Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  novembre 18 Venerdì calendario

Fo: «Perderli è stato un grande trauma. Ma l’ho vissuto con serenità. Non hanno sofferto e avevano i figli vicino

Fo: «Perderli è stato un grande trauma. Ma l’ho vissuto con serenità. Non hanno sofferto e avevano i figli vicino. Se ne sono andati nello stesso anno, il 1987, a distanza di sei mesi l’uno dall’altro. Papà, prima di morire, ingaggiò una banda che suonasse per tutto il tragitto le marce dei partigiani delle valli. Il buffo fu che tra le bandiere rosse, la gente, gli anarchici, arrivò un altro funerale, quello dello scrittore Piero Chiara, anche lui uomo di sinistra. La gente si unì al corteo di mio padre pensando che fosse quello di Chiara. Poi quando arrivò da Varese il feretro di Chiara, al suo funerale non c’era nessuno». Ravera: «Per mia madre la morte sarebbe una liberazione: è paralitica, ma cosciente. Mio padre la ama e non vuole abbandonarla un solo istante. La cosa triste è questa: mia madre è lucidissima, ma è stata abbandonata dal corpo, mio padre sta svaporando, ed è perfettamente sano nel fisico». Scarpa: «Un vecchio adagio dice: ”Si scrive solo dopo la morte del padre”. vero e falso. Quando si comincia a scrivere si fa morire la legge del padre, l’autorità. Ma Bernard ha anche detto: ”Mio padre, l’inventore della mia morte”. La persona che ti ha dato la vita è la stessa che in definitiva ti ha consegnato alla morte». Lo psicologo «Il bambino a cui muore un genitore» spiega la psicanalista Maria Chiara Risoldi «è colpito in una delle sue certezze assolute: papà e mamma sono immortali. giusto dirgli allora, magari, ”papà adesso è in viaggio” perché il bambino non è in grado di comprendere il concetto di ”fine”. Da adulti la morte di un genitore fa cadere l’ultimo schermo, ci annuncia che i prossimi saremo noi. Gli adolescenti stanno sul crinale tra le due condizioni. I ragazzi che appaiono freddi al funerale dei loro genitori cercano d’imitare un distacco che credono tipico degli adulti».