MACCHINA DEL TEMPO NOVEMBRE 2004, 18 novembre 2005
Questo signore che tiene stretta la nostra rivista si chiama Richard Garfield. è stato lui, una dozzina di anni fa, a inventare Magic
Questo signore che tiene stretta la nostra rivista si chiama Richard Garfield. è stato lui, una dozzina di anni fa, a inventare Magic. Professore di matematica con la passione dei giochi, ha passato l’adolescenza tra scacchi, poker, giochi di ruolo e computer. Lui però, i giochi migliori se li è sempre fatti da solo. «Perché nessuno riusciva a interessarmi a lungo» sostiene. E il meccanismo geniale di Magic nasce proprio da una delle sue riflessioni matematico-ludiche: «Desideravo qualcosa che andasse oltre la scatola. Regole piuttosto semplici, ma variazioni pressoché infinite. Ho pensato a delle carte speciali che potessero dettare o sovvertire di volta in volta le regole. Si creava così una serie di combinazioni mai del tutto dominabili. Un gioco in cui, proprio come nella magia, non si sa mai dove si va a finire. L’ambientazione fantasy in questo mi offriva una libertà creativa senza limiti. E poi volevo che fosse il giocatore a creare il suo gioco, e non il contrario». Ecco perché in Magic ognuno si costruisce il suo personale mazzo di carte. Ma ecco qual è il vero segreto del gioco secondo il suo creatore: «In qualunque gioco ci sono due tipi di persone: gli innovatori e gli affinatori. I primi sono quelli che scoprono, inventano, intraprendono nuove strade. Gli altri sono quelli che imparano a memoria il percorso e alla lunga non commettono più errori, diventano imbattibili. Magic cambia ogni anno, per questo è dedicato agli innovatori. Come me».