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 2005  novembre 17 Giovedì calendario

Silverman Sarah

• Bedford (Stati Uniti) 2 dicembre 1970. Attrice • «Immaginate una ragazza carina. Di quelle fotografate con il broncio ammiccante sui giornali maschili, e fidanzate con l’uomo giusto, ovvero il conduttore del talk show di seconda serata. Immaginate che non sia italiana ma americana. Immaginate che quindi non faccia ciò che farebbe una ragazza carina da queste parti - la Velina - ma ciò che da queste parti fanno le bambine disubbidienti: la comica. Immaginate che su uno di quei giornali maschili, vicino alle foto in cui la ragazza mostra le sue carinerie, ci sia l’intervista accompagnatoria. Immaginate che l’intervistatore voglia fare lo spiritoso, neanche avesse davanti una Velina d’America, e le chieda: ”Esiste ancora il divano del produttore?”. Immaginate che lei, con quell’aria da bambina educata che sembra non stia dicendo le parolacce, irresistibilmente garbata nella sua irriverenza, risponda: ”Non so, io non riesco a farmi fare una pompa da nessuno”. Signore e signori, ecco a voi Sarah Silverman. C’è una ragione per cui Sarah vive e opera a Los Angeles e non a Roma: qui, sarebbe troppo impegnata a fare altro per trovare il tempo di fare la comica. Dovrebbe protestare per la censura che le impedisce di accedere al posto nel cast di Saturday Night Live che è suo per diritto costituzionale (Sarah ha lavorato per una stagione nel programma [...] e ne è stata allontanata, ebbene sì, perché troppo scorretta). Dovrebbe protestare per le continue censure cui è sottoposta e per il politicamente corretto che regna sovrano. Ma dovrebbe farlo seriamente, con appelli alla democrazia, al quinto emendamento, alla libertà d’espressione. Invece, quando il Los Angeles Times le chiede conto della protesta della comunità asiatico-americana perché, ospite al Late Night With Conan O’- Brian sulla Nbc, Sarah usò l’espressione ”chink” (muso giallo), Silverman risponde a modo suo: ”Come membro della comunità ebraica sono davvero preoccupata: non staremo mica perdendo il controllo dei media?”. Se state per accusarla di antisemitismo, aspettate un attimo: c’è materiale per allearsi con quasi ogni altra fede e convinzione politica, e alla fine tutti insieme potrete protestare per la scorrettezza di Sarah. Il fidanzato, quello che conduce le seconde serate sulla Nbc, si chiama Jimmy Kimmel, è cattolico, e Sarah lo ama molto: ”Certo, lui crede che l’Olocausto non sia esistito, ma io credo che in una coppia si debba saper passare sopra a certe quisquilie” (siccome il politicamente corretto è vivo e lotta per spiegare le battute, nel riportare quest’ultima il Los Angeles Times ritiene di dover precisare che Sarah ”sta scherzando, anche se con lei non sempre è chiaro”). Non siete ancora del tutto scandalizzati? ”Tutti dicono che gli ebrei hanno ammazzato Gesù, poi gli ebrei hanno provato a dire che invece sono i Romani... Sono l’unica che crede siano stati i negri?”. Nel vergare le vostre vibranti lettere di protesta contro Silverman, vi sarà utile conoscere il suo punto debole, un manifesto culturale che conquista le immediate simpatie del pubblico femminile e di chiunque sia in grado di capire che la vita è una questione di priorità: ”Non mi importa se pensate che io sia razzista, voglio soltanto che pensiate che sono magra”. A ognuno il suo mestiere. bello quando ognuno fa il suo mestiere: chi è messo in mezzo grida allo scandalo, chi è responsabile si copre il capo di cenere, i comici continuano a fare i comici. Per il ”muso giallo”, il presidente della Nbc si scusò con gli asiatici d’America. [...] è impegnata a far incazzare le femministe. Un monologo contenuto nel suo nuovo film, Jesus is magic [...] si apre con la più antica dinamica madre-figlia: ”L’altro giorno stavo leccando della marmellata spalmata sul pisello del mio fidanzato e ho pensato: Dio, sto diventando come mia madre”. Una delle sue battute preferite è: ”Io vorrei abortire, ma non riesco a restare incinta”. Quella per cui fu allontanata da Saturday Night Live, molto d’attualità, si riferisce alle 24 ore di riflessione richieste per sottoporsi a un aborto: ”Non è mica una regola sbagliata. Per dire, la settimana scorsa volevo abortire, ero proprio decisa, e poi ho scoperto che avevo solo sete”» (’Il Foglio” 17/11/2005).