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 2005  novembre 21 Lunedì calendario

Che cos’ha la Gioconda di Leonardo sulla mano sinistra? «è la domanda che m’è venuta meglio», dice Filippo Maraffi, da 12 anni autore unico dell’edizione italiana del Trivial Pursuit

Che cos’ha la Gioconda di Leonardo sulla mano sinistra? «è la domanda che m’è venuta meglio», dice Filippo Maraffi, da 12 anni autore unico dell’edizione italiana del Trivial Pursuit. Milanese, 49 anni, Maraffi ha dato alla luce una quarantina di edizioni di uno dei giochi da tavolo più diffusi nel mondo, che nel 2004 festeggia 20 anni. Come ha cominciato? «Dodici anni fa avevo un Bulletin Board System dedicato ai giochi. Erano 3 linee telefoniche collegate a un computer, in pratica una banca dati a cui tutti potevano connettersi per scaricare le soluzioni di diversi giochi. Il caso ha voluto che tra gli affezionati ci fosse anche un dirigente di Hasbro, casa distributrice di Trivial Pursuit, che m’ha proposto di rivedere le bozze dell’edizione di allora. Le ho corrette ma ci ho anche messo del mio. Il giorno dopo (mi ricordo, era un giovedì...) mi ha chiamato un dirigente di Londra che, in italo-inglese, mi ha chiesto 60 domande nuove. Gliele ho spedite e mi hanno preso subito». Dove trova gli spunti per le domande? «Enciclopedie, libri, posti che vedo, persone che incontro... Per fortuna, poi, oggi ci sono Internet e i cd-rom, che mi permettono di verificare in tempo reale tutto quello che scrivo. Un notevole risparmio di tempo. Considerando che per un’edizione da 600 domande serve circa un mese di lavoro». Terminata un’edizione, a chi la invia? «Prima di tutto chiamo i miei amici e organizzo un partitone. I loro consigli mi sono utilissimi per correggere eventuali domande, per aggiustare il tiro... Dopodiché invio l’edizione direttamente alla casa editrice di Trivial Pursuit, la Horn Abbot International, che si trova a Barbados (già, a Barbados. Vi lascio immaginare lo spasso quando, proprio lì, hanno fatto la convention di tutti gli autori del mondo!). Il bello è che là non conoscono l’italiano. Si fidano di me, come degli altri autori: impaginano le domande e me le rimandano per la revisione delle bozze. Io do l’ok e l’edizione va in stampa». Un bell’impegno... «Abbastanza. Ma non mi impedisce di dedicarmi ai miei cani e ai miei gatti. Già, perché sono un veterinario. Per fortuna, quando sono immerso nelle domande, posso chiedere a mia moglie, anche lei veterinaria, di lavorare un po’ di più al posto mio. E poi c’è il complesso jazz che ho messo su con un gruppo di amici. Io suono la chitarra ritmica. L’ultima serata è stata al Teatro Dal Verme, a Milano, davanti a 1.000 persone». Sempre in movimento! «Beh, se no sarebbe una pizza! E poi così mio figlio Giorgio, di 8 anni, non si annoia mai. Lui, insieme a mia moglie, è un fidato aiutante. Quando ho preparato Trivial Junior, la versione per i bambini, gli leggevo tutte le domande, per capire se potevano andare bene». Qualche versione a cui è affezionato... «Ne ho fatta una dedicata alla cucina, che è la mia passione. Un’altra sugli anni Ottanta, davvero divertente. E poi ci sono state diverse edizioni per le aziende: come quella per Colgate, con una categoria di domande tutte dedicate ai denti. O quella per Birra Moretti, su calcio e birra. O quella per i gialli Mondadori, incentrata sui thriller. Adesso poi c’è l’ultima, in uscita a settembre, per il ventennale: ci sono solo domande che riguardano gli anni dal 1984 al 2004». Le domande che non mancano mai? «C’è sempre qualcosa sui Rolling Stones, la colonna sonora della mia vita, e qualcosa su Sigourney Weaver, la mia attrice preferita». Una critica e un complimento... «Un’insegnante ha criticato una domanda in cui dicevo che merluzzo e nasello sono lo stesso pesce. Le ho risposto inviandole la pagina di una prestigiosa rivista di cucina da cui avevo preso l’informazione. Il complimento? Il fatto che da 12 anni gli amici che giocano a Trivial mi svegliano nel cuore della notte per chiedermi le risposte esatte: vuol dire che si divertono davvero... A proposito, se ancora non vi fosse venuto in mente: la Gioconda, sulla mano sinistra, ha la mano destra».