MACCHINA DEL TEMPO OTTOBRE 2004, 21 novembre 2005
Sullo schermo si vedono segmenti colorati capaci di muoversi con l’armonia di un essere umano. Possibile? «Sì, perché sono proprio corpi umani a generare quei movimenti» spiega Manuela Galli, ingegnere del Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano e responsabile tecnico del laboratorio della casa di cura San Raffaele Pisana, Tosinvest Sanità Roma (il responsabile clinico del laboratorio è il professor Giorgio Albertini)
Sullo schermo si vedono segmenti colorati capaci di muoversi con l’armonia di un essere umano. Possibile? «Sì, perché sono proprio corpi umani a generare quei movimenti» spiega Manuela Galli, ingegnere del Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano e responsabile tecnico del laboratorio della casa di cura San Raffaele Pisana, Tosinvest Sanità Roma (il responsabile clinico del laboratorio è il professor Giorgio Albertini). «Il tutto grazie a una nuova tecnologia a sistemi cosiddetti optoelettronici, utilissima per rilevare le patologie motorie» continua Galli. «Nel 1997, la casa di cura San Raffaele Pisana ha stipulato una convenzione con il Politecnico di Milano per l’acquisizione di questa tecnologia. Da allora l’ha sperimentata su duemila pazienti». Ma come funziona? «L’apparecchiatura misura le coordinate tridimensionali dei marker, pallini di materiale catarifrangente applicati sul corpo del soggetto in movimento. In parole povere, trasforma in virtuali i movimenti reali» spiega Galli. «L’obiettivo è quello di fornire, del movimento, una misura quantitativa, tridimensionale e multifattoriale. Tridimensionale perché la misurazione viene realizzata nello spazio. Multifattoriale perché si riferisce alla cinematica del movimento (angoli, velocità, accelerazione), alla dinamica (la misura dello scambio di forze al terreno durante il movimento), all’attivazione muscolare (rilevando muscoli attivi e non attivi). Quantitativa perché quantifica il movimento: ad esempio se in ambito clinico abbiamo un bambino con la spasticità detta ”appoggio in equino” (perché costringe il bimbo a camminare in punta di piedi), questa tecnologia rileva di quanti gradi il piede è in equino». Il sistema è molto utile per monitorare la limitazione motoria conseguente a determinate patologie e per valutare l’efficacia dei trattamenti riabilitativi effettuati (farmaci, chirurgia, utilizzo di ”ortesi”, particolari scarpe...). Gli ambiti di applicazione, tuttavia, sono molteplici. «Di recente abbiamo svolto un esperimento con un balletto intitolato ”Possession”, allestito utilizzando un sistema della ditta Bts Spa di Milano» continua Galli. «Lo spettatore poteva assistere a due movimenti in contemporanea: quello reale, del danzatore, sul palcoscenico, e quello virtuale, animato dallo stesso danzatore, sullo schermo. Una vera coreografia tridimensionale!».