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 2005  novembre 17 Giovedì calendario

BELINELLI Marco

BELINELLI Marco San Giovanni in Persiceto (Bologna) 25 marzo 1986. Giocatore di basket. Dal 2010/2011 coi New Orleans Hornets. Lanciato dalla Fortitudo Bologna, ha giocato anche nei Golden State Warriors (scelta n. 18 al Draft) e con i Toronto Raptors • «[...] uno dei miglior talenti italiani. [...] ha cominciato [...] insieme ai fratelli, davanti al canestro di casa, a San Giovanni in Persiceto. Venticinque chilometri da Bologna, dentro la pianura, nella “bassa” come dicono da queste parti, fra la via Emilia e l’Est. Scappa lì appena può. Al playground di San Giovanni, con gli amici di sempre. Dove è un’istituzione. “Il talento è un affare che riguarda Dio. Il posto per mostrarlo però è il campetto. Ai ragazzi dico: cominciate da lì. S’impara l’arte e la lotta”. [...] sogna l’America, i Lakers, Kobe Bryant, una cena con Elisabetta Canalis [...] tifa Inter “poi però, dopo certe partite, mi pento di non essere andato a mangiare una pizza”. [...] Belinelli chi è? “Uno che ha cominciato a giocare da bambino con suo fratello Enrico. A sei anni è passato alla Vis Persiceto, a 12 è arrivato in Virtus. Massimiliano Milli e Marco Sanguettoli sono stati i primi maestri. A 16 l’arrivo in Fortitudo [...] non pensavo che la Virtus potesse sparire. Ora mi sento fortitudino. Questa è la mia casa. Nello sport non si può mai dire, ma penso di non tornare più dall’altra parte. In Italia mi vedo solo con questa maglia [...] Stravedo per la classe di Jordan e Bryant e ho due sogni: vincere con la nazionale e giocare nei Lakers [...]”» (Vincenzo Di Schiavi, “La Gazzetta dello Sport” 17/11/2005) • «[...] giocavo uno contro uno con mio fratello. Avevo 6 anni e dentro di me succedeva qualcosa di strano. Era come se capissi che la pallacanestro sarebbe stata la mia vita [...] ricordo bene con quanta insistenza chiesi di essere iscritto alla Vis Persiceto la squadra del mio paese [...] a sei anni, mi facevano giocare con i bambini di 8 o 9. Questo fu il primo segnale [...]». Emanuele Righi, “La Stampa” 2/1/2006).