16 novembre 2005
Tags : Chuck. Jones
Jones Chuck
• Nato a Spokane (Stati Uniti) il 21 settembre 1912, morto a Los Angeles (Stati Uniti) il 23 febbraio 2002. Cartoonist. «Il papà di Bugs Bunny, uno dei cartoni più pazzerelli, sfacciati e dispettosi, compagno di strada di Willy il Coyote, Daffy Duck, Beep Beep: tutti quei cinici e geniali 1200 cartoon che fecero dal 1928 ai ’60 la fortuna di Looney Tunes e Merrie Melodies della Warner Bros. Uno zoo di animali nevrotici, isterici, figli del loro tempo. [...] I bambini (e non solo loro) devono molto alla sua fantasia che annullava ogni regola morale e spesso anche la forza di gravità (il Coyote precipita sempre in ritardo!), al suo sadomasochismo infantile che pareggiava con tritolo e dinamite il buonismo della Disney, al suo segno grafico netto e aguzzo, espressionista e grottesco. In origine pittore e pubblicitario, entra alla W.B. nel ’33 (ci resterà per 30 anni eccetto, nel ’55, 4 mesi finiti male con Disney), iniziando la trafila da bravo self made man : prima intervallista, poi sceneggiatore, regista e disegnatore insieme ad altri due geni di quella scuola dei gag del parossismo surreale, Tex Avery e Friz Freleng . Nato nel ’38 con una carota in mano, il coniglio Bunny, che si ritirò nel ’63 dopo essere apparso in 159 film (anche coi fratelli Marx), era un ragazzaccio dai modi spicci di Brooklyn, l’equivalente disegnato dei divi Warner Humphrey Bogart o James Cagney, gente senza bon ton. Un ritorno? Nel ’96, gioca a basket in Space Jam con Michael Jordan. stata una geniale stirpe di esilaranti e crudeli animali, capaci di parodiare Wagner nel ’57 in Whats Opera, Doc?, annunciati dai cerchi rossi concentrici dei titoli e affidati al ritmo vorticoso, al montaggio senza soste e senza scrupoli di verosimiglianza, al sadismo grafico, prefazione allo stile demenziale che da Jerry Lewis arriverà fino a Belushi e Jim Carrey. Ed ecco i nomi: l’anatra svitata Daffy Duck (1944, nero super io di Donald Duck-Paperino, capace di combattere i nazisti inghiottendo il segreto dispaccio Hitler è un puzzone), il porcellino Porky Pig (Pallino), lo struzzo Beep Beep che vince sempre sui sempre più barocchi e tortuosi tranelli di Wile E. Coyote (’48), che l’autore ricava da Mark Twain e definisce il ”primo, vero reazionario d’America: tutta quella dinamite per agguantare uno struzzo, che rappresenta il Potere”. Jones si cimentò anche con Gatto Silvestro, Speedy Gonzales e Titti , che però non erano suoi ”figli” diretti. Inutile dire che ogni lettura trasferita sugli umani è possibile e invitante. Lo stesso Jones, su cui è uscito un bel libro del Castoro di Faddo e Liberti, diceva: ”Dentro quei personaggi ci mettevamo dentro, riconoscibili, tutte le nostre frustrazioni. Bugs Bunny nacque scemotto ma poi divenne scaltro e cattivo perché noi stessi eravamo contro il sistema”. Il regista - che nel ’63 passò di nuovo alla Disney e si occupò per alcuni anni di Tom e Jerry - girò in tutto almeno 300 cartoon, molti dei quali duravano 7 minuti e venivano proiettati prima dei film. Vinse tre Oscar per la regia e produzione di short e nel ’96 ne ebbe uno ”alla carriera”. Iniziata proprio con lo scanzonato coniglio nel 1940, che diresse alternandosi con Bob Clampett, facendogli per primo pronunciare quella frase slogan ”What’s up Doc?”, che accade dottore?, che non a caso divenne nel ’72 il titolo originale dello scatenato Bogdanovich di ”Ma papà ti manda sola?”. Realizzò anche film collage come Musetta alla conquista di Parigi nel ’62 con la voce di Judy Garland, La cavalcata dei 12, Metti...un formaggino a cena, Miao miao, arriba arriba e Super Bunny in orbita e nel ’96 animò la favola di Prokofiev Pierino e il lupo. Autore dell’autobiografia Chuck Amuck e di libri per bambini Jones, con la sua matita indiavolata, fuori dall’attuale invadenza della animazione al computer, fu al servizio di personaggi che solo negli anni ’90, con 200 punti vendita nel mondo, acquisirono il plus valore del merchandising tipico della Disney. Quei cartoon piacevano a tutti. Istruttive le parole di Jones: ”Non mi sono mai posto l’età di uno spettatore tipo. Ho fatto cartoni per me, per divertirmi, ma ogni personaggio è nato dall’osservazione degli uomini”» (Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 24/2/2002).