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 2005  novembre 18 Venerdì calendario

Cocchio presidenziale Poiché la Casa Bianca (foto sotto) non era ancora stata costruita, durante la sua presidenza, George Washington era costretto a ricevere gli ospiti nello studio della sua abitazione privata, a Philadelphia: la stanza era piccola e lui, per non scontentare nessuno, disponeva le persone in cerchio attorno a sé

Cocchio presidenziale Poiché la Casa Bianca (foto sotto) non era ancora stata costruita, durante la sua presidenza, George Washington era costretto a ricevere gli ospiti nello studio della sua abitazione privata, a Philadelphia: la stanza era piccola e lui, per non scontentare nessuno, disponeva le persone in cerchio attorno a sé. Fu il suo successore, John Adams, a inaugurare la dimora presidenziale: ci arrivò in cocchio, assieme a sua moglie Abigail, il 1° novembre del 1800. Scalpellini scozzesi I lavori per la Casa Bianca, in gran parte realizzati da scalpellini scozzesi e schiavi negri, durarono dieci anni: avrebbero potuto terminare prima, ma il Congresso lesinava fondi perché contrario all’idea di «una reggia pagata dai contribuenti». Thomas Jefferson faticò per sostituire con una stufa il forno aperto che affumicava le pareti. I gabinetti interni furono installati nel 1835, l’acqua calda corrente 18 anni dopo. Rutheford Jones arrivò a minacciare il Congresso pur d’ottenere un telefono: l’ebbe nel 1879, numero telefonico «1». Il pianoforte di Truman sprofondò dal secondo piano al pianterreno a causa del pavimento fradicio. Inquilini insoddisfatti «Se Lei caro signore è felice di entrare in questa casa quanto sono io di lasciarla, Lei è l’uomo più felice della nazione» (James Buchanan a Lincoln). «Quando siamo entrati mi è parsa una pensione di terza categoria» (Margaret Truman, foto a destra). « il luogo più solitario del mondo» (William H. Taft). «La grande prigione bianca» (Harry Truman). «La migliore casa popolare che io abbia mai visto» (Gerald Ford). Blue room Giovanni Paolo II è l’unico pontefice ad aver messo piede alla Casa Bianca: fu ricevuto nella Blue Room, riarredata all’epoca da Nancy Reagan in stile Secondo Impero. 85 telefoni, 12 tv L’Air Force One (foto a destra), l’aereo presidenziale che Kennedy volle bianco e blu, è un duplicato della Casa Bianca in forma di aeromobile. Marca Boeing, numero 747, modello 200, ha un’autonomia di volo di due giorni e, come un caccia, può esser rifornito anche in aria (il carburante a bordo consente un’autonomia di 11.000 chilometri). In realtà ne esistono due, in tutto gemelli, attraversati da una rete che tiene insieme circa 450 chilometri di cavi (più o meno il doppio di quella presente su un normale Boeing 747): da lassù si riesce a telefonare tanto agli astronauti quanto ai sommergibilisti (sembra che a bordo ci siano 85 telefoni e almeno una dozzina di tv e diversi proiettori). L’Air Force One è dotato di dispositivi anticollisione e antimissilistici; all’interno, un ambiente che ricrea lo Studio Ovale (una sala con tavolo a 8 posti, la suite del presidente, con due letti, spogliatoio e toilette con doccia, la cambusa in grado di fornire mille pasti per volta). Ogni 154 giorni l’aereo viene smontato e ispezionato. L’Air Force One sarebbe dotato anche di una capsula blindata monoposto, perché il presidente possa mettersi in salvo in caso di distruzione dell’apparecchio. Treni e rotaie Andrew Jackson, nel 1833, fu il primo presidente americano a viaggiare in treno: se ne andò su rotaia da Baltimora a Elliccot’s Mills. In assoluto, il presidente più ferroviario fu Franklin Delano Roosevelt: durante i suoi dodici anni alla Casa Bianca percorse in treno 243.827 miglia. Maggioranza assoluta Jackson (foto a destra) ottenne nelle elezioni del 1824 più voti popolari di John Quincy Adams, senza raggiungere però la maggioranza assoluta dei delegati (che pure erano in gran parte per lui). La Camera dei Rappresentanti, chiamata a pronunciarsi, gli preferì il rivale. Lo stesso Jackson nel 1828 divenne il primo presidente esclusivamente democratico: prima il partito si chiamava repubblicano-democratico. Il primo repubblicano fu invece Abraham Lincoln, eletto nel 1860. Ottant’anni I democratici hanno guidato gli Stati Uniti per un totale di 80 anni, i repubblicani per 88 anni. Scandali Gerald Ford (foto a destra), l’unico presidente non eletto dal popolo né come tale né come vice., subentrò a Nixon dopo le dimissioni di quest’ultimo per lo scandalo Watergate (9 agosto 1974). Non era stato eletto ma nominato vice da Nixon, con l’approvazione del Congresso, dopo le dimissioni del titolare Spiro Agnew. Conquiste e rivincite John Adams (vice di Washington), Thomas Jefferson (vice di Adams), Martin Van Buren (vice di Andrew Jackson) e George Bush (vice di Ronald Reagan): sono gli unici vicepresidenti candidatisi a succedere al loro capo e a conquistare la Casa Bianca nella elezione successiva a quella in cui avevano esercitato il vicariato. Nixon, invece, che fu vice di Ike Eisenhower, battuto nel 1960 da John Kennedy, si rifece vincendo nel 1968 e nel 1972. Anno zero La maledizione dell’anno zero: a partire dal 1840 fino all’avvento di Reagan nel 1980 ha accompagnato tutti i presidenti eletti o rinnovati negli anni con finale zero. Nessuno di loro è arrivato al termine del mandato, essendo tutti morti in carica per le più varie ragioni. William Harrison, eletto nel 1840, morì di polmonite. Abraham Lincoln (1860) fu ucciso così come James Garfield (1880) e William McKinley, rieletto nel 1900. Warren Harding (1920) morì di malattia, Roosevelt, che conquistò il terzo mandato (su 4) nel 1940, morì improvvisamente nel 1945. John Kennedy, eletto nel 1960, fu ucciso a Dallas nel 1963. Ronald Reagan, eletto nel 1980, fu vittima di un attentato: si salvò per un soffio. George W. Bush è stato eletto nel 2000. Polmonite e diluvi La presidenza più corta fu quella di William Harrison (a sinistra). Eletto nel 1840, entrò alla Casa Bianca il 4 marzo 1841 e morì un mese dopo il giuramento. S’ammalò di polmonite dopo aver voluto pronunciare il suo, peraltro lunghissimo, discorso di insediamento a capo scoperto, sotto un vero e proprio diluvio. XIX emendamento Il 2 novembre sarà la ventiduesima volta che le americane potranno scegliere il loro presidente. Era il gennaio del 1918, infatti, quando il Senato approvò il XIX emendamento alla Costituzione che concedeva il voto alle donne mettendo fine a settant’anni di rivendicazione delle suffragiste statunitensi. Una donna nel ticket Geraldine Ferraro (foto sopra), candidata alla vicepresidenza con Walter Mondale per il partito democratico nel 1984, fu la prima e, per ora, unica donna componente di un ticket presidenziale (l’accoppiata candidato-presidente, candidato-vicepresidente). I due vennero stracciati però dal duo Reagan-Bush senior. 200 mila dollari Dal 1960 gli ex presidenti percepiscono una pensione di circa 200.000 dollari, più franchigia postale, ufficio e personale a carico dello Stato, protezione del Secret Service (3 milioni annui). Un tempo, le difficoltà per chi usciva dalla Casa Bianca erano notevoli. Truman, a corto di soldi, cercò di diventare presentatore televisivo, ma non ci riuscì. Un preside gli propose di insegnare storia, il proprietario di un’azienda agricola gli offrì di diventare suo socio, alla fine ottenne 600 mila dollari per la sua autobiografia. Il dopo casa bianca James Knox Polk, presidente dal 1845 al 1849, morì di colera 3 mesi dopo aver lasciato Washington. James Moore (1817-1825) tentò di farsi rimborsare dal governo le spese sostenute durante l’incarico. Andò a vivere a New York e morì il 4 luglio, giorno dell’Indipendenza (lo stesso giorno morirono anche John Adams e Thomas Jefferson). John Quincy Adams (1825-1829), una volta finito il mandato, avrebbe voluto morire tanto era depresso, ma fu eletto rappresentante del Massachusetts per il Senato (spirò su uno dei banchi del Congresso). Gerald Ford, vice di Nixon, si ripresentò, ma fu sconfitto da Carter: si costruì una libreria da 4 milioni di dollari e un museo da 12 nel Michigan. Harry Truman (1945-1953) avrebbe voluto ricandidarsi una volta raggiunti i 90 anni, ma morì quando ne aveva 88. Plum book Quando entra alla Casa Bianca, il presidente nomina duemila tra ministri, ambasciatori, presidenti di enti federali e altri seimila operativi. Il nome dell’operazione, spoils system, («sistema che dà le spoglie a vincitore»), fu inventato nel 1832 dal senatore Marcy. Benjamin Harrison (1889-1893) cambiò in un anno 31 mila capi di uffici postali, sostituendoli con galoppini di partito. Per praticità, ogni 4 anni il Congresso (foto a sinistra) pubblica il Plum Book, elenco degli incarichi assegnati con nomina politica.