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 2005  novembre 16 Mercoledì calendario

«Delle tre fedi monoteiste, quella musulmana è la più monoteista. Quando Alessandro Bausani, studioso cui si deve la versione classica del Corano in italiano, stava morendo, sono andato a trovarlo a Roma per farmi spiegare i suoi dubbi sul monoteismo degli ebrei

«Delle tre fedi monoteiste, quella musulmana è la più monoteista. Quando Alessandro Bausani, studioso cui si deve la versione classica del Corano in italiano, stava morendo, sono andato a trovarlo a Roma per farmi spiegare i suoi dubbi sul monoteismo degli ebrei. Con l’aiuto della moglie, la voce resa incerta dal Parkinson, il grande islamista mi ha detto che se gli ebrei usano una parola plurale per indicare Dio (Elohim, gli dèi), è perché in principio non erano monoteisti. I cristiani hanno la Trinità, concetto non monoteista in modo assoluto. Al contrario Maometto tollerava tutto dai suoi discepoli ma andava in bestia se mettevano in discussione l’unicità divina». Docente di arabo per un quarto di secolo alla Cattolica, autore di una Storia dell’Islam in quattro volumi edita da Mondadori (l’ultimo recentemente aggiornato con un capitolo sulla caduta di Bagdad), Sergio Noja Noseda non esita a mettere in discussione il monoteismo ebraico e cristiano. Ma il Dio in cui credono è lo stesso? «L’italiano è una delle poche lingue che permette di tradurre letteralmente la parola Allah, Iddio, dove l’articolo viene assorbito a rafforzare la definizione. Si tratta dello stesso Dio, per le tre fedi, anche se, con Bausani, possiamo credere che ebrei e cristiani siano connotati da elementi di monoteismo non assoluto. Alcuni anni fa è stato scoperto in Israele un antico graffito che rappresenta Dio con accanto una paredra, una compagna. L’hanno murato in attesa di studi più approfonditi». Come considerano la Bibbia i musulmani? «Quando, dopo lunghi sforzi, sono finalmente riuscito a trovare una Bibbia in arabo da regalare a un grande imam, questi l’ha guardata come inorridito. Maometto non prende in considerazione la Bibbia ma Antico e Nuovo Testamento, espressioni separate della fede ebraica e di quella cristiana. E crede che rappresentino una versione alterata dagli uomini della parola divina. In effetti il più antico manoscritto completo dell’Antico Testamento risale solo al IX secolo d.C. Quello più antico del Nuovo Testamento a circa tre secoli dopo la morte di Gesù, perdipiù in greco, lingua che Gesù ignorava del tutto. Mentre il Corano è di poco successivo alla morte di Maometto, al 632 d.C.». Elemento comune delle tre fedi è la regione di provenienza, il Medioriente. «Una teoria, formulata qualche tempo fa negli Stati Uniti, sosteneva che potesse essere colpa del petrolio. Presente in grandi quantità in Medioriente, potrebbe aver provocato delle alterazioni mentali sboccate in crisi mistiche. A parte queste singolari teorie, altro elemento comune è la zona di origine delle tre religioni del Libro. Del resto ciascuna in ordine cronologico si pone come completamento dell’altra. Gli ebrei attendono il Messia. Per i cristiani Gesù è il Messia. Per i musulmani Gesù è uno dei profeti, che in totale sono 124.315 (chi ha fatto il calcolo meriterebbe il Nobel per la matematica). L’ultimo, quello definitivo, è Maometto». I musulmani negano la crocifissione? «Dicono che al posto di Gesù sarebbe stato crocifisso un sosia. Gesù, a seconda delle varie versioni presenti nei testi islamici, è fuggito a Ceylon, come sostiene anche un Vangelo apocrifo, o da qualche altra parte. Non ammettono che un profeta possa fare quella fine. Inoltre i musulmani negano la natura divina di Gesù. Neanche Maometto aveva natura divina». Come vedono i musulmani Gerusalemme? «Dopo la Mecca e la Medina è la terza città santa. Maometto ha fatto un viaggio in cielo per incontrare i principali profeti che lo hanno preceduto, col suo fido cavallo Buraq, partendo dalla spianata dove si trovava il Tempio degli ebrei a Gerusalemme. Penso che il luogo di partenza del viaggio sia stato aggiunto dopo, dagli estensori del Corano, per fare concorrenza alle altre due religioni». Esiste una struttura gerarchica religiosa nell’Islam? «No. Esistono gli imam. Imam (parola che significa ”colui che sta davanti”) è chi guida la preghiera perché ritenuto il più preparato. Viene eletto democraticamente dai fedeli. L’Islam ha in questo dunque un seme di democrazia contrariamente a quanto si dice. Ma, qualcuno potrebbe aggiungere, peccato che non lo sviluppino in politica». Quante mogli può avere un musulmano? «Fino a quattro. Ma Dio per Maometto ha fatto un’eccezione, consentendogli di averne dodici. Bisogna comunque distinguere tra norma religiosa e vita pratica. I musulmani possono praticare la poligamia solo se hanno la possibilità di mantenere dignitosamente la famiglia. E in alcuni Paesi islamici, vedi Tunisia, è vietata». La circoncisione è usanza che accomuna ebrei e musulmani. «Per gli ebrei è obbligatoria, sancisce il patto con Dio (non a caso il termine patto, berit in ebraico, nel dialetto giudaico romanesco indica il membro maschile, er beridde), per i musulmani è facoltativa. una pratica indipendente dai precetti religiosi. Come l’infibulazione o il velo nasce da tradizioni locali, in alcuni casi recenti. Il burqa, usato in Afghanistan dalle donne e imposto dai talebani, pare abbia avuto origine da un desiderio d’imitare le signore inglesi che nell’Ottocento arrivavano in Asia centrale con cappelli con grandi velette-zanzariera».