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 2005  novembre 13 Domenica calendario

"Quegli appunti intimi nascosti in un cassetto". La Repubblica 13/11/2005. «Mi fai dormire per favore? Conduco la più misera delle vite senza di te

"Quegli appunti intimi nascosti in un cassetto". La Repubblica 13/11/2005. «Mi fai dormire per favore? Conduco la più misera delle vite senza di te. Così per favore fammi almeno dormire». Nelle lunghe notti insonni, con la mente lucidissima, nonostante tranquillanti e sonniferi, Marlene Dietrich scriveva. Appunti verticali su un block notes: poesie, giudizi, riflessioni, tutti inediti, adesso sono raccolti in un volume intitolato Pensieri notturni (Frassinelli, pagg. 184, euro 20, in libreria dal 28 novembre, traduzione di Robin Benatti, foto dell´archivio privato Marlene Dietrich Collection Berlin). A curarlo è stata la figlia, Maria Riva, ormai ottantenne, esegeta e biografa della celebre madre: a lei è dedicato l´ultimo capitolo del libro, quattro struggenti poesie intrise d´amore, rabbia, solitudine, paura, orgoglio («Maria/ Ho desiderato/ Di essere Heine/ Per/ Dirti/ Che sei/ Una/ Che mi/ Sta/ A cuore»). Un diario popolato di personaggi celebri, divisi idealmente in due sezioni: le donne (da Edith Piaf a Lena Horne, da Peggy Lee a Jean Harlow), agli uomini (il doppio rispetto alle signore citate) amati, sedotti, respinti, ammirati, odiati (da Jean Cocteau a Yul Brynner, da Hitler a Ronald Reagan). «Imprecava di notte, accendeva la lampada d´alabastro di fianco al letto (un tempo orgoglio di mio padre), afferrava la penna e la carta da lettere dal blocco già pronto al suo fianco - oppure la macchina da scrivere portatile di Noel Coward - un´antiquata Hermes», racconta Maria Riva nella prefazione, «e così equipaggiata, sapendo che il sonno era senza speranza, permetteva ai pensieri di vagare. Sarebbe contenta che quei momenti così privati e insonni si trovino ora su queste pagine? Ne dubito». Calligrafie svolazzanti (Maurice Chevalier) o minute (Remarque) siglano cartoncini e dediche per la "divina" che ha un "pensierino" per tutti: « l´uomo che ho adorato» dice di Michail Baryshnikov, «Il poeta che ha cambiato tutta la mia vita - cuore, anima, mente, sangue, carne e diavolo», è il commento su Rainer Maria Rilke. Di Charles de Gaulle dice: « il simbolo del coraggio. Per me, un santo». La voce narrante della Dietrich è meno roca e aspra di quella rimandata da rotocalchi e interviste; la donna ormai anziana, incurante del personaggio ambiguo, affascinante e crudele che si era costruita («Se non avesse altro che la sua voce potrebbe spezzarvi il cuore con essa. Ma ha anche quel corpo meraviglioso e l´eterna amabilità del suo volto. Non fa differenza come vi spezza il cuore se è presente per risanarlo», rispose una volta Hemingway a chi gli chiedeva di Marlene) è letteraria e crepuscolare: «Non/ Giocare/ Con me./ Perché non/ Sei/ Onesto con me/ E non mi racconti/ Quello che hai/ In mente?» scrive nel suo taccuino a proposito di Maximilian Schell e di Katharine Hepburn sottolinea la «rara combinazione di bellezza, sorprendente personalità e intelligenza: una miscela unica nelle donne che decidono di diventare attrici cinematografiche». Non ci sono italiani nei Pensieri, nemmeno Raf Vallone che la diva amò quando lui aveva 39 anni e lei già 58: «Ti penso senza sosta. Ho dimenticato il mio senso pratico per una meravigliosa ragione», si legge in una lettera che gli indirizzò. Era il 1960. Nel frattempo però lui si era innamorato di un´altra. Alessandra Rota