varie, 18 novembre 2005
Tags : Tilda Swinton
SWINTON Tilda Londra (Gran Bretagna) 5 novembre 1961. Attrice. Nel 2007 Oscar come non protagonista per Michael Clayton • «[
SWINTON Tilda Londra (Gran Bretagna) 5 novembre 1961. Attrice. Nel 2007 Oscar come non protagonista per Michael Clayton • «[...] regina del glamour nel mondo del cinema (ha lavorato con la Royal Shakespeare Company, prima di approdare al grande schermo) [...] Di famiglia aristocratica, cresciuta in un castello del XIX secolo, università frequentata insieme alla futura principessa Diana, Tilda (diminutivo di Matilda) ammette di vivere una doppia vita: quella cinematografica che la porta in giro per il mondo, e quella di moglie (del pittore John Byrne) e madre di due gemelli, Xavier e Honor [...] nella tranquilla campagna nel nord della Scozia. Non ha paura delle sfide più azzardate: [...] poco dopo essere diventata famosa con Orlando di Derek Jarman, si è lasciata mettere in mostra in una scatola di vetro per una settimana, otto ore al giorno, nella Serpentine Gallery di Londra, e l’anno dopo a Roma. [...] ”[...] Non c’è niente di peggio per un attore che recitare un film tratto da un libro amato. Come mi è successo in Orlando, tratto dal mio libro preferito di Virginia Woolf: avevo un rapporto così personale con quel romanzo che fare quel film è stato come commettere un adulterio. [...] Ho un aspetto peculiare, lo so. Ma il vantaggio è che di rado ho bisogno di make-up. Ma è solo la carnagione, a volte la parola: dentro sono molto terrena e fin troppo umana [...] Adoro l’America e il suo effervescente cinema indipendente. Io fiorisco accanto a intelligenze, non importa di che paese siano. Mi accendo con gente come Jarman, con cui girai film come War Requiem, Edward II e Wittgenstein: in pratica lavoravo solo con lui a cavallo degli anni ”80 e ”90. Con Derek chiacchieravamo ore in cucina su argomenti filosofici per poi dirci: ”Dai, facciamo un film su questa conversazione!’. Mi piacciono gli autori fuori dai canoni come Jarmusch, girare con uno come lui ti fa sentire un’artista, ti costringe a essere creativa [...] Spesso mi arriva per posta una sceneggiatura su un soggetto o un’idea a cui stavo pensando proprio in quel momento. Ho fatto Young Adams perché in quel periodo riflettevo sull’idea di una donna che si abbandona al proprio senso erotico. E quando mi è arrivato The Deep End pensavo a cosa è disposta a fare una madre per i suoi figli. Narnia è stata un’eccezione: non stavo pensando alle streghe, anche se il male ci circonda ovunque, e dobbiamo difenderci”. [...] entrò nella Royal Shakespeare Company ma se ne andò appena un anno dopo. Perché? ”Non mi piacciono le istituzioni accademiche e professionali. Era come se fossi entrata a far parte della Ibm. Non mi andava di frequentare una scuola drammatica come non mi era piaciuto frequentare l’università. Non avevo voglia di studiare, volevo recitare e basta”. Fu quando incontrò Jarman? ”Sì, e lui mi indirizzò al cinema scegliendomi per sette dei suoi film, per lo più muti e improvvisati. difficile per me immaginare il cinema se non avessi lavorato con lui in quel modo. Perché lui ci faceva funzionare come una sorta di laboratorio in cui ognuno di noi della troupe - l’attore, il costumista, lo scenografo - veniva trasformato in cineasta”. [...] è una militante di sinistra. Il cinema può fare politica? ”Tutto è politica, il pubblico e il privato, l’arte e la scienza. impossibile pensare di non avere una vita politica. Il cinema è un mezzo sociale e dunque politico [...] Da brava scozzese che vive in Scozia, trovo bellissima l’idea di avere il nostro parlamento. Tutto in Scozia si divide tra calvinismo e passione. Tutto è soggetto a discussioni aperte e appassionate. Fa freddo fuori, ma siamo caldi dentro, basta andare a vedere una partita di calcio fra Celtic e Rangers per rendersene conto. E questo riconduce a una tradizione molto sana e molto lirica, di cui io penso di essere il tipico prodotto di esportazione”» (Silvia Bizio, ”L’espresso” 24/11/2005).