Giorgio Dell’Arti, Panorama agosto 1997, 15 novembre 2005
Per Massimo Donelli da parte di Giorgio Dell’Arti. Intervista a Maurizio Costanzo di Giorgio Dell’Arti Ci troviamo ad Ansedonia - nella spettacolosa villa dove i coniugi Costanzo passano l’agosto - per via dell’ultimo scandaletto televisivo relativo a Maria De Filippi
Per Massimo Donelli da parte di Giorgio Dell’Arti. Intervista a Maurizio Costanzo di Giorgio Dell’Arti Ci troviamo ad Ansedonia - nella spettacolosa villa dove i coniugi Costanzo passano l’agosto - per via dell’ultimo scandaletto televisivo relativo a Maria De Filippi. E cioè: una povera attrice alle prime armi che s’è permessa di fare la caricatura della De Filippi, la De Filippi che monta su tutte le furie e fa intervenire il direttore di Canale 5, Maurizio Costanzo che tuona contro la volgarità dei programmi in una riunione dei vertici Mediaset, i giornali che scrivono, e insomma, apparentemente, la solita storia dei potenti che non hanno senso dell’umorismo e non ammettono di essere messi alla berlina. Hai fatto una cosa bruttissima e so che ti dà persino fastidio questa intervista "Non ho fatto niente, smentisco tutto e chiacchiero volentieri con te. Basta però che parliamo di qualcosa che esiste". Ti sei fatto forte del tuo potere in Mediaset per fermare una qualunque scenetta che riguardava tua moglie. "Non è vero". Hai pronunciato un duro attacco in un Comitato editoriale, davanti a tutti i pezzi grossi dell’azienda. "Non è vero. Nel Comitato editoriale di venerdì scorso (1° agosto - ndr ) mi sono limitato a lamentare lo scadimento qualitativo dei programmi. Non ho detto una parola sulla faccenda di Maria". Figuriamoci. Tutti hanno capito l’antifona. "Hai torto. La cosa è andata così: tre settimane fa Maria ha visto il ”promo” - cioè lo spot - di questa trasmissione del sabato sera che si chiama Sotto a chi tocca. Io non ero neanche in casa, stavo registrando uno speciale con Vincenzo Mollica su Modugno... aspetta, ti chiamo Maria, te lo faccio raccontare da lei... Mariaaa" Arriva Maria. Bikini bianco, dice che ha fretta perché alle sei e mezza deve andare a giocare a tennis. Maria, Maurizio dice che hai fatto tutto da sola. "Sì, Maurizio non c’era, accendo la televisione e passa ’sto promo. No, ma dico, scherziamo? L’attrice s’era messa così, guarda, così, a gambe larghe in questo modo (la De Filippi, in piedi, fa quasi una spaccata), voleva prendere in giro me, ma le gambe in questo modo che cosa significano secondo te?" Che cosa significano? "Significano che io ho fatto carriera grazie a mio marito, perché ho allargato le gambe! Io sarò provinciale, sarò bigotta, anzi: sono senz’altro provinciale e bigotta, ma una cosa simile non me la tengo, eh no! Ho alzato il telefono e ho chiamato Sodano. Ero furibonda". Sodano, cioè il nuovo direttore di Canale 5. E che t’ha detto Sodano? "M’ha detto: Maria, hai perfettamente ragione". Secondo me, hai torto. "No, ti voglio ricordare questo: Gullotta m’ha fatto la parodia per un anno e io non ho detto una parola". Troppo facile. Gullotta è un signor professionista, la parodia era spiritosa. E’ proprio quando ti fanno una cosa che non ti va giù che sei messa alla prova. "Non ho capito perché avrei dovuto stare zitta". Per due ragioni: primo, sei ormai una donna di successo, affermata, importante. Devi mettere nel conto qualche fastidio. E sopportarlo cristianamente. Secondo: chiamando Sodano hai messo il detonatore a una faccenda tutto sommato minima. Ti dimostro poi che, anche se non lo ammetti, sei d’accordo con me e dentro di te ti dai torto". "Sentiamo". L’altro ieri pomeriggio hai telefonato a Valentina Persia, la ragazza che ti faceva la parodia, e le hai chiesto scusa, sei stata tutta gentile. "Non le ho chiesto scusa. L’ho chiamata per dirle che non ce l’avevo con lei. No, era stata lei a chiedermi scusa in un’intervista a un giornale. Aveva detto: se ho offeso la Maria De Filippi, mi dispiace e le chiedo scusa. Allora l’ho chiamata, le ho detto: guarda, non ce l’ho mica con te... Figurati se voglio che ci vada di mezzo una povera ragazza che fa il lavoro che le dicono di fare. Ma lo sai che mentre allargava le gambe la camera zummava sul ventre? Ma ti rendi conto?..." Maurizio, diglielo tu. "E che devo dire... Io la Persia la farò venire al Maurizio Costanzo Show. Subito, alla prima puntata" Bravo. Però intanto di’ a Maria quello che devi dire. "Che cosa vuoi che dica. Maria è permalosissima..." No, devi rispondere a questa domanda: tua moglie ha fatto bene o ha fatto male a telefonare a Sodano e a protestare? "E che domande mi fai, scusa..." Tu rispondi. "Insomma..." Dài. "E vabbè... eccoti ’sta risposta: ha fatto male, ha fatto malissimo e gliel’ho pure detto, gliel’ho detto lo stesso giorno della telefonata a Sodano, quando m’ha chiamato per avvertirmi. Le ho detto: ma che hai fatto? Ma che sei impazzita?" E lei? "Maria è così, che ci vuoi fare. Gliel’ho spiegato in tutti i modi: chi va per mare imbarca acqua... ma lei è così, niente". E però tu ci hai messo il carico da undici, con quel discorso davanti ai papaveri Mediaset. "No, qui sei completamente fuori strada. E te lo dimostro. In quel Comitato editoriale io ho parlato dello scadimento dei nostri programmi, cioè dei programmi che vanno in onda su Canale 5, Italiauno e Retequattro. Uno scadimento a mio parere grave. E ho detto che bisogna smetterla di comprare format all’estero e che invece è ora di stimolare gli autori a produrre cose nuove, a farsi venire idee. Se tu leggi questo discorso come un modo trasversale di attaccare Sotto a chi tocca e la Valentina Persia, ti sbagli: perché è un anno almeno che io vado dicendo queste cose". Però io so che del caso Sotto a chi tocca in quel Comitato editoriale si è parlato. "Ne ha parlato Sodano. Sodano, intervenendo dopo di me, ha detto: sono completamente d’accordo con Costanzo. E ha fatto seguire un elenco di gag e scenette viste in tv e che secondo lui non andavano. Non so, una cosa di Claudio Lippi che s’è sollevato la maglietta facendo vedere a un tratto la pancia, una battuta su Boncompagni volgarissima, ”le ragazze di Non è la Rai entravano in sala d’attesa e quando ne uscivano erano... in attesa” e altra roba così, hai capito... Guarda, sono problemi molto grossi, molto importanti. Per esempio, noi quest’inverno avremo da affrontare il sabato sera di Montesano... non sono mica scherzi. Fantastico sarà anche un programma vecchio e forse anche stanco. Ma loro hanno Vaime come autore e Montesano in scena. Tanto di cappello! E noi, come andiamo ad affrontare un avversario di questa forza?" Come? "Non si sa, come ci andiamo. Intanto ci sono anche questioni semplici semplici, questioni terra terra. Per esempio: tutti i varietà li facciamo allo studio 11 di Cologno, e la cosa mi pare proprio impossibile: alla fine, in un modo o nell’altro, ’sti varietà si rassomigliano tutti, la gente vede sempre la stessa scenografia, percepisce sempre la stessa atmosfera, magari si stanca senza neanche sapere perché". Anche tu è una vita che stai al Parioli. "Ma il talk-sow è completamente diverso. No, sul varietà ci vuole una riflessione forte. Io riassumo la mia posizione in questo modo: basta format, basta spettacoli tutti centrati sulle imitazioni e sulle barzellette, facciamo lavorare gli autori, facciamoci venire delle idee. Guarda in Rai: c’è Fazio, c’è il Pippo Chennedy. Quelli non sono mica format. Guarda i due direttori di rete: Tantillo ha già cambiato pezzi importanti di Raiuno e sulla seconda Freccero fa un palinsesto movimentatissimo, assolutamente sensibile a quello che succede nel mondo... Ti faccio il caso della morte di Versace. Io mi sono salvato per miracolo, perché, per combinazione, quella sera avevo invitato la Biagiotti e Valeria Mazza. Ma è stata pura fortuna". Questa tua polemica contro i format... I format, intanto sono i programmi comprati all’estero, no? Delle ”formule di spettacolo” che uno paga ai tedeschi o agli americani e adatta al mercato italiano. "Sì, esattamente". Da voi sono tutti format? E’ tutta roba importata? "No, non tutta". Per esempio? "Ci sono format anche in Rai. ”Chi l’ha visto?”, ”Scommettiamo che...” sono format. Da noi sono format ”Il Quizzone”, ”Ok il prezzo è giusto”, ”La ruota della fortuna”, anche ”Sotto a chi tocca”, era un format ”Lo spazzolino da denti”... Insomma quasi tutto..." ’Stranamore”? "Certo, anche se è l’unico format che salverei. Straordinario, straordinario. Ammettiamolo, alla fine stiamo tutti lì, col cuore in gola, a vedere se dalla porta lei esce o non esce..." Giusto accantonare Castagna? "Non lo so. Non so neanche se la Venier accetterà. A ”Stranamore” si potrebbe fare un restyling e tenere Castagna". Sai cosa dice Sodano? "Cosa?" Dice di aver chiamato Castagna e di avergli detto: il primo anno, con l’Auditel, hai fatto dieci, il secondo hai fatto nove, il terzo hai fatto sette. Se mo’ fai sei, tutti dicono che sei fallito. Invece ti dò un programma nuovo, tu fai sei e tutti quanti diranno: che successo! "Può darsi. E’ un ragionamento". Che ne dici di Sodano? "Ah, quando m’hanno chiesto che ne pensavo... voglio dire: quando c’era da scegliere il successore di Giorgio Gori per la direzione di Canale 5 e m’hanno chiesto che ne pensavo, io ho detto: non ci ho mai lavorato insieme, però so che è un gran professionista". Ti sembra un gran professionista? "Sì, senz’altro". Lo sai che lì dentro da voi, con l’arrivo di Sodano, sta succedendo un casino? "Lo so, lo so". Spiega. "Sta semplicemente succedendo questo. Una volta a dirigere tutto c’era Silvio Berlusconi. Facciamo il paragone con un giornale: lui era il direttore vero e i direttori di rete erano i suoi redattori capo. Le altre strutture dirigenziali o creative o di produzione facevano sempre riferimento a lui e alla sua struttura. Una monarchia perfetta ed efficiente. Poi, un bel giorno, Silvio Berlusconi s’è dato alla politica e delle sue aziende, delle sue televisioni si è totalmente disinteressato. Che cosa è successo a quel punto? Che ognuno ha continuato a fare la televisione che sapeva fare, costruendosi però delle nicchie di potere, di convenienza e di comodità. Guarda, è umano, non sto demonizzando assolutamente niente, sarebbe capitato così ovunque. Ma, per esempio, sul piano qualitativo, tutti hanno continuato a fare quello che avevano imparato a fare, e cioè, sostanzialmente, a copiare". Scusa? "A copiare, a copiare. Oddìo, le parole certe volte suonano più pesanti di quanto uno vorrebbe... Ma si tratta in sostanza di questo: Berlusconi vedeva, per esempio, alla Rai un programma che aveva successo? Non so, ti faccio l’esempio di ”Risatissima” con Lino Banfi. Lui vide che la Rai aveva tolto ”Canzonissima” e che col palinsesto andava un po’ sul sofisticato. Allora pensò: guarda guarda, alla gente gli mancherà qualcosa, adesso gliela faccio io una specie di ”Canzonissima”, gli do io quel po’ di grossier che le manca. E fece ”Risatissima”. Ma scusa, non ti ricordi il caso di ”Ore 12”?" Qual era? "’Ore 12”... lui vide che ”I fatti vostri” aveva questo successo enorme e impose a Giorgio Gori di fare un programma identico, assolutamente identico, a mezzogiorno. Era uguale persino la scenografia, gli stessi tavoli, le stesse sedie, gli stessi ospiti, le stesse domande che dall’altra parte faceva Castagna, di qua le faceva Gerry Scotti, se uno saltava da un canale all’altro gli veniva il mal di testa per lo strano effetto di due trasmissioni in contemporanea assolutamente uguali..." Dunque tu, quando te la prendi con la politica dei format, non ce l’hai (dico a caso) con Fatma Ruffini o con Reggi? Ce l’hai con Berlusconi? "Sì, è così. Lo scadimento qualitativo è una conseguenza della politica seguita a suo tempo da Berlusconi e del fatto che Berlusconi poi se n’è andato e l’azienda ha continuato a muoversi in quella direzione. Ti dico una cosa forse soprendente, il giovane Piersilvio è completamente diverso e quando nei mesi scorsi io facevo il discorso sulla qualità dei programmi lui è stato l’unico a venirmi sempre dietro con convinzione". In che modo l’arrivo di Sodano a Canale 5 cambia la situazione? "Perché in questo periodo, naturalmente, in assenza di una direzione centrale forte, ognuno s’è costruito il suo orticello di convenienze e poteri, una cosa umanissima e persino ovvia, come ti ripeto, e in certi casi forse addirittura utile, ma che alla lunga ha prodotto una sorta di degenerazione, di scadimento. Ora, sei mesi fa, venne fatto direttore generale Mario Brugola, con l’intenzione appunto di costruire dentro Mediaset un centro forte, capace di dare una linea editoriale complessiva e di sorvegliare quello che va in onda. Ma ti rendi conto che a un certo punto Italiauno, nel pomeriggio dedicato ai ragazzi, ha trasmesso la pubblicità del 144?" Sodano è venuto col compito di accentrare tutto? "E’ venuto col compito di fare il direttore di rete. Cioè di assumersi pienamente la responsabilità di quello che va in video". Quindi deve vedere tutto, deve ridiscutere tutto. "Certo". E tu sei d’accordo. "Certo". Intanto ha cancellato Amici di sera. "Sì. Niente da dire". No? "No. Ha portato fuori a cena Maria e le ha spiegato questa cosa, che lui vuole affidarle un programma sociale, in prima serata, eccetera. Benissimo". Intanto però Amici è passato su Italiauno. "L’ha voluto a tutti i costi Giorgio Gori. Guarda, sulla storia di Amici di sera io ho detto a mia moglie: se non ti sta bene, rifiuta, dimettiti, insomma muoviti liberamente sul mercato. Grazie a Dio, il mercato non ci manca. Raiuno, Raidue la prenderebbero subito". E tu? "Mi accingo alla sedicesima edizione del Maurizio Costanzo Show. Che sarà più compatta, priva dell’interruzione del tg e una volta al mese itinerante". Mettiamo che Sodano voglia discutere. "Nessun problema, discutiamo". No, visto che deve fare il direttore di rete vero, mettiamo che voglia saper prima gli ospiti e riservarsi il potere di dirti: questo sì, questo no, questo argomento sì, questo argomento no. "Eh no, questo no, se accade questo traggo le conseguenze..." Scusa, ma se è venuto a fare il direttore-direttore, alla maniera Rai... "Ma io ho quindici anni di Canale 5 alle spalle, condotti in piena autonomia e con risultati mi pare indiscutibili. Inoltre il programma lo produco per conto mio, lo consegno già fatto..." Chi fa la guerra a Sodano? Chi resiste al nuovo corso? "Non lo so. Certo resistenze ce ne sono, è chiaro". Galliani? Bernasconi? "Non lo so, guarda, non ne ho la minima idea. Però ti dico che secondo me queste ultime polemiche su Maria e l’interpretazione che il ”Corriere della Sera” ha dato al mio discorso vanno inquadrate in questo clima di resistenza, di difesa del passato". Perché a ”Buona domenica” non ci sarà Fiorello? "Totò non faceva mai più di tre ciak perché dopo si esauriva. Fiorello è uguale. E’ un’arte fatta di bollicine, uomini che sono bottiglie di champagne, li stappi, evaporano, ben presto non c’è più niente. L’anno scorso Fiorello già a metà stagione mi telefonava per dirmi: guarda, non ce la faccio". Come mai sopporti così male le critiche? "Le critiche le patisco. E’ vero". Hai messo in piedi una rete di amicizie colossale. Stai con Rutelli e con Berlusconi, adesso si dice che andrai a fare il consulente pure del comune di Milano. "Milano è una bubbola, di Rutelli sono consulente solo per il teatro in periferia e gratuitamente". Sei un uomo potente. "No, i potenti sono quelli che possiedono la televisione, non quelli che la fanno". Perché eri così agitato per quest’intervista? "Io sono sempre agitato quando mi devono intervistare. No, lo sai qual è la mia colpa? Che sono amico sia di Berlusconi che di D’Alema. E che ho un buon rapporto con Fini, che stimo". Si potrebbe dire così: voti Ulivo e lavori a Mediaset, quindi tieni il piede in due staffe. "Ho invitato Berlusconi un sacco di volte in trasmissione e lui è venuto molto meno di D’Alema. L’Osservatorio di Pavia ha fatto le pulci al mio programma e l’ha trovato assolutamente equilibrato" Santoro? "Tutti a dirmi: ma com’è che sei così amico di Santoro, ma che te ne fai di questo rapporto con Santoro... D’Alema per primo, sai? Ma a me Santoro piaceva ai tempi di Samarcanda ed è piaciuto moltissimo quest’anno, in cui ha lavorato in condizioni molto difficili". Quanto pesi a questo punto? "Ottantuno chili e mezzo, una cosa meravigliosa, il professor Migliaccio m’ha rimesso al mondo, m’ha insegnato a mangiare". Cioè? "La mattina due fette biscottate con la marmellata dietetica. A pranzo carne bianca o pesce e verdura condita con un cucchiano d’olio, la sera idem. Una volta a settimana due uova sode". Questo sarebbe ”imparare a mangiare”? "Sì, l’anno scorso a giugno ho fatto i tre gradini del Parioli e quando sono arrivato su non riuscivo ad aprire bocca. Adesso invece respiro. Respiro, capisci? Dìllo pure a Giuliano. E dormo, la notte dormo. Prima invece mi svegliavo, m’alzavo, andavo in cucina e ripulivo il frigorifero. Qualunque cosa ci fosse, divoravo tutto". Quanto pesavi, prima? "Centoquattordici chili". E adesso il frigorifero non lo ripulisci più. "Adesso non mi sveglio la notte. E anche se mi sveglio, anche se vado in cucina, anche se apro il frigorifero non mangio niente". E come resisti? "Non è che resisto, è che adesso, purtroppo, il frigorifero è vuoto". Giorgio Dell’Arti