MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2004, 18 novembre 2005
Dario Fo: «Niente. Anzi ricordo con tenerezza slanci, generosità, affettuosità, i sacrifici enormi fatti per farmi studiare, la loro sofferenza per le mie preoccupazioni»
Dario Fo: «Niente. Anzi ricordo con tenerezza slanci, generosità, affettuosità, i sacrifici enormi fatti per farmi studiare, la loro sofferenza per le mie preoccupazioni». Santacroce: «Uomini e donne dimenticano troppo spesso di essere genitori. Il rapporto con i figli è, deve essere, un continuum». Ravera: «Molte cose. Non sopporto che non siano mai stati capaci di mettersi dalla parte dei figli, dalla mia parte. Io, come madre, l’ho sempre fatto. Come ho detto prima, avevano le capacità intellettuali per farlo. Anche per questo mi è stato difficile perdonarli». Tiziano Scarpa: «Io i miei genitori devo solo ringraziarli. Come tutti quelli che hanno trascorso la giovinezza fra gli anni Venti e Trenta hanno avuto una vita durissima, stroncata dalla guerra. Tutti e due venivano da famiglie povere, ma avevano un rapporto vitale, non accademico con la cultura. Mi hanno sempre capito, anche se non è stato facile per loro digerire la mia iscrizione a Lettere». Melania G. Mazzucco: «Anche gli errori dei genitori sono importanti per la nostra crescita, le loro ansie, le loro aspettative, quello che pretendono dai figli. Se uno nella vita diventa una persona autonoma, non può aver niente da rimproverare ai suoi genitori». Lo psicologo «Sia da piccoli che da grandi i figli chiedono sostanzialmente sempre affetto e dialogo» risponde Elisabetta Scala, pedagogista del Moige (Movimento Italiano Genitori). «I piccoli hanno più bisogno di baci e carezze, gli adolescenti di attenzione. Gli psichiatri ritengono sani gli scontri genitori-figli dell’adolescenza: è la fase in cui si forma la personalità, c’è bisogno del conflitto. Però, con le loro continue richieste, i figli mettono alla prova i genitori per capire fino a che punto si possono spingere. Un genitore, quindi, sbaglia se asseconda tutte le pretese».