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 2005  novembre 16 Mercoledì calendario

Tutte le espressioni del volto sono il risultato dell’azione dei muscoli sottocutanei della faccia

Tutte le espressioni del volto sono il risultato dell’azione dei muscoli sottocutanei della faccia. In un sorriso ne sono coinvolti ben tredici, distribuiti in maniera simmetrica nel profilo destro e in quello sinistro. Le labbra si sollevano e si incurvano per lo stiramento del muscolo zigomatico e del muscolo quadrato del labbro superiore, mentre il muscolo risorio stira lateralmente gli angoli della bocca. Le guance si increspano grazie al muscolo buccinatore, e l’orbicolare oculare socchiude leggermente gli occhi, provocando le tipiche rughe di espressione del sorriso. Gli altri muscoli intorno alla bocca (canino, orbicolare della bocca, quadrato del labbro inferiore, triangolare, mentale) e al naso (nasale) partecipano e accompagnano i movimenti. Le espressioni sono possibili perché le fibre muscolari sono fissate alla cute solo per le estremità, mentre nella parte mediana sono libere di muoversi. Contrazione e dilatazione sono controllate dal sistema nervoso centrale: la singola fibra reagisce, infatti, per risposta agli impulsi elettrochimici inviati attraverso le terminazioni nervose. Nel caso dei muscoli facciali l’innervazione è data dal settimo nervo cranico, che parte dalla base del cervello e si snoda in un lungo fascio di fibre nervose fino a irrorare il volto. Quando sorridiamo spontaneamente, come capita per esempio incontrando una persona amica, si attiva una struttura anatomicamente molto profonda del cervello: i gangli della base. Qui è il regno delle emozioni. Da qui parte l’informazione che corre lungo le fibre nervose fino ai muscoli del volto che la convertono in un sorriso vero e genuino. Quando invece si sorride per finta, come davanti ad una macchina fotografica, si attiva la zona del cervello che controlla la volontà: la corteccia motoria. Il secondo tipo di sorriso, infatti, è generato da un atto volontario, che non è sotto l’influenza della zona delle emozioni. Ma è possibile distinguere un sorriso sincero da un sorriso finto? La risposta è sì. Neanche un attore bravissimo, infatti, può ingannare l’anatomia umana. I due diversi comandi che producono il sorriso si traducono anche in muscoli diversi messi in azione. Il muscolo zigomatico obbedisce alla volontà, mentre il muscolo orbicolare dell’occhio obbedisce ai sentimenti. Se questo muscolo non reagisce, cioè se non si sorride anche con gli occhi, quello che viene fuori è solo uno stiramento di labbra, che risulta finto e non spontaneo. Il primo a osservare questa differenza nella mimica facciale fu il neurologo francese Duchenne de Boulogne nel 1862. Duchenne aveva intuito anche la differente origine cerebrale. Le ricerche successive hanno confermato le sue considerazioni e quelle più recenti, basate sulle tecniche di imaging del cervello, gli hanno dato definitivamente ragione: al sorriso non si comanda.