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 2005  novembre 16 Mercoledì calendario

Uno dei più grandi enigmi della biologia sono gli insetti-foglia, verdi, bellissimi. Queste strane creature sono tra i mimetici più spinti, come i fantastici cavallucci marini che nel Mar dei Sargassi copiano in modo stupefacente le alghe

Uno dei più grandi enigmi della biologia sono gli insetti-foglia, verdi, bellissimi. Queste strane creature sono tra i mimetici più spinti, come i fantastici cavallucci marini che nel Mar dei Sargassi copiano in modo stupefacente le alghe. La teoria dell’evoluzione dice che molti insetti, per sopravvivere, hanno dovuto adattarsi all’ambiente, travestirsi. Invece, in questo caso, la teoria sbaglia, perché quando sono nati questi fasmidi, di foglie così non ce n’erano. Loro hanno scelto quella forma nel Giurassico superiore (170/180 milioni di anni fa), mentre le foglie l’hanno scelta solo nel Cretacico (40/30 milioni di anni dopo). Dunque la storia evolutiva è erratica, con forme base che si possono scegliere a caso, e a caso produrre analogie e omologie? Nel luglio del 1993 due paleontologi americani, Labandeira e Sepkoski, spararono una notizia che per i darwinisti fu un incubo: avevano le prove che l’armamentario di cui gli insetti si sono dotati non era un adattamento, per esempio, alle piante da fiore, perché risaliva ai tempi in cui i fiori non c’erano. « come se avessimo scoperto che le rotaie e le stazioni ferroviarie sono state costruite prima che fosse inventato il treno» scriveva Richard C. Lewontin, uno dei massimi esperti di evoluzione biologica. A questo punto molti biologi si defilano, a parte qualche eccezione come Giuseppe Sermonti e Lima-de-Faria, che optano per l’ipotesi delle forme basilari. Ma la gente continua a credere che gli insetti imitino le foglie. Anche Einstein diceva che disgregare un atomo è più facile che abbattere un luogo comune. Lo strano nome dei fasmidi viene dal greco phasma, fantasma, perché un momento prima non li vedi, o almeno non ci badi e, mimetici tra i più spinti come sono, li credi foglie, mentre un momento dopo appaiono come dal nulla. Perfino le loro uova sembrano appartenere al mondo vegetale: sono dei semi perfetti. Al Jardin des plantes di Parigi sono arrivate per sbaglio duemila uova di Phyllium siccifolium, portate da un commerciante di Giava che le aveva raccolte sotto un arbusto indonesiano, convinto che da lì fossero cadute. E poco tempo dopo i botanici francesi, sbigottiti, trovarono le serre invase da minuscole, deliziose foglie che vagavano dappertutto.