MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO FEBBRAIO 2005, 15 novembre 2005
Sarà la costruzione più alta del mondo, con il suo chilometro di cemento proteso in direzione del Sole
Sarà la costruzione più alta del mondo, con il suo chilometro di cemento proteso in direzione del Sole. Sarà il più grande impianto al mondo in grado di produrre energia pulita. Sarà anche un’attrazione turistica tra le più visitate. Ma sarà davvero la soluzione per il futuro energetico del pianeta? Dimenticatevi i 460 metri delle Petronas Towers di Kuala Lumpur. E dimenticatevi pure i 553 metri della Canadian National Tower di Toronto, che dal 1976 aveva la pretesa di essere l’edificio più alto sulla faccia della Terra. Se tutto andrà secondo i piani, dal settembre 2005 per vedere la torre più alta del nostro pianeta dovremo recarci in Australia, al confine tra il Nuovo Galles del Sud e la regione di Vittoria. Qui, a pochi chilometri da Mildura, a Tapio Station, nel cuore del deserto australiano, dovrebbe sorgere l’impianto più avveniristico mai realizzato per la produzione di energia dal Sole: una torre di mille metri, con 120 metri di diametro alla base, che si ergerà su una piattaforma di oltre sette chilometri di diametro e che dovrà rifornire di energia pulita oltre 200 mila abitazioni. Una missione solare Probabilmente farà concorrenza ad Ayers Rock, deviando il flusso dei turisti dal monumento naturale più ricco di fascino al mondo. Ma ciò è di secondaria importanza per la EnviroMission Ltd, la compagnia che ha sviluppato il progetto facendone la propria mission e che prevede di affiancare a questa prima torre altri quattro impianti entro il 2010. Anche perché tale progetto ha avuto pure la benedizione del governo australiano, ansioso di togliere ai suoi abitanti il primato negativo di maggiori produttori al mondo procapite di gas serra, e della Australian Gas Light Ltd (AGL), la compagnia che rifornisce di elettricità il continente e che detiene un’opzione per l’acquisto dell’intera produzione energetica della Torre Solare, una volta che questa sarà a regime. «Quando lavorerà a pieno ritmo» spiega il portavoce di EnviroMission, Kim Forte «la torre non produrrà emissioni inquinanti. Se messa a confronto con gli impianti alimentati da combustibili tradizionali, questa struttura permetterà di abbattere ogni anno l’equivalente di oltre 700 mila tonnellate di anidride carbonica che un normale impianto a carbone emette in atmosfera». Ciascuna delle 32 turbine a pressione posizionate alla base della torre, infatti, sarà in grado di produrre 6,25 MegaWatt (MW) di energia, per complessivi 200 MW, produzione che manterrà un andamento costante anche nei giorni nuvolosi e durante la notte. Ma perché proprio in Australia? «Perché l’Australia riceve elevati quantitativi di radiazione solare» precisa ancora Forte «e, accanto alla disponibilità di terreni a basso costo, garantisce una maggiore stabilità geologica rispetto ad altri siti». Aria calda verso il blu In che modo funzionerà questo futuristico impianto ”verde”? Il principio è semplice: «I raggi del sole» chiarisce Roger Davey, Ceo della compagnia «riscalderanno la massa di aria intrappolata sotto la copertura della base. Questa, in base alle leggi della fisica, tenderà a salire verso l’alto generando una vera e propria corrente che azionerà le turbine, le quali produrranno energia elettrica. Sarà la torre stessa a produrre il proprio vento ”solare”, così come negli impianti idroelettrici, dove la forza motrice che genera energia è data dall’acqua che scende». Il principio sembrerà anche semplice, ma alla base c’è alta tecnologia. Che è visibile proprio... alla base della torre: un anello di 3,5 chilometri di raggio in vetro iper-resistente e policarbonato costituirà la piattaforma da cui il cilindro di un chilometro si protenderà verso il cielo. Il materiale che verrà utilizzato per realizzare questa piattaforma di 40 chilometri quadrati, aperta lungo il perimetro per far affluire al suo interno l’aria da scaldare, possiede requisiti strutturali ottimali: l’elasticità dei polimeri, infatti, conferirà alla struttura la resistenza necessaria a sopportare le grandinate che si abbattono in questa regione dell’Australia. La componente vetrosa, poi, lascerà filtrare i raggi solari di lunghezza d’onda superiore all’infrarosso, schermando quelli a lunghezza d’onda minore che il suolo sottostante rifletterà verso l’alto. A vederla, somiglierà un po’ a un disco volante: piatta sui bordi e leggermente inclinata verso il centro, nel punto in cui si congiungerà alla base della torre. Dopo essere stata riscaldata per effetto serra, l’aria – che dovrebbe superare di 15-20 gradi la temperatura ambientale – fluirà verso la base della torre, per incanalarsi nelle turbine e azionarle. Velocità prevista: 45-50 chilometri l’ora. Funzionante ma inefficiente? La Torre Solare australiana non è il primo esempio di architettura energetica. All’inizio degli anni Ottanta, l’ingegnere tedesco Jorg Schlaich aveva ideato un prototipo che era stato eretto a Manzanares, 150 chilometri a sud di Madrid, in Spagna, nell’ambito di una collaborazione tra il governo spagnolo e la Schlaich Bergermann and Partner. L’impianto era rimasto in funzione dal 1982 al 1989, producendo un flusso costante di 50 kW/ora puliti. Funzionante ma inefficiente: nonostante la vicinanza alla rete elettrica nazionale e i tentativi di ridurre al minimo il leakage, cioè le perdite che inevitabilmente occorrono dalla sorgente energetica al punto di smistamento e utilizzo, la torre di Manzanares convertiva in corrente elettrica meno dell’1% dell’energia solare catturata. Una cifra che non suonerebbe così negativa, se non avessimo come termine di confronto un’efficienza di conversione dei pannelli solari fotovoltaici del 15%. vero: il Sole è gratis, e tale rimarrà per i prossimi 5 miliardi di anni, quando l’uomo, verosimilmente, non avrà più problemi di approvvigionamento energetico. Inoltre, anche la Torre Solare di Mildura verrà eretta nei pressi della principale griglia di distribuzione elettrica dell’Australia, in modo da contenere al meglio la dispersione di energia. E in un secondo momento sarà dotata di sistemi addizionali di stoccaggio del calore, mediante tubature ad acqua che, rilasciando di notte l’energia termica accumulata durante il giorno, permetteranno di riscaldare ulteriormente l’aria che azionerà le turbine. Questi impianti saranno davvero la soluzione per il futuro energetico del pianeta? presto per dirlo. probabile che possa funzionare nei Paesi in via di sviluppo. La torre non richiede un impianto di raffreddamento e bene si adatta ai climi dove l’acqua è preziosa. I materiali usati – cemento e vetro – sono facilmente reperibili, così come la manodopera locale. Per ora, non resta che darci appuntamento fra un anno, sul tetto più alto del mondo.