Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  novembre 15 Martedì calendario

«La penna è nella vita moderna ciò che la lancia fu nei tempi eroici: protegge, uccide, conquista

«La penna è nella vita moderna ciò che la lancia fu nei tempi eroici: protegge, uccide, conquista. Chi non s’addestra per tempo a maneggiar quest’arme, mal per lui! Il suo posto sarà tra i vassalli o i servi». Inizia così questo agile e colorato volumetto che ha uno scopo preciso: far entrare i bambini nel mondo magico della scrittura attraverso racconti e laboratori. Ecco tre brani tratti da altrettanti capitoli. La leggenda del dio Thot «Secondo la mitologia egizia sarebbe stato Thot, dio delle lettere, delle biblioteche e della lingua, a creare la scrittura e a farne dono al faraone Thamus. La parola geroglifico significa d’altronde scrittura degli dei (dal greco hieros, sacro, e gluphien, incidere). «Questa scienza, o re» disse Thot «renderà gli egiziani più sapienti e più adatti a ricordare, perché questo è un rimedio giovevole e alla memoria e alla dottrina». Palazzi del governo, templi, case private... nell’Antico Egitto tutto era registrato, copiato, classificato e per questo era di fondamentale importanza il ruolo degli scribi. Gli scribi sono tradizionalmente rappresentati seduti con le gambe incrociate mentre sulle ginocchia hanno un rotolo di papiro. Su questo rotolo scrivevano con dei pennelli ricavati da canne e con inchiostro nero e rosso. Essi formavano una casta privilegiata poiché la padronanza della scrittura li rendeva a volte tanto potenti quanto il faraone che li aveva ingaggiati». I guardiani della memoria «Prima dell’invenzione della stampa, nel Medioevo, solo i monaci copisti riproducevano i libri. I copisti lavoravano con una piuma d’oca la cui punta era tagliata in due con un coltellino. Si pensava che la terza e la quarta piuma dell’ala sinistra del maschio dell’oca fossero le più adatte e che un volatile non potesse fornire che una decina di piume. Il copista tagliava spesso la sua piuma, che si consumava rapidamente, ed effettuava le correzioni con un raschietto. Per vedere la piuma d’oca sostituita da quella metallica si sarebbe dovuto aspettare fino al XVIII secolo». Gli orribili fogli di Balzac «Sfogliare le bozze delle grandi opere letterarie è un modo per accedere all’anima di chi ha scritto questi capolavori. Ecco i ricordi di duard Ourliac a proposito della stampa del romanzo di Balzac César Birotteau: ”La tipografia era pronta e scalpitava, il signor Balzac invia duecento fogli scritti a mano in cinque notti febbrili. una bozza, un caos, un poema indù. La tipografia impallidisce. Il termine di consegna è breve e la scrittura incomprensibile. Neppure i più abili riescono a capirci qualcosa. Lo si riporta all’autore. L’autore rispedisce le prime due prove incollate su enormi fogli: dei manifesti, dei paraventi! E a questo punto bisogna rabbrividire e avere pietà. L’aspetto di quei fogli è mostruoso. Da ogni segno, da ogni parola stampata parte un tratto di penna che si dirama e serpeggia come un missile che esplode in pioggia luminosa di frasi, epiteti e sostantivi sottolineati, crocettati, mischiati, cancellati, sovrapposti: aveva un aspetto spaventoso”».