MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO FEBBRAIO 2005, 15 novembre 2005
Pumbu, 8 anni, della Repubblica del Congo. Ha visto morire i suoi genitori, fatti a pezzi dai cacciatori per venderne le carni
Pumbu, 8 anni, della Repubblica del Congo. Ha visto morire i suoi genitori, fatti a pezzi dai cacciatori per venderne le carni. Lei l’hanno risparmiata perché troppo giovane e scarna. Pumbu è una femmina di gorilla, confiscata dalle autorità al mercato di Pointe Noire, porto del Congo affacciato sulla costa atlantica dove si smercia anche carne selvatica. La sua faccia è sui manifesti pubblicitari della Benetton, insieme a quelle di altri sette primati. Si chiamano James, Bonny, Jackson, Tatango, Arron, Fizi e Shanga, sono orfani come Pumbu e come lei hanno storie drammatiche alle spalle. Oggi vivono in alcuni rifugi, in Asia e in Africa, confiscati ai commercianti o ai cacciatori. Il bushmeat trade, il commercio di carne selvatica, è illegale. Oltre che per sfamare le popolazioni indigene, poverissime, la carne di scimmia viene cacciata per il mercato occidentale, dove viene venduta come piatto pregiato e raro. I gorilla, così come altri primati, sono in via d´estinzione. La crescita della popolazione mondiale, la povertà, la distruzione delle foreste e degli habitat, e, adesso, anche il mercato della carne selvatica stanno falcidiando queste specie. «Nella maggior parte dei luoghi dove vivono, le grandi scimmie arriveranno all’estinzione entro i prossimi 10-15 anni» ha detto Jane Goodall, nota primatologa, fondatrice del Jane Goodall Institute impegnato a salvaguardare le scimmie, che ha patrocinato la campagna di comunicazione della Benetton. «Scimpanzé, gorilla e bonobos vengono cacciati con elefanti, antilopi e una miriade di altre specie per soddisfare il gusto di selvaggina delle élite urbane. Ma non c’è molta carne in una scimmia bambino, così spesso vengono vendute vive, illegalmente, al mercato, accanto al corpo a pezzi della madre». Lo scimpanzé risulta già estinto in tre Paesi: Burkina Faso, Togo e Benin. «C’erano circa 2 milioni di scimpanzé in Africa 100 anni fa. Ne sono rimasti 150.000. Diminuisce il numero di scimmie selvagge, aumenta la popolazione di orfani nei rifugi» dice Goodall. Dei gorilla di montagna restano 250-300 esemplari che vivono nel parco del Virunda, al confine tra Congo, Ruanda e Uganda. Gli ultimi esemplari di orango, invece, vivono in Indonesia: negli ultimi dieci anni si sono dimezzati, e secondo la comunità scientifica entro cinque anni potrebbe non rimanerne neanche uno. Il bonobo, chiamato anche erroneamente scimpanzé nano, è già quasi estinto. Eppure tra tutte le scimmie è quella che somiglia più a noi: sta in piedi con la schiena dritta e fa l’amore nella posizione cosiddetta del missionario. Non stupisce quindi che il suo Dna, così come quello dello scimpanzé, differisca dal nostro solo per un 1%: in poche parole, bonobos e scimpanzé sono più simili a noi che a un gorilla. E queste grandi scimmie (un gorilla può arrivare a pesare anche 250 chili) hanno più geni in comune con l’uomo che con un orangutango. Ma perché la United Colors of Benetton ha deciso di pubblicizzare le sue magliette con le facce di queste scimmie al posto di quelle, ormai note, di ragazzi e ragazze di tutto il mondo? «Per proseguire la nostra riflessione sulla diversità intesa come ricchezza del nostro mondo, estendendola dalla varietà delle razze umane agli esseri viventi che occupano il primo posto della classificazione zoologica» spiegano alla Benetton. I ritratti di questi primati, immortalati da James Mollison, fotografo di Fabrica, la società che ha realizzato la campagna di comunicazione per l’azienda di Treviso, «ci rimandano agli interrogativi fondamentali dell’essere umano, racchiusi nello sguardo enigmatico di razze così vicine a noi nella scala evolutiva». Questa campagna di comunicazione è partita il 15 ottobre scorso con l’affissione nelle principali capitali internazionali dei manifesti con i volti delle otto scimmie. Ed è proseguita con la pubblicazione di un volume fotografico, ”James e altri simili” (edizioni Contrasto, 45 euro): cinquanta immagini di altrettanti primati ospitati nei rifugi di Africa e Asia, fotografati da James Mollison per Fabrica. Sugli scatti di James Mollison il Museo di Storia Naturale di Londra organizzerà una mostra che sarà aperta da maggio a settembre 2005.