La Repubblica 18/11/2005, pag.43 Walter Galbiati,Ettore Livini, 18 novembre 2005
Alla Samp lo scudetto dell´efficienza. La Repubblica 18/11/2005. Milano. Lo scudetto alla Sampdoria, insidiata fino all´ultima giornata da Livorno e Reggina
Alla Samp lo scudetto dell´efficienza. La Repubblica 18/11/2005. Milano. Lo scudetto alla Sampdoria, insidiata fino all´ultima giornata da Livorno e Reggina. Retrocessione per Milan, Roma e Inter. Se la Serie A fosse un torneo finanziariamente virtuoso, dove la vittoria è assegnata incrociando i risultati sul campo e quelli di bilancio, la storia del Campionato 2004-2005 andrebbe completamente riscritta. La Juventus, vincitrice per gli annali ufficiali davanti al Milan, sarebbe a un passo dalla serie B, visto che i bianconeri hanno "speso" tra stipendi e costi di gestione ben 2,9 milioni di euro per ogni punto conquistato in partita. Mentre in testa alla graduatoria veleggerebbe la pattuglia delle piccole (vedi tabella qui sotto), con i blucerchiati a tirare la volata con un "conto" di 390mila euro a punto. Malgrado i timidi segnali di risanamento dell´ultimo esercizio, del resto, i conti dei big del calcio italiano faticano ancora ad adeguarsi al clima di austerity. Certo Roma e Lazio, grazie agli accordi con il fisco e ai tagli ai costi (i biancazzurri hanno dimezzato gli stipendi), sono miracolosamente tornate in attivo. Ma il loro esempio non ha contagiato le milanesi, dotate di presidenti più disposti a metter mano al portafoglio. La maglia nera spetta come tradizione all´Inter. Le perdite del 2004-2005 portano a 500 milioni di euro (mille miliardi del vecchio conio) il buco scavato nell´era Moratti. E quest´anno ad appesantire i conti dei nerazzurri ci sono addirittura non solo i soldi spesi per comprare giocatori ma anche quelli pagati per mandarli via: in tutto 27 milioni, sborsati per "chiudere" i contratti con i tanti allenatori ancora a libro paga e i campioni (o presunti tali) ceduti prima della scadenza di contratto. Il Milan invece, per la prima volta da un po´ di anni, è riuscito a limare il monte-stipendi. Una magra consolazione per Silvio Berlusconi (che per i rossoneri ha speso 240 milioni in 10 anni) visto che il miglioramento si spiega in buona parte con il mancato pagamento dei premi per lo scudetto e la Champions´ League, competizioni che l´anno scorso hanno riservato più di un´amarezza alla squadra di Carlo Ancelotti. La voglia di rivalsa di Firenze e dei Della Valle ha lasciato invece il segno nei conti dei viola, che riaffacciandosi alla Serie A non hanno badato a spese raddoppiando i costi e triplicando i debiti. Con risultati sul campo, per ora, che rendono meno gravoso lo sforzo finanziario. Debiti alle stelle pure per l´Udinese, anche se la costosa campagna acquisti del presidente Pozzo ha regalato ai friulani la partecipazione alla Champions´ league. Un sogno per i tifosi e un toccasana per i conti, che quest´anno beneficeranno di un boom delle entrate per i biglietti e i diritti tv del torneo europeo. I conti delle piccole sono un´altra storia e il motivo è semplice: hanno molti meno soldi dei big. Juventus, romane e le milanesi hanno speso nel 2004-2005 1.100 milioni, più del doppio di tutte le altre 15 squadre di Serie A. La Cenerentola su questo fronte è il Treviso che l´anno scorso (quando però era in B) ha pagato stipendi per 4,4 milioni contro i 140 incassati dai giocatori dell´Inter. Chi ha pochi quattrini, però, finisce per gestirli meglio. Così il Chievo del presidente Luca Campedelli si conferma il solito miracolo economico con i suoi 11 milioni di utile senza operazioni straordinarie. In attivo senza acrobazie finanziarie hanno chiuso – spesso vendendo a peso d´oro i loro pezzi migliori – anche Lecce, Empoli, Ascoli e Livorno. Walter Galbiati,Ettore Livini