popolare e non un grande compositore. Per me è un musicista vero: nulla di ciò che ha scritto è improvvisato”. L’astro di Lang Lang si è acceso ad appena 17 anni: su segnalazione di Isaac Stern sostituì all’ultimo minuto l’indisposto André Watts al Ravinia Festival del 1999, nel Concerto di Ciaikovsky con la Chicago Symphony e Christoph Eschenbach. Da lì, l’impennata che lo portò nel 2001 alla Carnegie Hall con Temirkanov. ”Alla Carnegie Hall ho suonato anche con mio padre, un grande musicista di strumenti musicali della tradizione cinese: insieme abbiamo realizzato un dvd. Ci confrontiamo sulla musica”. Il motto di Lang Lang è: ”Credi in te stesso e agisci”. Quando nel 2001, dopo i successi occidentali, tornò a esibirsi in Cina, erano in 8000 alla Gran Sala dell’Assemblea del Popolo di Pechino ad ascoltarlo. Nella vita, Lang Lang è un cinese glam: ”Vesto Armani, Versace. Gli stilisti italiani sono i migliori. importante avere un buon look per raggiungere i giovani che sentono distante lamusica classica”. Nei ritagli di tempo, tra un concerto e l’altro, si ricorda di essere un ragazzo anche lui: gli piace il ping pong, il cinema, il football, va per musei e, con gli amici, in discoteca a ballare. Non fuma e non beve: ”Non perché sia un salutista’precisa’ma perché non mi piace” [...]» (Valeria Crippa, ”Corriere della Sera” 21/11/2005).