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 2005  novembre 17 Giovedì calendario

BRAMBILLA

BRAMBILLA Alberto Milano 9 aprile 1973. Marito (separato) di Irene Pivetti (della quale è dieci anni più giovane) • «Ci vuole stoffa per condurre una vita da principi consorti. E spesso non basta una vita per uscirne in modo regale. L’arte sopraffina del non sembrare un domestico senza stipendio, un profittatore o poco meglio, segue strategie diverse. Bravo è chi svanisce nel nulla, bravo è chi s’occupa per vivere di tutt’altro, bravo è chi c’è senza parere. E se già un matrimonio normale corre sul bilico di un baratro, quello tra lei famosa e lui sconosciuto ha molti più ostacoli da superare. Forse proprio per questo pare si sfasci meno, una volta raggiunto l’equilibrio sarebbe un delitto rimettere tutto in discussione. [...] Chi ha compiuto un miracolo di equilibrio è Alberto Brambilla, il marito di Irene Pivetti. Si è perso la prima parte della vita di Irene, quella da primo grado dello Stato, però ha contribuito, e non poco, alla seconda, da giornalista e conduttrice televisiva. Lui è il manager, il consigliere attento senza dimenticare che è marito e padre. Complicatissimo? ”Affatto, basta rispettare i ruoli: io non compaio, non rilascio interviste, nulla che sia pubblico. Se c’è un personaggio, quello è lei. Certo, ho contribuito all’enorme cambiamento di Irene, lo faccio di professione ma a monte c’è il marito. Le cose della nostra vita, professionale e privata, le decidiamo insieme. Lei mi stima come professionista e mi stima come marito, i miei suggerimenti arrivano dal marito e dal professionista. Non c’è mia dichiarazione senza di lei, non voglio che appaiano le mie foto, non mi troverà mai in un reality. Siamo marito e moglie che condividono la stessa vita e che si sono conosciuti quando uno dei due, io, stava ancora plasmando la propria professionalità. Se già avessi fatto il medico sarebbe stato diverso”. Ma c’è qualcosa che le dà fastidio? ”Temo che questa situazione specchiata e chiara dia fastidio agli altri, non a noi. A volte ci hanno fatto domande stupide circa la sudditanza che io dovrei avere nei suoi confronti. Ma un matrimonio non dura [...] anni nella sudditanza, non si allevano due figli in quelle condizioni. Le sudditanze sono altre e spesso sono le donne a subirle da mariti violenti. Nell’immaginario collettivo c’è pure l’idea che io regali a lei la giovinezza e lei a me la praticità. Invece è il perfetto contrario, Irene è più giovane ed entusiasta di me, io sono più pratico e attento ai dettagli di lei. Siamo un po’ come Orietta Berti e il marito, anche lui come me, sempre dietro alle quinte. Orietta è come Irene: sono un patrimonio di un’azienda che va gestito proprio come un’azienda a conduzione familiare”» (Michela Tamburrino, ”La Stampa” 17/11/2005).