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 2005  novembre 16 Mercoledì calendario

A Mariella di Bibbiena (AR) risponde Roberto Azzolini, responsabile struttura Polarnet del Cnr, Roma

A Mariella di Bibbiena (AR) risponde Roberto Azzolini, responsabile struttura Polarnet del Cnr, Roma. Le calotte di ghiaccio (il plateau antartico e la calotta groenlandese), spesse oltre 3.000 metri, sono un archivio di enorme importanza che custodisce la storia dettagliata degli eventi climatici degli ultimi 700.000 anni e delle loro probabili cause. Attraverso i dati chimici e fisici contenuti in questo archivio, si può ricostruire l’evoluzione del clima del passato, determinarne le cause e anche prevederne l’evoluzione futura. infatti percezione diffusa che il clima stia lentamente e irrimediabilmente modificandosi in una direzione che non conosciamo ma di cui temiamo gli effetti. Si consolida dunque l’esigenza di sviluppare le conoscenze scientifiche sulle modificazioni in atto nel nostro pianeta, per essere in grado di prevederle e di porvi rimedio. Il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, con il progetto europeo Epica, svolge da tempo studi di questo genere con carotaggi del plateau nella stazione italo-francese Concordia. I risultati mostrano che a un aumento della temperatura dell’atmosfera corrisponde sempre uno della concentrazione di anidride carbonica, ma la dipendenza causa-effetto fra queste due grandezze non è facilmente identificabile nel passato lontano. Se invece veniamo ai giorni nostri, la relazione fra l’aumento di temperatura e quello di anidride carbonica è facilmente chiarita: la causa principale della crescita della temperatura dell’atmosfera sono le quantità sempre crescenti di gas-serra, principalmente CO2, immesse in atmosfera dal secolo scorso con lo sviluppo industriale ed economico. Il protocollo di Kyoto affronta proprio questi temi.