MACCHINA DEL TEMPO DICEMBRE 2004, 17 novembre 2005
Dalle candele alle bombe incendiarie Nel 1814 si accresce la profondità del palcoscenico, occupando parte dell’area di un convento demolito nella contrada di San Giuseppe (l’attuale via Verdi)
Dalle candele alle bombe incendiarie Nel 1814 si accresce la profondità del palcoscenico, occupando parte dell’area di un convento demolito nella contrada di San Giuseppe (l’attuale via Verdi). Nel 1821 l’illuminazione a candele viene sostituita da una grande lumiera centrale a lampade di sicurezza (’argants”), rimaste in funzione fino all’impianto a gas adottato nel 1860. Nel 1883 l’illuminazione della sala e del palcoscenico viene interamente elettrificata. Nel 1921 la proprietà dei palchi viene trasferita dai privati al Comune di Milano. La misura si rende necessaria per risolvere la crisi economica legata alla Prima guerra mondiale. La Scala si trasforma in un Ente Autonomo comunale, sotto il controllo dello Stato che assicura il finanziamento annuale dell’attività. Si realizzano un importante ampliamento del palcoscenico e il completo rinnovo degli impianti tecnici. Nell’estate del 1932 Luigi Lorenzo Secchi viene nominato conservatore degli immobili del teatro e provvede a una profonda ristrutturazione dell’estetica e degli arredi della Scala. Nella notte tra il 15 e il 16 agosto 1943 un bombardamento alleato colpisce Milano. Il teatro viene sventrato dalle bombe: crollano la volta, il proscenio, larghi tratti dei palchi e delle gallerie. L’11 maggio 1946 il teatro riapre con un concerto di Arturo Toscanini: musiche di Rossini, Verdi, Puccini e Boito. Il 22 aprile 2002 la Scala viene affidata in consegna alle imprese che hanno vinto la gara d’appalto per la ristrutturazione decisa dalla giunta Albertini.