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 2005  novembre 16 Mercoledì calendario

Discendente da almeno tre generazioni rabbiniche, succeduto nel gennaio del 2002 a Elio Toaff nel ruolo di rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni esordisce dicendo che il rapporto tra le tre grandi religioni monoteistiche è argomento non facile da liquidare nello spazio di un’intervista

Discendente da almeno tre generazioni rabbiniche, succeduto nel gennaio del 2002 a Elio Toaff nel ruolo di rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni esordisce dicendo che il rapporto tra le tre grandi religioni monoteistiche è argomento non facile da liquidare nello spazio di un’intervista. Partiamo dal dato comune, dal monoteismo. plausibile sostenere, come fanno alcuni storici delle religioni, che gli ebrei abbiano deviato, anche se magari solo in origine, dal percorso del Dio unico? «Si tratta di una vecchia storia», spiega Di Segni. «Certamente una tendenza al politeismo, da Abramo in poi, è stata presente nel popolo e condannata dai profeti. Ma questa tendenza è stata ricondotta nell’alveo del monoteismo». Come si relaziona l’ebreo con Gerusalemme? Si può dire che l’idea di un ritorno a Gerusalemme è moderna, che nasce solo col sionismo, quindi in tempi relativamente recenti, alla fine del 1800, con Teodor Herzl? «Non bisogna confondere l’aspirazione a tornare a Gerusalemme col sionismo politico. Da venticinque secoli gli ebrei ripetono nelle loro preghiere l’auspicio di tornare a Gerusalemme, anche se la traduzione in chiave politica di questa aspirazione è qualcosa che risale appunto soltanto alla fine del XIX secolo». Le relazioni tra ebrei e musulmani sembrano essere state, almeno nel passato, migliori, vale a dire più amichevoli di quelle tra ebrei e cristiani. Nei Paesi cristiani gli ebrei hanno avuto certamente più problemi che in quelli islamici. Basta ricordare i pogrom della Russia zarista. Le accuse di omicidio rituale. Le persecuzioni della Santa Inquisizione nella Spagna del XVII secolo, che portarono molti ebrei a fuggire in una zona islamica dell’Europa, la Bosnia ottomana. «Attenzione. Le persecuzioni in Spagna durarono tre secoli e gli ebrei fuggirono dov’era possibile, in tutto il bacino mediterraneo e nel Nord Europa. Non si può generalizzare una realtà tanto complessa. Non c’è dubbio che attualmente circola una versione storica piuttosto benevola sui rapporti tra ebrei e musulmani almeno per quanto riguarda il passato. Ma bisogna andare a vedere nei vari periodi e luoghi come andavano davvero le cose. Certo, dobbiamo ammettere che i cristiani hanno sterminato molti più ebrei di quanti ne abbiano sterminati i musulmani. Non c’è dubbio». Si può affermare che la religione ebraica, diversamente da quella cristiana e musulmana, non è missionaria, non tende a fare proseliti, a convertire? «La religione ebraica ha perso questa dimensione con l’avvento del Cristianesimo. il Cristianesimo che ha impedito e ostacolato la spinta proselitistica ebraica innestandosi su di essa e trovando in essa un terreno fertile. ’Guai a voi farisei che andate predicando per il mondo”, dice Gesù nei Vangeli».  vero o solo un luogo comune che la religione ebraica non incoraggia le conversioni? «Attualmente non le incoraggia. Chi spontaneamente desidera far parte dell’Ebraismo viene ammesso soltanto se s’impegna al rispetto dei dettami tradizionali». Che cosa rappresenta Gesù di Nazaret per gli ebrei? « un figlio del nostro popolo. Non è un profeta. stato un maestro, ma un maestro dissidente». Esiste la vita eterna per la religione ebraica? «L’Ebraismo ammette la possibilità di una vita oltre questa vita. Ma rispetto a quella cristiana la nostra religione è più proiettata verso questo mondo».