MACCHINA DEL TEMPO DICEMBRE 2004, 16 novembre 2005
A Nicola di Frascati (RM) risponde Andrea Buzzi, dirigente di ricerca, Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, Bologna Le previsioni stagionali, effettuate da alcuni centri in via sperimentale, attualmente sono ritenute utili o promettenti per le zone tropicali, poco o marginalmente utili per le altre aree, incluse le nostre regioni
A Nicola di Frascati (RM) risponde Andrea Buzzi, dirigente di ricerca, Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, Bologna Le previsioni stagionali, effettuate da alcuni centri in via sperimentale, attualmente sono ritenute utili o promettenti per le zone tropicali, poco o marginalmente utili per le altre aree, incluse le nostre regioni. E comunque questo tipo di previsioni può essere formulato solo in termini di probabilità di scostamenti dei parametri meteo-climatici (ad esempio temperatura e precipitazione) dai valori normali. Per comprenderne le ragioni fisiche occorre distinguere tra le diverse regioni del globo. Le zone attorno all’Equatore sono soggette a un’evoluzione meteo-climatica più facilmente prevedibile che non alle latitudini medie e polari; l’atmosfera tropicale, sulle scale grandi, infatti, è relativamente stabile. I fenomeni che la riguardano e che comportano sensibili alterazioni climatiche su periodi stagionali, dipendono dalla circolazione oceanica che, più lenta di quella atmosferica, è prevedibile con un anticipo di varie settimane. Alle latitudini medio-alte domina invece un’instabilità di grande scala che genera turbolenza nella circolazione planetaria e limita la predittibilità del tempo meteorologico a 7-12 giorni. La difficoltà maggiore per le previsioni stagionali, in genere, deriva dal fatto che le stesse fluttuazioni meteorologiche possono generare anomalie di lungo periodo, non prevedibili. Tuttavia, ci vengono in aiuto alcuni elementi del sistema climatico, come l’oceano, il manto nevoso e i ghiacci marini che influenzano l’atmosfera su tempi dell’ordine di alcuni mesi e possono quindi far sperare previsioni a lungo termine nel prossimo futuro. La tecnica attualmente impiegata e più promettente si basa su un elevato numero di integrazioni di modelli numerici che descrivono sia l’atmosfera che l’oceano.