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 2005  novembre 15 Martedì calendario

«Chi sono?» gli chiesi. E il diavolo rispose: «Parlando con licenza, sono i mancini. Nel mondo sono solo di fastidio e di malaugurio, tanto che, se uno va per un affare e incontra un mancino, torna indietro come se avesse visto un corvo

«Chi sono?» gli chiesi. E il diavolo rispose: «Parlando con licenza, sono i mancini. Nel mondo sono solo di fastidio e di malaugurio, tanto che, se uno va per un affare e incontra un mancino, torna indietro come se avesse visto un corvo. gente fatta alla rovescia, e c’è perfino da dubitare che sia gente». Così scriveva Francesco De Quevedo in un libro del 1608 che narra di un viaggio nelle viscere dell’inferno, dove i mancini, ammassati per conto loro, sono tenuti alla larga dagli altri dannati. Questo racconto riflette bene le pene patite nel corso dei secoli ”dalla gente che non sa far le cose dritte”, popolo di creature diaboliche e degenerate o, nel migliore dei casi, individui geniali ma comunque fuori dalla norma. Gente costretta a cavarsela in un mondo tutto su misura dei destrimani: dalle forbici alle maniglie delle porte, dagli apriscatole alle poltrone dei dentisti, tutto è infatti pensato per la comodità di chi usa la destra. Solo da qualche anno a questa parte scienziati, psicologici e psichiatri hanno liberato i mancini dalla loro fama di diversi. E le aziende hanno cominciato ad accorgersi di una fetta di mercato che conta settantaquattro milioni di individui nella sola Comunità europea. Così sono stati costruiti apposta per loro coltelli, mestoli, sveglie, strumenti musicali, tastiere per computer. L’ultima novità è la ”s move”, una penna ergonomica della Stabilo per destrorsi e mancini, che stabilisce il diritto di tutti ad assumere, scrivendo, la giusta postura. Una bella vittoria, insomma, per chi ha alle spalle una storia difficile e controversa. Secondo le statistiche, i mancini sono il dieci per cento della popolazione mondiale, ma questi dati variano a seconda delle zone geografiche e delle fasce di età. I mancini adulti, per esempio, sono molto più numerosi nei Paesi anglosassoni che non in quelli mediterranei, dove fino a poco tempo fa i bambini che scrivevano con la sinistra venivano corretti. E oggi che il mancinismo non è più demonizzato, i suoi adepti sono in aumento. Aldo Spinelli, artista, da oltre dieci anni si dedica allo studio del mancinismo: «Fare un censimento è molto difficile anche perché i mancini puri non esistono. Esistono diversi gradi di mancinismo. Si può essere molto mancini: si usa la mano sinistra per scrivere, il piede sinistro per dare un calcio al pallone, l’occhio sinistro per guardare nel cannocchiale (ma magari si accavalla la gamba destra sulla sinistra e non viceversa). Oppure si può essere mancini solo in parte: come i calciatori che giocano di sinistro ma scrivono con la destra». Da sempre ci si chiede se il mancinismo sia legato a fattori ambientali o genetici. Platone riteneva che il diverso impiego delle due mani dipendesse dalla «stoltezza di madri e nutrici»: «A causa loro – scriveva il filosofo – siamo diventati come zoppi. Per natura l’uno e l’altro arto si equivalgono, ma per abitudine li abbiamo resi differenti, usandoli in modo scorretto». Nel libro Storia del mancini (edizioni Magi), Pierre-Michelle Bertrand racconta la teoria elaborata da Xavier Bichat nel 1700. «I primi guerrieri si resero conto che le ferite inflitte nella parte sinistra del petto, quella del cuore, erano più mortali di quelle inflitte alla parte destra. Per proteggere il cuore posero allora lo scudo sul braccio sinistro, lasciando alla mano destra la cura di impugnare la lancia. Questa pratica si sarebbe poi trasmessa, per migliaia di anni, di generazione in generazione. E ciò avrebbe causato, per ereditarietà, uno squilibrio di abilità e di forza tra la mano destra e la sinistra». Questa seducente ipotesi, continua lo scrittore, si scontra col fatto che anche le donne, che non hanno mai combattuto, sono destrorse quanto gli uomini: «Secondo Bichat si può supporre che la mano destra, mano di guerrieri vittoriosi ed esperti cacciatori, sin dalle origini sia stata oggetto di rituali, incantesimi e cure di cui la sinistra non ha mai avuto bisogno (e infatti si benedicono le armi, non gli scudi)». Attualmente si crede che nel mancinismo sia fondamentale la componente genetica, e infatti questa caratteristica ricorre a livello familiare. il caso dei reali inglesi: sono mancini la regina Elisabetta, il principe Carlo e il giovane William. Come lo sono stati alcuni loro antenati, tra cui la regina Vittoria. Una recente ricerca citata dal professore americano Chris McManus nel libro Right-hand left hand dimostra che, se i genitori sono entrambi destri, le possibilità che nascano bimbi mancini sono del 10 per cento. Se un genitore è mancino le probabilità sono del 19,5 per cento, se i genitori sono entrambi mancini, salgono al 26 per cento. Gabriele Miceli, docente di neurologia all’Università Cattolica di Roma, assicura: «Mancini si nasce, non si diventa. La risonanza magnetica ha dimostrato che chi nasce con una regione del cervello, il planum temporale, più sviluppata a sinistra, diventa destrimano. Chi non mostra asimmetrie oppure ha il planum temporale più sviluppato a destra, diventa mancino. Questo vale sia per l’adulto, sia per il feto. Se queste persone diventano destrimani, è per condizionamenti ambientali». Aggiunge Spinelli: «Al di là delle ragioni biologiche o ambientali, una cosa è certa. I mancini esistono dalla notte dei tempi. Le pitture rupestri, impresse nelle caverne di tutto il mondo, dimostrano che anche tra i preistorici c’erano individui che usavano la ”mano del diavolo”». Ma quand’è che i mancini diventano simbolo di un mondo oscuro e nefasto? «Le origini di queste superstizioni sono due» dice Spinelli. «La più antica risale agli àuguri greci e romani, che leggevano il futuro guardando il nord: da quella posizione il sole sorge a destra e tramonta a sinistra. Di qui l’associazione destra uguale vita e luce, sinistra uguale morte, tenebre. La credenza pagana si tramise alle religioni moderne: ebrei e cristiani giudicavano i mancini creature diaboliche, per i musulmani con la mano impura è vietato mangiare o lavarsi. Nell’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina, si vede Dio che dà la vita ad Adamo con la mano destra, Adamo riceve la vita con la mano sinistra: la destra è simbolo di divina perfezione, la sinistra di imperfetta umanità». Spinelli fa anche notare che l’aggettivo latino dexter ha due significati principali: ”destro” ma anche ”propizio”, ”favorevole”. Da qui viene ”diritto” nel senso giuridico». La sinistra, invece, ha sempre comunicato idee di sfortuna, slealtà, vizio: «La parola sinister sta per mano sinistra ma prende anche il senso di ”sfortunato”, ”contrario”, ”ostile”, ”perverso”, ”cattivo”: mentre laevus (laeva per mano sinistra) significa ”maldestro” ma anche ”stupido”: «O ego laevus!», «Che sciocco sono!». La stessa parola mancino deriva dal latino mancus, ”monco”. Nel 1800, Cesare Lombroso, professore di criminologia all’Università di Torino, sostenne che esisteva un individuo predisposto al crimine, il «criminale nato». Tra i tratti fisici, psicologici e sociologici annoverati non manca naturalmente il mancinismo, che a suo giudizio «infetta la mente e i sensi». La forte concentrazione di mancini rilevata al penitenziario di Torino gli confermò le sue convinzioni. «Non pretendo che tutti i mancini siano malfattori» concedeva Lombroso «ma dico che il mancinismo, associato a molti altri fattori, può favorire i peggiori difetti nella specie umana». Poiché il mancinismo era moralmente riprovevole, inevitabile che si cercasse di correggerlo. Pierre – Michelle Bertrand riporta diversi esempi: «Un testimone racconta nel 1870: ”Durante la mia infanzia la mia mano sinistra fu costretta con una cinghia per molte settimane di seguito”. In Francia, fino agli anni Sessanta, in certe famiglie la frusta restava sulla tavola per tutta la durata del pasto. Ogni volta che il bambino utilizzava la mano sinistra, riceveva colpi sulle dita». Anche il mondo scientifico guardava con sospetto alla ”chiralità sinistra” (cioè la preferenza accordata a questa mano per svolgere le azioni quotidiane): in un trattato di psichiatria del 1921 era considerata sintomo di demenza. Solo dagli anni Settanta i ricercatori hanno cominciato a trattare la preferenza della mano sinistra non come un difetto bensì come una caratteristica qualunque dell’individuo. Ma come funziona il cervello dei mancini? Gabriele Miceli, docente di neurologia all’Università Cattolica di Roma, spiega: «Nel ’98 per cento dei destrimani l’emisfero sinistro controlla il linguaggio, il destro le facoltà visive-spaziali. Tra i mancini, poco più del 60 per cento ha una distribuzione inversa: l’emisfero destro è dominante per il linguaggio, il sinistro per le facoltà visive-spaziali». Questo cosa comporta? «Quando un mancino e un destrimane svolgono uno stesso compito (per esempio descrivere un oggetto) si attivano nel loro cervello zone controlaterali ma speculari. Quello che nel destrimano fa una determinata area nell’emisfero destro, nel mancino lo fa l’area corrispondente nell’emisfero sinistro, e viceversa. Non è che la sintassi o la grammatica, nei mancini, si localizzino a caso nel cervello. Solitamente, si trovano nella stessa area dei destrimani, ma nell’emisfero opposto». Poi c’è il caso delle persone (mancini e ambidestri) che hanno un’organizzazione bilaterale: «In questi individui» dice Miceli «non esiste una chiara dominanza emisferica, e le stesse funzioni le svolgono sia il lato destro che il sinistro del cervello». E questo è un vantaggio o uno svantaggio? «Il processo che si svolge in un solo emisfero è più rapido, dato che in caso di rappresentazione bilaterale delle funzioni cognitive gli stimoli devono attraversare il corpo calloso che divide i due emisferi, cosa che comporta un piccolo rallentamento della trasmissione dell’impulso nervoso. Quindi, si potrebbe ritenere che chi ha una forte lateralizzazione delle funzioni cognitive ha teoricamente, ma solo teoricamente, un piccolissimo vantaggio. L’unico vantaggio reale di chi non ha una marcata lateralizzazione è che, in caso di danno cerebrale a un emisfero, l’altro emisfero ha più facilità a compensarlo, e quindi il recupero funzionale tende a essere maggiore». Molti individui geniali o famosissimi – da Charlie Chaplin a Paul McCartney, da Leonardo da Vinci a Maradona, da Marilyn Monroe a Julia Roberts – sono mancini. Questo vuol dire che i mancini sono più intelligenti dei destrimani? «Dopo tanti pregiudizi negativi» dice Miceli» i mancini si sono presi la loro rivincita, e per molte persone famose il fatto che fossero mancini ha costituito un motivo di attenzione in più. In realtà, nessuna ricerca scientifica dimostra che sia più intelligente chi usa la mano sinistra, chi usa la destra o chi le usa, indifferentemente, tutte e due».