MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO FEBBRAIO 2005, 15 novembre 2005
E’ stato varato un decreto che proibisce ancora per un anno la coltivazione in Italia di piante geneticamente modificate e stabilisce che dal 1° gennaio 2006 queste coltivazioni saranno invece possibili, seguendo regole che devono essere stabilite dalle regioni
E’ stato varato un decreto che proibisce ancora per un anno la coltivazione in Italia di piante geneticamente modificate e stabilisce che dal 1° gennaio 2006 queste coltivazioni saranno invece possibili, seguendo regole che devono essere stabilite dalle regioni. La sensibilità italiana verso gli Ogm (Organismi geneticamente modificati) è negativa: un referendum popolare li boccerebbe certamente e infatti dieci regioni si sono già dotate di leggi proibizioniste, tre si sono dichiarate contrarie e 1540 comuni hanno varato delibere anti-Ogm. Gli scienziati sono invece, generalmente, favorevoli agli Ogm e un manifesto sottoscritto da 18 istituzioni scientifiche primarie ha sollecitato la nostra classe politica a non bloccare il cammino della scienza. Qui di seguito diamo conto, in massima parte con delle citazioni, degli argomenti degli uni e degli altri. Si consideri, per seguir bene la discussione, che le agricolture sono ormai tre: quella tradizionale, quella biologica (che non si fa aiutare dalla chimica) e quella biotec, termine con cui si designa l’agricoltura degli Organismi geneticamente modificati. Un miliardo di persone. «Al momento è circa un miliardo la popolazione mondiale che consuma Ogm. Ma la cifra è destinata ad aumentare fino a raggiungere e oltrepassare metà della popolazione mondiale» (Tullio Regge, ordinario di Teoria quantistica della Materia all’Università di Torino). Italia. Tra le coltivazioni transgeniche presenti in questo momento in Italia: tabacco e riso transgenico tra Cremona e Piacenza, una varietà di San Marzano resistente a un virus molto aggressivo in Basilicata, un uliveto modificato per resistere all’attacco degli insetti in Umbria, un pioppo capace di non farsi infettare da un virus defoliante in Lombardia. Fino al 1999 le sperimentazioni agrobiotech erano 250, oggi non sono più di dieci. Incroci. «Per l’agricoltura italiana sarebbe un danno coltivare piante geneticamente modificate» (Giovanni Monastra, coordinatore scientifico dell’Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione). Biologico. «Considero un regresso le coltivazioni biologiche» (Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia). Noce. «Noi diciamo queste due cose. La prima è che con gli Ogm possono nascere problemi legati alle allergie. Una persona allergica alla noce brasiliana mangia una pannocchia di mais e viene colpita da una crisi perché nel mais c’era un gene di noce brasiliana: è successo...» (Alfonso Pecoraro Scanio, politico, leader dei Verdi). Kiwi. «Il kiwi allo stato naturale contiene 15 proteine allergeniche. Se fosse stato transgenico sarebbe stato testato ed escluso dal commercio. Gli Ogm autorizzati sono garantiti» (Francesco Sala, ordinario di Botanica generale e Biotecnologia delle Piante presso l’Università di Milano). Impatto ambientale. «...Il secondo punto estremamente grave è l’impatto ambientale che le monocolture transgeniche possono produrre: rischiamo di veder scomparire piante a cui è affidata la sopravvivenza di centinaia di milioni di persone» (Alfonso Pecoraro Scanio). Pomodori. « vero semmai il contrario. Il pomodoro di San Marzano sta scomparendo, vittima di un virus, e già siamo costretti, noi italiani, eroi e adoratori della pommarola, a importare massicciamente pomodori dall’estero. Del San Marzano esiste già la variante Ogm che resiste al virus ma che è vietato coltivare» (Tullio Regge). Pasta. «Da oltre 30 anni mangiamo spaghetti nazionali che derivano dal grano duro o creso, un prodotto geneticamente modificato. Non mi risulta che milioni di italiani abbiano denunciato patologie per aver mangiato la pasta. Nel processo di manipolazione genetica non si fa altro che aggiungere caratteristiche utili alla pianta, ma la base del prodotto rimane invariata» (Umberto Veronesi). Sciocchezze. «Ci meravigliamo che un autorevole medico possa dire un tale cumulo di sciocchezze» (Loredana De Petris, capogruppo dei Verdi in commissione Agricoltura, alludendo alle dichiarazioni di Veronesi). Pesto. «Un pesto prodotto con piantine di basilico troppo giovani, cioè alte meno di 8-10 centimetri, può contenere il metil-eugenolo, sostanza cancerogena per cui esistono limiti di assunzione fissati dalle leggi americane ed europee. In un piatto di spaghetti al pesto dove tutto è naturale, e non Ogm, vi è una concentrazione di metil-eugenolo 600 volte superiore ai limiti considerati sicuri. Solo adoperando pesto adulto il pericolo scompare: il metil-eugenolo protegge la pianta giovane da insetti e batteri, poi crescendo la molecola perde il metile e diventa innocua» (Francesco Sala). Dannosi. «Gli Ogm fanno male, sono dannosi» (Sandro Biasotti, presidente della Regione Liguria). Strani. «Siamo un popolo strano: ci preoccupiamo di cibi Ogm, ma non di alimenti sporchi di tossine cancerogene, escrementi, metalli pesanti e pesticidi» (Giorgio Poli, preside della facoltà di Medicina veterinaria a Milano). Aflatossine. «Le aflatossine sono tra le cinque o sei microtossine che possiamo trovare nel mais, quindi nei mangimi animali e, al termine della catena alimentare, nel latte e nella carne che finiscono sulle nostre tavole» (Francesco Sala). Piemonte. «Quanto è accaduto in Piemonte l’anno scorso è una tragedia: cento ettari di mais mandati al rogo (un rogo che ha connotazioni medioevali) solo perché quelle piante possedevano lo 0,1 per mille di ipotetico Ogm. E invece nessuno si cura di dire che è pericoloso tutto il mais non geneticamente modificato. Ai miei figli ho detto di non mangiare più la polenta, perché potrebbe essere cancerogena. Nessuno dice che il mais tradizionale prodotto nelle nostre pianure è attaccato dalla piralide, un insetto che scava minuscole caverne nei chicchi e nelle pannocchie, favorendo, soprattutto durante la stagione calda, il formarsi dell’Aspergilla Flavus, una muffa che produce l’aflatossina, potentissimo cancerogeno. Lo scorso anno è stato molto caldo, ma nessuno ha gettato il mais. Al contrario, è stato macinato e dato agli allevamenti» (Umberto Veronesi). Preferenze. «Tra una aflatossina ”biologica”, ma cancerogena, e una modesta dose di pesticida preferisco il pesticida o anche un Ogm» (Tullio Regge). Distruzioni. L’anno scorso la Regione Lombardia ha distrutto il 20 per cento della sua produzione di latte perché conteneva aflatossine sopra i livelli di soglia mentre il mais Ogm «ha un contenuto di aflatossine 10 o 15 volte inferiore al mais biologico» (Francesco Sala). Medioevo. «Gli Organismi geneticamente modificati sono vittime di paure da Medio Evo» (Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano). Alimenti. Vino, birra, pane, yogurt, formaggi sono prodotti biologicamente modificati (Ogm) perché ottenuti mediante l’introduzione forzata – avvenuta migliaia di anni fa – di lieviti, muffe, batteri (Piero Bianucci). Danni. « escluso che gli Ogm provochino danni a termine medio-breve. A lungo termine non sappiamo» (Giovanni Monastra). Che cosa compriamo. «Non vogliamo introdurre i semi modificati, ma, in base alle regole del Wto, siamo obbligati ad accettare gli Ogm sotto forma di prodotti finiti o di farine di soia. Il 20% dei mangimi usati nei nostri allevamenti sono biotec (cioè Ogm) e sono biotec parte dei cibi venduti al supermercato compresi, forse, quelli biologici. Secondo un’indagine svolta in Gran Bretagna su 25 prodotti spacciati per biologici, molti contenevano Ogm. Insomma stiamo vietando le coltivazioni ma ritroviamo il transgenico nei cibi» (Francesco Sala). Cecità. «Il ”Golden Rice Potrycus” contiene vitamina A, la mancanza di questa vitamina nel riso normale è causa di cecità molto diffusa nell’Estremo Oriente e la diffusione del ”Golden Rice” potrebbe porre fine al triste fenomeno» (Tullio Regge). Falso. «Il Golden Rice è una soluzione biologica impraticabile. Un bambino carente di vitamina A per prevenire la cecità dovrebbe mangiare oltre 2 chili di Golden Rice al giorno» (Giovanni Monastra. Riso. « stata appena selezionata una nuova qualità di Golden Rice. Basteranno dosi di 20-30 grammi di risotto al giorno per prevenire la cecità di 500 mila bambini nel mondo» (Francesco Sala). Tabacco. Il tabacco transgenico che si sperimenta tra Cremona e Piacenza serve a produrre una proteina capace di curare una malattia rara. «Sarebbero sufficienti 75 ettari di terreno per produrre una quantità di questa proteina capace di soddisfare tutto il fabbisogno europeo» (Corrado Fogher, docente di Genetica vegetale alla Cattolica di Piacenza). Diabetici. «Da vent’anni i malati di diabete sopravvivono grazie a iniezioni quotidiane di insulina prodotta con l’ingegneria genetica» (Piero Bianucci). India. «A Dehra Dun, nel Nord dell’India, promuoviamo l’agricoltura biologica. Ai Tropici basta lasciar lavorare la natura: con questi metodi negli ultimi dieci anni abbiamo incrementato da tre a dieci volte la produttività delle zone monitorate. Chi afferma che senza Ogm e prodotti chimici non si sconfiggerà mai la fame dice falsità» (Vandana Shiva, fisica quantistica, teorica di ecologia sociale, dirige il Centro per la Scienza, Tecnologia e Politica di Dehra Dun, in India). Trenta metri. Può un campo coltivato a Ogm contaminare un campo adiacente coltivato tradizionalmente o biologicamente? «Nel caso del riso il polline non va oltre il mezzo metro. In quello del mais percorre al massimo 25 metri. Trenta metri di distanza tra un campo e l’altro sono sufficienti» (Mirella Sari Gorla, cattedra di Genetica alla facoltà di Scienze di Milano). Ottocento metri. «Se la distanza è di centinaia di chilometri la contaminazione è impossibile. Su base sperimentale si è visto che la commistione avviene fino a 21 chilometri, ma questo vale solo per alcune specie. Per il mais la distanza di sicurezza è di ottocento metri. La prima fonte di inquinamento è invece il trasporto di semi fatto senza accorgimenti» (Giovanni Monastra). Duecento metri. « provato che i campi oggi coltivati a Ogm non inquinano i terreni circostanti adottando distanze di rispetto che vanno da pochi metri a 200 metri. Che ci possano essere contaminazioni a chilometri di distanza come vogliono far credere è poi escluso. Il polline non può andare così lontano, quello del riso, ad esempio, vive da 2 a 5 minuti» (Francesco Sala). Monsanto. «Abbiamo monitorato le coltivazioni di cotone, le uniche per le quali in India è consentito il ricorso agli Ogm. La Monsanto, l’azienda americana produttrice di semi geneticamente modificati, aveva annunciato una resa di 1500 kg per acro, invece la media è stata di 200 chili. Il guadagno promesso agli agricoltori era di 10 mila rupie l’acro, ne hanno prese 6400. In tutto il mondo gli agricoltori che lavorano con gli Ogm hanno coltivazioni meno sicure e più debiti, perché oltre ai semi, che sono cari, devono pagare una royalty all’azienda produttrice e acquistare più pesticidi. Questa tecnologia non è affidabile, non è sufficientemente testata e soprattutto riduce la produttività» (Vandana Shiva). Scambi. «Lo scambio di materiale genetico è la base stessa della vita. Il sesso, dal punto di vista biologico, è semplicemente il sistema più efficace (e piacevole) che la natura sia riuscita a escogitare per rimescolare geni di provenienza diversa» (Piero Bianucci). Castelli. «Sono un talebano dell’ambiente e per me l’unico decreto possibile è quello che dice: gli Ogm sono vietati» (Roberto Castelli, ministro della Giustizia).