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 2005  novembre 21 Lunedì calendario

Tutto cominciò a Titusville nel 1859 Se non ci fosse stato il petrolio, probabilmente le sorti della Seconda guerra mondiale sarebbero state diverse

Tutto cominciò a Titusville nel 1859 Se non ci fosse stato il petrolio, probabilmente le sorti della Seconda guerra mondiale sarebbero state diverse. Il Giappone, che dipendeva dagli Stati Uniti per i rifornimenti, provò, infatti, a invadere le Indie Olandesi (oggi Indonesia) ricche di giacimenti. La risposta di Usa e Gran Bretagna non si fece aspettare: l’embargo per i rifornimenti di petrolio a cui l’impero del Sol Levante reagì attaccando la flotta americana a Pearl Harbor senza però colpire le scorte di greggio che c’erano sull’isola. Questo consentì alla flotta americana di restare nel Pacifico e passare all’offensiva. E se non fosse stato scoperto il petrolio in Arabia Saudita, in Iraq e in Iran negli anni Trenta la storia del mondo avrebbe preso un’altra piega. E ancora: se non ci fosse il petrolio nel Caucaso, probabilmente la guerra russo-cecena non sarebbe mai scoppiata. Attenzione, però: petrolio non vuol dire solo guerra e destabilizzazione mondiale. Questa nuova fonte di energia ha contribuito, in poco più di un secolo e mezzo, a cambiare in positivo la nostra vita. E con una velocità impressionante. Se il contributo fornito dal petrolio a tutta l’energia consumata nel mondo era pari ad appena il 16% nel 1930, nel 1960 la quota-petrolio era già salita al 35% e superava il 50% nel 1970. La storia dell’ oro nero comincia il 27 agosto 1859 a Titusville, Pennsylvania, dove viene scavato il primo pozzo. In meno di due anni di pozzi ce ne saranno oltre 340 in tutti gli Stati Uniti. Con il petrolio nascono anche le prime grandi corporation: nel 1870 J.D. Rockefeller iscrive al registro delle imprese la Standard Oil, quella che diventerà la Exxon, la più grande compagnia petrolifera del mondo. L’utilizzo del petrolio come fonte energetica si impone rapidamente grazie alla sua reperibilità e al suo basso costo. Si tratta di una vera e propria rivoluzione energetica, ma anche di una rivoluzione geopolitica. Il baricentro del mondo si sposta: se la prima rivoluzione industriale era stata una rivoluzione soprattutto europea, che aveva visto come protagonisti i Paesi con grandi possedimenti carboniferi (Inghilterra, Germania e Francia), nell’era del petrolio il centro dello sviluppo industriale ed economico si sposta verso il continente americano e poi verso il Medio Oriente. Ed è proprio in quest’area che si aggrovigliano tutti i nodi politici del mondo di oggi. Nel 1973, con la prima crisi petrolifera, conseguenza della guerra tra Egitto ed Israele, si inizia a capire che il petrolio non è una risorsa illimitata. A questa prima crisi ne segue una seconda, nel 1979, quando i Paesi produttori riducono le forniture di greggio e spingono il prezzo del barile da 11 a 40 dollari (prossimo al prezzo attuale). Le crisi petrolifere evidenziano la vulnerabilità delle economie dei Paesi industrializzati. Vulnerabilità che le notizie che arrivano ogni giorno dall’Iraq non fanno che accentuare. Da un lato, la causa è da cercarsi nell’arresto di una gran parte della produzione irachena e nei timori di interruzione di approvvigionamento da parte di altri Paesi produttori come Norvegia e Venezuela, a causa di problemi politici e rischi di scioperi. Dall’altro lato, c’è un problema di natura più strutturale legato a domanda e offerta. Il livello dei consumi di petrolio, infatti, è molto elevato a causa della fase di poderosa industrializzazione dei Paesi asiatici ed in particolare della Cina. La domanda di petrolio mondiale è in forte crescita mentre le capacità di produzione stentano ad aumentare e le capacità produttive inutilizzate di greggio sono ai minimi degli ultimi decenni. Si paga oggi il conto (salato!) di un sottoinvestimento cronico in infrastrutture a causa di un prezzo del petrolio per lungo tempo troppo basso e a causa della miopia dei grandi gruppi petroliferi. Negli ultimi 20 anni, per dire, non è stata costruita nessuna nuova raffineria negli Stati Uniti e ci vogliono almeno due anni per inaugurarne una. Secondo un rapporto della Total un picco nella produzione massima mondiale di petrolio potrebbe essere raggiunto nel 2020 (non è quindi cosi distante!). Mentre altri studi stimano che, ipotizzando la domanda ai livelli attuali, gli anni di consumo di petrolio disponibili siano appena 35. Manuela Maccia Resp. investimenti Italia Bnp-Paribas Asset Management