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 2005  novembre 20 Domenica calendario

MURTHA John. Nato a New Martinsville (Stati Uniti) il 17 giugno 1932. Politico. «In comune con Michel Moore [

MURTHA John. Nato a New Martinsville (Stati Uniti) il 17 giugno 1932. Politico. «In comune con Michel Moore [...] ha solo il debole per la buona cucina e qualche chilo di troppo. Eppure George W. Bush non ha esitato a paragonare l’anziano deputato della Pennsylvania, ex veterano del Vietnam ed ex colonnello in pensione con 37 anni di carriera, all’odiato regista di Fahrenheit 9/11. I suoi ministri e compagni di partito hanno definito l’eroe dei Marine ”codardo”, ”traditore”, ”alleato dei comunisti”. [...] La tesi di Murtha: i circa 160.000 militari americani in Iraq sono diventati vittime di un tiro al bersaglio continuo, contro cui non possono difendersi. Stanno andando al macello per una causa che, a suo giudizio, è ostacolata proprio dalla loro presenza in Iraq. ”Appena possibile, facciamoli ritornare” dice. Se a dire le stesse cose fossero stati Ted Kennedy, Robert Wexler o Jerrold Nadler, tre liberal di ferro, nessuno avrebbe battuto ciglio. Ma l’ex pluridecorato Marine che ha combattuto in Corea e in Vietnam è uno dei democratici più conservatori e guerrafondai di Washington da quando è stato eletto, nel 74. Come leader democratico della Sottocommissione della Difesa che decide il budget militare, ha sempre avuto un pugno di ferro. Dalle operazioni dell’Amministrazione Reagan in America Centrale alla Guerra del Golfo, dal diritto dei cittadini a girare armati alla tesi dell’attacco preventivo in Iraq, Murtha ha votato regolarmente a fianco dei repubblicani, spesso contro il proprio partito. Ma che la guerra di Bush Jr. non gli andasse a genio si era già capito alle ultime elezioni presidenziali, quando, a sorpresa, tifò per Howard Dean: l’unico candidato apertamente pacifista. Le critiche del presidente Bush e del suo viceDick Cheney non lo scalfiggono. ”Mi piacciono quei tipi che a forza di rinvii non hanno combattuto un solo giorno in vita loro - ringhia - Ma poi hanno il coraggio di criticare noi che la guerra l’abbiamo fatta. [...] A farmi cambiare idea sono state le settimanali visite agli ospedali militari gremiti di feriti con orrende mutilazioni” ha detto Murtha, la voce rotta dalle lacrime. [...] ”un giovane che in Iraq ha lasciato un occhio ed entrambe le mani, ma il Pentagono si è rifiutato di dargli una medaglia al valore perché le ferite erano state causate da fuoco amico. Ho incontrato il suo comandante e gli ho detto: gli darò una delle mie medaglie, se non lo fate voi. Alla fine sono stati costretti a chiedergli scusa”» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 20/11/2005).