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 2005  novembre 18 Venerdì calendario

Un discorso a parte è quello delle uova. Ne affiorano soprattutto in Cina, Mongolia, India e nelle pianure degli Usa

Un discorso a parte è quello delle uova. Ne affiorano soprattutto in Cina, Mongolia, India e nelle pianure degli Usa. 220 i siti conosciuti. Le uova sono di tutti i tipi: fusiformi (oviraptor) o simili a grosse angurie come quelle cinesi, lunghe 8-9 cm o mezzo metro. Il guscio è quasi sempre molto sottile, cosa che potrebbe aver contribuito all’estinzione dei dinosauri quando, nel Cretacico inferiore, l’ossigeno atmosferico è sceso dal 35 al 28% nel giro di 5 milioni di anni. I cinesi le usano come fermaporta o, triturate, come medicinali. Altri ne hanno fatto la ragione scientifica della loro vita. Terry Manning, esperto britannico di tecniche paleontologiche e promotore, qualche anno fa, del ”Dinosaur Egg and Embryo Project”, è entrato in possesso di una sessantina di uova cinesi, alcune contenenti ancora un embrione. «Si tratta di casi fortunati» spiega «in cui il guscio, pur essendosi incrinato per cause accidentali, non ha fatto uscire il contenuto. Le uova sono sprofondate nel terreno prima d’iniziare a decomporsi, si sono riempite di calcite (che favorisce il processo di fossilizzazione) e sono giunte fino a noi». Dopo aver cercato di aprirle con mezzi piuttosto invasivi, Manning ha messo a punto un sistema che decompone il materiale in cui sono incluse, erodendo lentamente il guscio. «Le uova vanno immerse per più di un mese in una soluzione acida» precisa lo studioso «che corrode una frazione minuscola della superficie. Quando compaiono le ossa dell’animale, bisogna saturarne l’interno con particolari sostanze, per impedire a eventuali bolle gassose intrappolate all’interno di farle scoppiare». Ci vuole molta attenzione e molto tempo: per preparare un uovo Manning può impiegare addirittura un anno.