MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO FEBBRAIO 2005, 14 novembre 2005
E se i resti sepolti sotto l’altare della Basilica di San Marco a Venezia non fossero del santo, come tradizione vuole, ma di Alessandro Magno? Fantastoria? No, conclusioni di uno studio serissimo, pubblicato neppure un mese fa in Inghilterra e in Francia, a opera di un rispettato professore britannico, Andrew Chugg
E se i resti sepolti sotto l’altare della Basilica di San Marco a Venezia non fossero del santo, come tradizione vuole, ma di Alessandro Magno? Fantastoria? No, conclusioni di uno studio serissimo, pubblicato neppure un mese fa in Inghilterra e in Francia, a opera di un rispettato professore britannico, Andrew Chugg. Il libro, The Lost Tomb of Alexander the Great (Periplus Publishing London, 37 euro), ha subito acceso un dibattito sfrenato tra gli esperti. Comunque vada, l’ipotesi di Chugg è molto suggestiva. Il corpo del condottiero, morto a Babilonia a 33 anni, sarebbe stato portato ad Alessandria d’Egitto e qui mummificato. Dopo 700 anni, alcuni mercanti veneziani sarebbero riusciti a impossessarsi del cadavere grazie a uno stratagemma. In realtà, non avevano intenzione di portarsi a casa Alessandro, ma piuttosto i resti di San Marco. Entrambi i corpi, infatti, erano stati mummificati e avvolti in lenzuola di lino e, si narra, uno dei due scomparve quando comparve l’altro. Chugg ritiene che lo scambio delle due identità sia avvenuto in occasione di sommosse cristiane, per proteggere i resti di Alessandro dalla distruzione. Sempre secondo Chugg, la gerarchia religiosa veneziana sapeva che i resti trasportati a Venezia non erano quelli di San Marco, ma ritenne cosa migliore far credere al mondo che la Repubblica marinara fosse riuscita a impadronirsi della reliquia del ”proprio” santo. Un altro eminente studioso, Paul Doherty, ha dichiarato: «Alessandro era visto come una divinità. Se potessimo rintracciarne il corpo, studiandone il Dna, potremmo sapere molte cose su di lui, a cominciare dalle vere cause della morte. Il corpo di Filippo, suo padre, è stato ritrovato nel 1970 nella Macedonia greca, e non c’è motivo per cui non si possa rinvenire anche quello del figlio. Secondo me, però, i resti di Alessandro non sono a Venezia, ma ancora da qualche parte sotto le strade di Alessandria d’Egitto».